martedì 23 giugno 2015

Il nostro corpo è un giardino...

Giverny, ottobre 2014



“ Il nostro corpo è un giardino, la nostra volontà il giardiniere. Possiamo piantarci ortiche o insalata, coltivare issopo o timo, possiamo piantarci erbe o arbusti, lasciarlo inselvatichire o lavorarlo diligentemente: nella nostra libera volontà sta la capacità e la forza migliorativa”
William Shakespeare

lunedì 22 giugno 2015

Cosa cerchi nella vita.....


Cosa cerchi nella vita?
Questa è la domanda vera,
perché quando lo saprai,
avrai uno scopo e quando avrai uno scopo,
avrai anche una direzione.
Steve  Demasco

domenica 21 giugno 2015

Se so che l'amore sono io....


Se so che l’amore sono io e pure il dolore sono io, che la comprensione sono io e pure la sofferenza sono io, allora ne avrò cura. Non sopprimerò la mia sofferenza perché so che posso trasformarla in un fiore…Il fiore esiste perché c’è la sofferenza. Thich Nhat Hanh

venerdì 19 giugno 2015

L'Universalità del Mandala: Sahasrara


Sahasrara, di irene faro



Il Sahasrara è la luna piena, senza il segno della lepre, risplendente come in un cielo chiaro. Emette i suoi raggi a profusione, ed è umida e fresca come nettare. All’interno, costantemente splendente come il lampo, è il triangolo, e all’interno di questo, di nuovo, splende il Grande Vuoto che è servito in segreto da tutti i Sura”
Il potere del serpente, Arthur Avalon

Sahasrara, il “ loto dai mille petali”

E’ localizzato alla fine della sushumna, per alcuni maestri nel mezzo del cervello per altri al di sopra del capo. Appare come un loto di colore bianco dai luminosi filamenti o petali multicolori. All’interno risplende la luna piena e vi è iscritto il triangolo in cui alberga il grande vuoto, origine e dissoluzione di ogni cosa, di cui tutti gli dei sono segretamente servitori.
Il Sahasrara chakra, il settimo e l’ultimo, al di sopra della testa, rappresenta l’apice della meditazione Kundalini: il punto dove  avviene l’unione finale del maschile e femminile, Siva-Sakti, le polarità che si fondono nell’uno; rappresenta il corpo sottile che ha raggiunto la luminosità e qui è l’istante in cui lo yogin, che si è realizzato, abbandona il mondo delle apparenze e raggiunge il nirvikalpasamadhi, che corrisponde alla pura coscienza non duale, infinita e libera.
Ramakrisna, un santo moderno, ci racconta come avviene il processo:

 Le sacre scritture parlano  di sette centri di coscienza. La  mente può dimorare in ciascun centro, ma quando è attaccata alle cose mondane resta nei centri inferiori ( all’ombelico, negli organi sessuali e nel retto). Finché dimora lì non ha ambizioni né visioni più elevate e resta immersa nelle passioni dell’avidità e della concupiscenza. All’altezza del cuore, il quarto cakra  è raggiunto quando la mente impara a dimorarvi, l’uomo ha il suo primo risveglio spirituale e si sente circondato di luce. Alla gola, il quinto, scompare ogni ignoranza. Il sesto centro, sulla fronte, la mente che lo raggiunge vede direttamente Dio giorno e notte, ma conserva ancora una traccia del suo ego. Infine nel settimo chakra, in cima alla testa, lo yogin realizza l’Assoluto, il samadhi: “ Allora l’uomo conosce il Brahman e vi si unisce

L'Universalità del Mandala, di Irene Faro

 

mercoledì 17 giugno 2015

L'Universalità del Mandala: Ajna


Ajna Chakra



Se perciò il tuo occhio è singolo, il tuo intero corpo sarà pieno di luce
Matteo 6:22

Ajna, ” il centro del comando”

