venerdì 27 giugno 2014

In partenza per il Ladak....





Parto oggi per il Ladak

per partecipare a Leh all'iniziazione kalachakra,

seguire l'elaborazione del Mandala,

ascoltare l'insegnamento,

penetrare tramite la visualizzazione l'universo di colori e di simboli,

purificare il cuore, i pensieri, lo sguardo

per  inaugurare un cammino di conoscenza e di armonia.






 A tutti coloro che seguono questo blog dedico le parole del  Dalai Lama, XIV del lignaggio, il quale crede fermamente che la simbologia della Ruota del Tempo è strettamente legata al nostro mondo ed alla nostra epoca:

" Noi crediamo fermamente nel suo potere di ridurre le tensioni, noi la riteniamo atta a creare la pace, la pace dello spirito, e di conseguenza a favorire la pace nel mondo. Un giorno, nei secoli a venire, il regno di Shambala potrà chiaramente riapparire nella realtà che sembra essere la nostra, e contribuire all'opera d'insieme che ancora dobbiamo compiere in questo mondo."








            irene faro

lunedì 23 giugno 2014

Il Sacro Mantra " OM MANI PADME HUM "



Om Mani Padme Hum, formula qui incisa su una pietra  con i cinque colori simbolici



Questa litania millenaria è al contempo il simbolo della vita buddista in Tibet e l’espressione di un modo di essere.  I tibetani la pronunciano OM  MANI  PADME HUM, e la sua traduzione più semplice potrebbe essere OM GIOIELLO DEL LOTO HOM. Per il comune fedele, la sua recitazione incantatrice  basta ad assicurare il benessere spirituale qualora la si reciti con sincerità. Per l’adepto colto, la complessità dei molteplici significati di ciascuno dei suoni, presi individualmente o insieme, svela le mille sfaccettature della realtà  o dell’illusione.
L’origine di questo mantra è collegata a Chenrezig - Avalokiteshavara, il Grande Misericordioso. Egli è il protettore per eccellenza del Tibet e si incarna nel Dalai Lama.
Per il praticante Vajrayana o Tantrayana, la prima e l’ultima sillaba hanno fama di essere cariche di potenza e le si deve pronunciare ed utilizzare con estrema cautela.
OM è il corpo, la parola e lo spirito del discepolo e allo stesso tempo del Buddha: simbolizza la loro metamorfosi, così come l’acquisizione del Risveglio.
MANI, il gioiello propriamente detto, esaudisce tutti i desideri e raffigura il fine supremo al quale aspirare. PADME, il loto incarna la saggezza, in particolare quella della perfetta Vacuità. Infine, HUM esprime l’indivisibilità, l’unità indissolubile  di metodo e saggezza.


Bandiere da preghiera - Pomaia, Istituto Lama Tzong Khapa

 
Il Grande Mantra tibetano quindi dice che la pratica di una via, per l’unione inseparabile tra saggezza e mezzi appropriati, può portare a trasformare un corpo, una parola e uno spirito comuni in quelli, perfettamente puri, di un Buddha.
La presenza del Grande Mantra si diffonde ovunque sulle bandiere da preghiera, sulle pietre incise. L’intero popolo tibetano si riconosce in queste parole che l’accompagnano da un’epoca all’altra, e in esse trova forza nelle vicissitudini e nelle sofferenze che la popolazione è stata costretta a subire. Sono il suo specchi magico, la sua protezione, vissute interiormente e supreme tra le parole di potere, poiché questo mantra è indissolubilmente legato al Dalai Lama.





sabato 21 giugno 2014

Tara-Dolma Guardiana, protettrice e Salvatrice **


Tara verde, rappresentazione principale della Grande Protettrice



Quando le Tara sono raffigurate con un colore definito vengono messe in relazione con i cinque Buddha primordiali visti come potenza attiva delle divinità tantriche. Così, in Tibet, la Tara blu porta il nome di Ekajata e sarebbe stata formata dal saggio Padmasambhava che ne fece un’accolita della Tara verde. 
Essa regge in mano una mannaia ed una scatola cranica, rappresentando un significato feroce della dea. La Tara gialla, “quella dalle sopracciglia corrugate”, nata proprio da un corrugamento di sopracciglia di Avalokiteshavara, è a sua volta una forma corrucciata della Tara verde, di cui porta alcuni degli attributi caratteristici quando mostra più braccia ( dorje, corda, arco, conchiglia). Espressione della forza dell’amore della Tara primordiale, Kurukulla la rossa presenta un aspetto calmo, ma l’arco di cui è spesso è munita e la corona di crani ricordano il vigore delle sue azioni.

Dettagli di un thangka con la Tara bianca riconoscibile per i suoi " sette occhi misericordiosi"
 
Dotata dei poteri più diversi, Tara tiene a bada tutte le paure. Basta che il fedele la chiami alla riscossa perché essa arrivi, pronta a salvarlo dalle peggiori situazioni. Essa protegge dalla paura dei leoni, degli elefanti, dei serpenti velenosi e dei briganti. Ma può aprire la porta di un torrione e rompere i ferri che legano un prigioniero o guarire dalla lebbra. E’ in suo potere anche preservare dalla paura della morte, liberare dal dolore, condurre gli aspiranti alla realizzazione suprema. Le viene attribuita un’efficacia senza eguali contro i lampi, la furia delle acque e del fuoco.

 
Thangka tibetano XVIII sec. Tara blu al centro e la blu, rossa, bianca e gialla negli angoli.

