giovedì 28 novembre 2019

Ti hanno condizionato con l'idea di un'unica vita....








Ti hanno condizionato con l’idea di un’unica vita. L’idea cristiana. L’idea ebraica, l’idea musulmana- c e suonare il tuo flauto, puoi danzare e cantare e suonare il tuo flauto che tutte radici nella concezione ebraica di un’unica vita- hanno dato all’Occidente una folle passione per la velocità. Ogni cosa deve essere fatta con tale fretta che non si prova piacere nel farla….L’uomo occidentale ha una concezione della vita molto sbagliata: una concezione che ha creato tensione nelle menti delle persone che non riescono a sentirsi a proprio agio in nessun posto, sono sempre in movimento e sempre preoccupate a quando arriverà la fine. Vogliono tutto prima della fine. Ma il risultato è esattamente l’opposto: non riescono a fare nemmeno poche cose che abbiano grazia e bellezza, che siano perfette. La loro vita è talmente offuscata dalla morte che non sono in grado di vivere con gioia..non riescono a stare seduti in silenzio…..Era destino che la meditazione fosse scoperta in oriente , a causa dell’idea della vita eterna, dell’idea che puoi rilassarti. Puoi rilassarti dalla paura, puoi gioire e suonare il tuo flauto, puoi godere l’alba ed il tramonto. Puoi gioire per tutta la vita. Non solo, puoi gioire anche morendo, perché anche la morte è una grande esperienza, forse la più grande esperienza della vita. E’ un crescendo.
Nella concezione occidentale, la morte è la fine della vita. Nella concezione orientale la morte è solo un evento bellissimo nel lungo processo della vita; ci saranno tante e tante altre morti. Ogni morte è il culmine della tua vita, prima che un’altra vita cominci - un’altra forma, un altro corpo,  un’altra consapevolezza. Non sei giunto alla fine, stai solo cambiando casa.
Osho

mercoledì 27 novembre 2019

La prima cosa che devi ricordare è che la vita non finisce....








La prima cosa che devi ricordare è che la vita non finisce. La vita è eterna, quindi non c’è bisogno di avere fretta alcuna. Con la fretta puoi solo perdere delle cose. Hai mai visto fretta nell’esistenza? Le stagioni giungono quando è il loro tempo, i fiori sbocciano quando è il loro tempo, gli alberi non si affrettano a crescere velocemente perché la vita è corta. Sembra che l’intera esistenza sia consapevole dell’eternità della vita. Siamo sempre stati qui e saremo sempre qui. Naturalmente non con le stesse forme e gli stessi corpi. La vita continua ad evolversi, raggiungendo stati più elevati. Ma non c’è nessuna fine in nessun luogo e nessun inizio in nessun luogo. Tu esisti tra una vita senza inizio e una vita senza fine. Sei sempre in mezzo ad una eternità, da una parte e dall’altra.
Osho

lunedì 18 novembre 2019

Il vero mantra non te lo può dare nessuno....




I
Il vero mantra non ce lo può dare nessuno. Non è una cosa che si riceve, è una cosa che sgorga  da dentro. Deve uscire da dentro, di colpo, spontaneamente, come un bisogno profondo e intenso dell’essere: allora dentro c’è il potere. Perché allora non è una cosa che viene da fuori, è il tuo vero grido.
E, per me, io l’ho visto il mio mantra, e il potere d’immortalità; se uno lo pronuncia, qualunque cosa succede è il supremo che domina, non la legge inferiore. Ma le parole non hanno importanza, possono anche non voler dire niente- per un altro il mio mantra non significa niente, ma per me è pieno zeppo di significato. Ed è efficace perché è il mio grido, è l’aspirazione intensa di tutto l’essere.
Il mantra dato dal guru ha soltanto il potere di realizzare l’esperienza ottenuta da chi ha scoperto quel mantra. Dentro c’è automaticamente il potere perché il suono contiene l’esperienza. L’ho visto una volta a Parigi in un’epoca in cui non conoscevo niente dell’India……Durante una conferenza il conferenziere ha pronunziato il suono OM..Allora ho visto tutta la stanza riempirsi di luce improvvisa, vibrante…l’esperienza si è ripetuta altre volte. Allora ho capito. Quel suono contiene la vibrazione di migliaia e migliaia di anni di aspirazione spirituale.