Il chakra numero sei è il centro della “vista”, collegato all’elemento luce. Le due nadi, Ida e Pingala, si uniscono alla Shushumna, entrando in questo chakra, ponendo fine alla polarità energetica che scorre ad ogni lato dei chakra inferiori. I petali sono costantemente cresciuti di numero risalendo lungo la Shushumna; ma improvvisamente troviamo due petali nel chakra Ajna.
Esistono molte interpretazioni del loro significato: i due mondi della realtà- manifesta ed immanifesta; le nadi Ida e Pingala, che si incontrano in questo punto. I petali inoltre somigliano ad ali, e simboleggiano la capacità di questo chakra di trascendere il tempo e lo spazio, consentendo allo Spirito di “volare” in luoghi e tempi lontani.
Ajna è localizzato alla base della fronte in mezzo alle sopracciglie, nella posizione del terzo occhio. Esattamente nel punto da cui emerge il serpente ureo nei ritratti dei faraoni egizi. Questo chakra appare come un loto dal colore lunare o viola con due petali ai lati che portano le lettere ham e ksham. Presso il suo centro,seduta su un fiore di loto bianco la radiosa dea Hakini. All’interno del triangolo yoni  c’è un lingam di Shiva, “ splendente come molti fulmini “ che sorregge la sillaba OM, il cui suono diviene pienamente udibile. 
Mantra OM, di irene faro

In questo centro si manifesta la visione di Dio, Saguna Brahman, l’assoluto dotato di qualità.

“ Quando la coscienza raggiunge questo piano, si hanno rivelazioni giorno e notte” scrive Ramakrishna “ E tuttavia una traccia dell’io rimane ancora. Avendo fatto esperienza della manifestazione del Divino, l’uomo, per così dire, impazzisce di gioia e non desidera altro che fondersi nell’Uno che tutto pervade. Ma non può. E’ come vedere la fiamma di una lampada nel suo involucro di vetro: sembra di poterla toccare, ma il vetro si frappone e lo impedisce.” 
Superata la “barriera di vetro” si esplode nella pura luce, nella luce unica, al di là dei nomi e delle forme.
E’ una fusione descritta dal mistico cristiano Meister Eckart: “ L’anima in Dio non ha nulla in comune con alcunché e non è nulla per alcunché…….C’è nell’anima qualcosa di tanto affine a Dio che essa è una sola cosa con Dio, non unita a Lui.” Ma, ed è sempre  Meister Eckhart a rivelarlo, “ L’ultimo e il più alto addio dell’uomo consiste nel lasciare Dio stesso per trovare Dio”




 

domenica 14 giugno 2015

L'universalità del Mandala: Vishuddha




O Devi! O Sarasvati!
Risiedi Tu sempre nel mio discorso.
Risiedi Tu sempre sulla punta della mia lingua.
O Madre Divina, datrice di perfetta poesia.
Swami Sivananda Radha

  
Vishuddha, di irene faro
 Vishuddha, il “Purificatore”

Il chakra numero cinque è il centro del suono, della vibrazione e dell’auto-espressione. E’ il segno della coscienza che controlla, crea, trasmette e riceve la comunicazione, sia in noi stessi che uno con l’altro.
Salendo ci si allontana di un altro passo dallo sato fisico. La comunicazione è il nostro primo livello di trascendenza fisica; la comunicazione è un atto di connessione. E’ uno dei principali unificatori dei chakra superiori. Gli Indù credono che tutta la materia sia fatta di suono. Ad ogni vibrazione, i nostri stessi suoni creano la forma delle cose che ci circondano.
Vishuddha è situato nella gola, all’altezza della tiroide. E’ un loto con sedici petali di un azzurro luminoso il cui elemento è lo spazio o etere, altrimenti noto come Akasha o spirito. In mezzo al suo triangolo centrale, bianco puro, c’è il disco bianco della luna piena, all’interno del quale la sillaba Ham riposa sulla schiena di un elefante bianco, Airavata. 



Custode di questo centro è Shiva nella sua forma ermafrodita detta Ardhanareshvara, Signore per Metà Donna. Accanto a lui la sua dea che in Vishuddha si chiama Sakini.