Naturalmente tutte le  interpretazioni simboliche di Tara ed i suoi ventuno aspetti si approfondiscono man mano che il  devoto ricercatore avanza sul cammino della conoscenza. Infine il legame tra Chenrezig-Avalokiteshvara e Tara-Dolma fa di quest’ultima una delle più potenti protettrici dei vari lignaggi di saggezza, in particolare dei Dalai Lama. Fine

dettagli di thangka tibetano con la mano di Tara bianca riconoscibile per i suoi " sette occhi misericordiosi"


 Mantra  dedicato a Tara per una lunga vita

"Om Tare Tuttare Ture MamaAyuh
Punya Jnana Pustimkuru Svaha"

venerdì 20 giugno 2014

Tara-Dolma Guardiana, Protettrice e Salvatrice *

Altare dedicato a Tara. Pomaia, Istituto Lama Tzong Khapa




Strettamente associata a Chenrezig  Avalokiteshvara, Tara-Dolma è quasi inseparabile dal Bodhisattva della compassione.  Essa personifica l’aspetto femminile della sollecitudine e lo assiste attivamente. Considerata come la forza, la potenza o l’energia della divinità, ha come Chenrezig un’essenza dinamica. Per questo viene rappresentata sotto ventuno forme diverse, che variano per il colore, la postura e gli attributi, sebbene significhi sempre e soprattutto “ Colei che Salva”.
Varie leggende si riallacciano alla sua nascita. Alcuni dicono che sia nata da una lacrima di Avalokiteshavara, rimasto per un istante sbigottito davanti all’ampiezza della sua missione, altri raccontano che l’avrebbe generata un raggio azzurro emanato dall’occhio della divinità, altri che da una lacrima di Chenrezig sia spuntato un loto sul quale sarebbe subito apparsa Tara. E’ in Tibet che essa raccoglie il maggior numero di fedeli, resa popolare dalla devozione che le tributava Atisha, di cui era la divinità popolare.

 
TARA, La grande divinità. Pomaia, Istituto Lama Tzong Kapa


Sono in particolare due le Tara più diffuse: la bianca e la verde. Entrambe sono vestite come dei Bodhisattva riccamente decorate, collocate su troni di loto e con in mano un fiore di loto, sbocciato per la Tara bianca e semi-aperto e blu per la Tara verde.
La Tara bianca, a volte chiamata Sita-Tara, si distingue nei bronzi o negli altri materiali scultorei non colorati, per i suoi sette occhi: un paio normale, un’occhio in ciascuna mano, uno su ogni pianta del piede e uno in fronte. E’ considerata la protettrice per eccellenza del paese, guardiana delle tradizioni buddhiste e salvatrice per i fedeli, che non esitano a lanciarle appelli di soccorso anche per i problemi minuti della vita quotidiana.


TARA BIANCA La ruota che esaudisce i desideri - dipinto di Isia Osuchowska
 Mantra
Om Tare Tuttare Ture Soha
Tara Bianca siede a gambe incrociate su di un loto e un sedile di luna. Le sue particolari caratteristiche sono i sette occhi- il terzo occhio sulla fronte e gli altri sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi. Come gli occhi di Avalokiteshvara nella manifestazione ad undici teste, gli occhi di Tara Bianca le permettono di osservare con cura gli esseri di tutti i reami dell'esistenza con chiara saggezza e profonda compassione. Tara Bianca è specificatamente connessa alle pratiche che consentono di prolungare la durata della vita e di eliminare gli ostacoli che minacciano l'esistenza.
Immagine eseguita seguendo fedelmente le istruzioni della Sadhana data da Ghesce Ciampa Ghiatso 

 ......continua

mercoledì 18 giugno 2014

Mi sono moltiplicato....





Mi sono moltiplicato per sentire,

per sentirmi ho dovuto sentire tutto.

Sono straripato, non ho fatto altro che traboccarmi,

mi sono spogliato, mi sono dato,

e in  ogni angolo della mia anima

c'è un altare

ad un Dio differente.

Alvaro de Campos " Passaggio delle ore"



lunedì 16 giugno 2014

Avalokiteshvara, Colui che ascolta le preghiere del mondo **



Mandala di Avalokiteshvara, Cina o Mongolia sec. XIX




Secondo la leggenda, il Bodhisattva Avalokiteshvara guardava un giorno il mondo e ciò che vide  lo colpì a tal punto, che la sua testa scoppiò letteralmente di dolore davanti al gravoso compito che lo aspettava.  Il Buddha primordiale Amitabha “ della luce infinita” ne raccolse i brandelli e con essi plasmò undici nuove teste che Avalokiteshvara porta su tre corone successive, ciascuna di tre volti. La prima riflette la compassione, la senconda il dolore per lo smarrimento del mondo, la terza la gioia generata dal bene, l’ultima testa è quella del Buddha Amitabha.
Cenrezig  possiede , grazie alle sue mille braccia,  un grande potere di irraggiamento del bene e di un alleggerimento dei mali di cui soffrono gli esseri dei Sei Regni dell’esistenza. Sotto forme diverse è Lui che dispensa conforto agli animali, agli spiriti famelici e naturalmente agli uomini. Questi ultimi sono i privilegiati, poiché sono dotati di coscienza, sono i soli ad avere il grande privilegio di potere aprire gli occhi e scegliere di seguire la via del Risveglio che conduce a liberarsi dalle illusioni e dall’attaccamento.
Agli occhi dei tibetani il Dalai Lama è un’incarnazione di Avalokiteshvara il Grande Misericordioso, e la venerazione che gli viene tributata è rivolta tanto a Lui quanto all’illustre divinità di cui egli è il rappresentante vivente nel mondo degli uomini.

Avalokiteshvara  Cenrezig