 L'Agenda di Mére - IV volume 
11 maggio 1963  - pag. 147-148

sabato 16 novembre 2019

OM NAMO BAGHAVATE'






Mére fin da quando aveva iniziato lo yoga del corpo s’era accorta del potere ripetitivo insito nella sostanza cellulare; si era perciò detta che le cellule erano capaci di ingranare nella materia un certo tipo di vibrazione- solare, luminosa, espansiva come l’amore- al posto del solito modo vibratorio chiuso in se stesso, sordidamente pessimista e mortale, allora forse si sarebbe scoperto il potere di conferire alla sostanza cellulare un nuovo principio di coesione non più basato su un’abitudine mortale, ma divina. Invece di avvolgersi alla morte, bisognava che la cellula svolgesse il filo dell’eterna vita.
Mére si era dunque messa a ripetere un mantra, il suo mantra, che evocava per lei quel supremo amore che è la vita suprema.
Si comincia a ripetere il mantra , o la vibrazione, nella testa o attraverso la memoria mentale, e a poco a poco la vibrazione penetra in tutti gli strati dell’essere: nel cuore, nelle sensazioni, nei movimenti e fin giù nella memoria del corpo. Una volta che il mantra si è fissato nel corpo non se ne distacca più: il corpo lo ripete, anzi, invariabilmente del solito “ oh, sarà un cancro! oh, è la gravitazione, oh…” insomma di tutti i piccoli oh! Che rendono un corpo abitudinario e mortale.

60.46- Il corpo ha un potere in sé. Obbligando il corpo a ripetere un suono lo obblighiamo al tempo stesso a ricevere la vibrazione corrispondente. Ma occorre che le parole abbiano una vita in sé stesse ( non intendo un significato intellettuale, no, niente del genere: ma una vibrazione). L’effetto è straordinario: il corpo si mette a vibrare, a vibrare, a vibrare…)
60.209 – Ho constatato che il mantra ha un potere di organizzazione sul subconscio, sull’ inconscio, sulla materia, sulle cellule del corpo, su tutto. Ci vuole un certo tempo, ma è proprio grazie al suo ripetersi, alla sua ostinazione, che finisce per agire. Ha lo stesso effetto degli esercizi quotidiani quando si studia il pianoforte. Una ripetizione meccanica che finisce per riempirti le mani di coscienza- per riempire il corpo di coscienza.
Cominciamo allora a capire quale potrebbe essere il nuovo principio di accentramento delle cellule.
63.107- E’ come trovarsi sulla soglia di una fantastica realizzazione, che dipende però da una cosa piccolissima.
Il mantra di Mére è composto di sette sillabe:
OM  NAMO  BHAGAVATE’
E per tutti coloro che cercano di trovare la materia qual è davvero, spoglia di tutti i falsi materialismi, che vanno di pari passo con tutti i falsi spiritualismi. Forse si tratta di trovare proprio lo spirito racchiuso nella materia.
Da: Satprem , La mente delle cellule- ed. Mediterranee ( lo scritto in corsivo è tratto da : L’agenda di Mére)

martedì 12 novembre 2019

L' errore è una delle infinite possibilità...****




Solo che...bisogna essere sinceri, cioè volere DAVVERO che le cose vadano così. Bisogna essere perfettamente coscienti di non poterci fare niente, di non essere buoni a nulla. Io ho  sempre di più l'impressione  che questo amalgama di materia, di cellule, tutta questa roba qui, è una cosa che fa pena! Fa pena sul serio. Non so se esistono situazioni in cui uno si possa sentire potente, stupendo, luminoso, bravo...Posso solo dire che se uno lo crede è solo perché non sa in che stato si trova davvero! Ma appena uno vede realmente di cosa è fatto..allora tutto si riduce a zero, proprio a zero! Certo uno può solo riuscire a tutto, purché lasci fare al Signore. Però c'è sempre qualcosa che vorrebbe fare da sé , ecco il guaio.

Agenda di Mére 3 vol. pag 423, 424

L ' Errore è una delle infinite possibilità....***




Ti trovi di fronte ad un'altro problema: " che cosa bisogna dire"? Che cosa bisogna fare? com'è che bisogna comportarsi?..Beh non c'è niente da fare, proprio niente! C'è solo da dire al Signore: 
" ecco, vedi, com'è" Tutto qui, e te ne resti calmo. E poi con la massima spontaneità, senza star lì a pensarci su e a riflettere, senza fare calcoli né niente, senza il minimo sforzo...fai esattamente quello che devi fare. O per meglio dire è il Signore  che lo fa, non sei più tu. E' Lui a farlo, a sistemare le circostanze, le persone, a metterti in bocca le parole che devi dire, a farti venire fuori dalla penna le parole che devi scrivere. E' Lui a fare tutto, tutto, tutto,- noi non dobbiamo fare più niente, solo lasciarci vivere nella beatitudine e basta.
Sto convincendomi però che la gente non la vuole proprio una cosa del genere.