 
“Questa regione” dice un testo tantrico “ è la porta verso la Grande Liberazione.”  E’ il luogo che i miti di tutto il mondo rappresentano come la soglia custodita da terribili e spaventosi guardiani : il passaggio fra Scilla e Cariddi, lo stretto fra le colonne d’Ercole, l’isola delle Sirene o l’ingresso dentro favolose caverne custodite da draghi.
“ E’ come un filo di rasoio affilato, difficile da attraversare” dice la Katha Upanisad. Chi raggiunge questo chakra di purificazione lascia la turbolenza degli oggetti illusori per avviarsi verso i livelli di illuminazione del sesto e del settimo chakra.
Bija mantra Ham, di irene faro
Nel cuore di ognuno di noi, nonostante le nostre imperfezioni, esiste una pulsazione silenziosa di ritmo perfetto, un complesso di onde e di risonanze, che è assolutamente unico e individuale e nondimeno ci connette a tutte le cose dell’universo. L’atto di entrare in contatto con questa pulsazione può trasformare la nostra esperienza personale e in qualche modo alterare il mondo circostante.
George Leonard


giovedì 4 giugno 2015

L'Universalità del Mandala: Anahata




L’amore nacque per primo;
gli dei non possono raggiungerlo,
o gli spiriti o gli uomini…
lontano come il cielo e la terra si estende,
lontano come l’acqua va,
alto come il fuoco brucia,
tu sei grande, amore!
Il vento non può raggiungerti,
né il fuoco, né il sole, né la luna:
Tu sei più grande di loro tutti, amore!
                 Atharva Veda 9.2.19

Anahata, di irene faro

Anahata,  ” risuonante senza percussione”

E’ localizzato nel cuore ed è il luogo in cui risuona il mistico “suono senza percussione”, eco della prima vibrazione-fremito dell’universo.
Questo suono, si dice, viene udito  all’interno di sé e contemporaneamente all’interno dello spazio. E’ un suono al di là del silenzio, udibile come OM.  Questa vibrazione“ non prodotta dalla percussione di due oggetti, che galleggia in un mare di silenzio è il suono della creazione e viene udito quando la Kundalini in ascesa raggiunge il livello del cuore”.
Anahata viene raffigurato come un loto con dodici petali, di colore verde, il cui elemento correlato è l’aria, rappresentata da due triangoli che si intersecano formando una stella a sei punte, simbolo dell’equilibrio; all’interno è inserita la sacra sillaba  yam
 
Yam, di irene faro
Sotto la sillaba si trova un’antilope, veicolo del dio del vento vedico Vayu. La divinità che presiede a questo centro è Shiva nel suo aspetto gentile e dispensatore di doni. 


La sua shakti è Kakini. Sotto il loto del cuore c’è un loto più piccolo, Anandakanda, in cui c’è il “ celestiale albero dei desideri” dal cielo di Indra, il Kalpataru. E’ qui che hanno origine le prime vibrazioni del suono OM.

Kalparatu
 Questo albero magico contiene i più profondi desideri del cuore- non ciò che pensiamo di volere, ma il grido più profondo dell’anima. Si crede che, quando desideriamo qualcosa da quest’albero, e liberiamo quei desideri, il Kalpataru concede più di quello che si è desiderato, portando alla libertà (moksa).
 In Anahata comincia ciò che Dante chiama ” La Vita Nuova” : si può abbandonare la lotta e tendere verso il bene, la pace, l’amore.
Dal mondo del corpo e della manifestazione si irrompe nella profondità dello spirito. Trascendiamo il nostro ego e ci avviciniamo a qualcosa di più grande, più profondo, più forte.
 Ci espandiamo. 
Abbiamo raggiunto il punto centrale del sistema dei Chakra. E’ il nucleo, lo spirito interiore che unisce tutte le altre forze sopra e sotto, dentro e fuori. E’ il centro dell’ amore. Come spirito e materia sono combinati, così Shiva e Shakti sono uniti all’interno del cuore. Nella loro eterna danza di creazione, l’amore irradia in tutta l’esistenza, dandogli la permanenza che consente all’universo di esistere.



Quando tutti i nodi del cuore sono sciolti, allora anche qua in questa nascita umana, il mortale diventa immortale. Questo è tutto l’insegnamento delle scritture.
Katha Upanisad, II.6.15