The 33rd Kalachakra 2014 in Leh, Ladakh |
Lo sviluppo storico del Buddhismo ha conosciuto diverse vie e metodi differenti per realizzare la disciplina di pensiero ed utilizzare le tecniche che dovevano condurre all’illuminazione. I tibetani distinguono tre tipi di vie o yana ( theg-pa): l’Hinayana, il Mahayana ed il Vajarayana. In Tibet questo termine significa non “ veicolo” , ma via, mezzo, tecnica e queste tre divisioni posseggono un senso di gradazione di tecnica che non ha alcun senso dispregiativo.
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L’Hinayana, detto spesso
Theravada o scuola antica, ha inglobato nei secoli più di diciotto scuole di pensiero. Per i Tibetani i Theravada del Sud
corrispondono all’insegnamento pubblico del Buddha. Lo scopo perseguito è innanzi tutto quello
della salvezza personale, la condizione di arhat,
il quale non si preoccupa che della propria illuminazione.
Il Mahayana comprende gli
insegnamenti delle grandi Scuole che costellano la storia del Buddhismo.
Possiamo citare i testi della prajna-paramita la cui composizione si estende per circa un
millennio. La scuola madyamika
sceglie la via di mezzo, madhya per evitare le contaddizioni del pensiero
dualista ed ottenere l’illuminazione, la bodhi,
con l’assenza di qualunque movimento mentale; questo atteggiamento conduce al
Vuoto o Shunya. Il suo fondatore fu
Nagarjuna ( fra il 150 e il 250).
La scuola Yogachara pone l’accento
sulle tecniche di meditazione, fondata da Arya Maitreya è stata notevolmente
influenzata da diversi sistemi yoga.
Il Vajrayana, detto anche
la via del Tantra, è costituito da un sistema composito in cui le scuole
Yogachara, influenzate dal tantrismo indù e la scuola Vedanta vi svolsero un
certo ruolo. Il Kalachakra insegnato a Shambala fa parte di questa Via del
Tantra.
Queste tre vie nel Buddhismo tantrico tibetano diventano tre simboli
di sviluppo interiore tantrico; la pratica spirituale che porta all’illuminazione
finale è un movimento continuo, il sadhana
che divide in tre categorie il metodo di osservare.
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Esse sono associate alle tre forme di manifestazione del Buddha
secondo la teoria del Tri-Kaya, concezione
cosmologica della scuola Mahayana.
Secondo questa concezione il Buddha non è più soltanto un personaggio umano e
storico, ma un Principio Supremo che si manifesta in tre Kaya o “ Corpi”: il Dharma-Kaya,
la realtà immacolata, l’elemento primordiale di tutto ciò che esiste, la pura
Coscienza; il Sambhoga-Kaya, il corpo splendido e trionfante di
benedizione del Buddha in quanto essere divino, fonte di gioia e d’amore per il
dharma buddhista; il Nirmana-Kaya, il
corpo di trasformazione e manifestazione, il Buddha storico, incarnazione del Tathagata eterno.
Questa teoria dei tri-yaka si ritrova nelle tecniche del sadhana tantrico:
il Nirmana-Kaya corrisponde all’Hinayana e tratta dellla disciplina
monastica;
il Sambhoga-Kaya corrisponde al Mahayana e si specializza nelle
diverse pratiche Yoga;
il Dharma-Kaya corrisponde al Vajrayana e concerne i riti tantrici più
elevati che permettono di ottenere L’Essere puro, Colui che E’ ( de-kho-na-nyid).
A queste tre vie di approccio il Buddhismo tantrico tibetano aggiunge
cinque sentieri o marga (lam)
che consentono l’accesso al Nirvana.
I cinque cammini, marga, o
mezzi, Yana, sono progressivi adatti
ai livelli degli esseri umani che li seguono e conformi alle loro possibilità.
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Profonde esigenze morali profumano l’ascesi buddhista sin dalle prime
epoche della sua diffusione nel mondo. Le scuole di pensiero hanno potuto
spaziare con le interpretazioni dogmatiche; la scolastica buddhista ha potuto
moltiplicare i punti di vista sottili; le tesi e le antitesi sono state
dibattute all’interno dei diversi Ordini monastici; ma il fondo comune del Buddhismo
è invariabile e la sua ragione d’essere profonda. E’ uno yoga, un’analisi psicologica
introspettiva, una disciplina di pensiero e di condotta rigorosa, una
trasformazione della vita mentale
attraverso una serie di esperienze trascendenti che conducono a stati
indefinibili da concetti logici e indescrivibili dal punto di vista
dell’analisi.
op. cit.
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