Ma è a far piazza pulita che è duro, difficile: tutto il lavoro di sgombero che bisogna fare prima

Ma non è necessario! E' Lui a farlo per te 

Ma è un'invasione continua della vecchia coscienza, dei vecchi pensieri....

Si, cercano di rispuntare sempre fuori per forza di abitudine. Ma basta solo dire :" Signore,vedi...Tu vedi, vedi com'è, Tu lo vedi, vedi che povero stupido sono" ed è fatta. Di colpo tutto cambia automaticamente da così a così! Di colpo, sì.....tutto cambia automaticamente da così a così. Senza il minimo sforzo!
cont.

L ' Errore è una delle infinite possibilità....**


         


C'è solo una cosa da dire: se davvero uno vuole sinceramente venirne fuori, in fondo non è difficile. Non occorre fare niente, basta lasciar fare tutto al Signore. E Lui lo fa. Fa tutto Lui, tanto  meraviglioso! Tanto è meraviglioso! Il signore si serve di qualunque cosa, anche di quella che noi chiamiamo un'intelligenza comunissima, e poi semplicemente ti insegna a metterla da parte, la tua intelligenza, a farla stare buona: " Ecco da brava, mettiti tranquilla, non agitarti più, non seccarmi, non ho bisogno di te"
Allora si apre una porta, senza che uno abbia l'impressione di doverla aprire: eccola lì spalancata, e ti ritrovi dall'altra parte.
Ma è qualcuno a farlo, non sei tu. E poi allora diventa impossibile  continuare nell'altro modo.
Tutto questo...ah com'è spaventoso il lavorio della mente che si sforza di capire, che si affatica..Completamente inutile non serve a niente di niente - serve solo a imbrogliare le carte.
  op.cit.   cont.

L ' Errore è una delle infinite possibilità.....*



L'errore è una delle infinite possibilità - "infinite" nel senso che che niente è fuori delle infinite possibilità di essere. Allora come ci può essere posto per l'errore? L'errore siamo NOI a chiamarlo così; ma è un modo di dire assolutamente arbitrario. Noi diciamo: questo è un errore- ma rispetto a che? Ma rispetto a che? Rispetto al nostro giudizio che un'altra cosa è vera?; non certo rispetto al giudizio del Signore, dato che l'Errore è parte integrante di Lui!
Non sono molte le persone in grado di reggere a questo ampliamento di comprensione.
Sai appena mi metto a guardare ( Mère chiude gli occhi) vedo due cose insieme: un sorriso, appunto, una gioia, una risata, e poi...una pace! Una pace così Piena, così luminosa e totale, dove non esistono più conflitti, : solo un'Unica armonia luminosa, che comprende tutto quello che noi chiamiamo errori, sofferenze, miserie. Un'armonia che non elimina niente. E' un'altro modo di vedere.  cont...

Agenda di Mére , 3 vol. - pag : 423, 24


sabato 9 novembre 2019

The world is a spiritual paradox...






But how shall I seek rest in endless peace
Who house the mighty Mother's violent force,
Her vision turned to read the enigmaed world,
Her will tempered in the blaze of Wisdom' s sun
And the flaming silence of her heart of love?
The world is a spiritual paradok
Invented by a need in the Unseen,
A poor translation to the creature's sense
Of That which for ever exceeds idea and speech,
A simbol of wath can never be symbolised,
A language mispronounced, misspelled, yet true.

Come potrei voler riposo in una pace senza fine,
io che ospito la forza  violenta dellaMadre,
la sua visione intenta a decifrare questo mondo di enigmi,
il suo volere temprato alla vampa del sole di Saggezza
e il silenzio di fiamma del suo cuore amoroso?
Il mondo è uno spirituale paradosso
inventato da un bisogno del Non- visto,
povera traduzione per i sensi delle creature
di Quello che per sempre è al di là di ogni senso e parola,
simbolo di ciò che nessun simbolo può esprimere,
linguaggio mal pronunciato, distorto eppure vero.
I suoi poteri son discesi dalle eterne altezze
per immergersi nell'oscuro Abisso d'incoscienza
e da lì uscire per compiere il loro splendido lavoro.

Savitri ( Libro 10, Canto 4, p, 647)