giovedì 31 marzo 2011

Tutto ciò che il potere del mondo fa lo fa in un circolo




Per gli indiani Pueblo, i coraggiosi coloni del Sudovest, la struttura fondamentale della loro religione era il concetto basilare che ciascun uomo doveva mantenersi in armonia con Dio e con il creato.
Il primo sintomo di disarmonia era la malattia e quindi le cerimonie si centravano sulla guarigione dei pazienti, con lo scopo di alleviare non solo le loro pene, ma anche quelle di tutti gli altri componenti del gruppo.
Nel corso di alcuni riti i Pueblo disegnavano con colori in polvere composizioni circolari astratte di carattere sacro sul pavimento dei loro Kiva.
Quando le bellicose tribù Navaho conquistarono e sottomisero i pacifici Pueblo, ne copiarono i riti mischiando la loro mitologia nordica a quella ricchissima delle popolazioni del Sudovest fino a dar vita ad un insieme di miti di elevatissima qualità poetica

Le composizioni all'interno dei Kiva si trasformarono nelle famose " pitture sulla sabbia", che consistono di centinaia di disegni simbolici riprodotti a memoria con la stessa cura e concentrazione con cui un monaco tibetano realizza il suo mandala di sabbia.

Più che pitture esse sono in realtà degli altari, sui quali i Navaho raffiguravano oggetti sacri stilizzati, utilizzando solo la destra per sistemare i colori e iniziando sempre dal motivo centrale, procedendo verso l'esterno.

Le forme che cambiavano a seconda della cerimonia in corso, erano unificati dal concetto fondamentale della guarigione degli ammalati, ma venivano eseguite anche per invocare la pioggia e assicurare il raccolto.






Le pitture sulla sabbia variavano a seconda dei canti e delle cerimonie.
Le cerimonie che duravano a lungo- alcune protraendosi per nove giorni e nove notti- richiedevano pitture diverse ogni giorno.
Alla fine di ogni cerimonia giornaliera, la pittura sulla sabbia di quel giorno veniva distrutta e ne veniva eseguita una nuova.


Le analogie con il mandala Kalachakra sono sorprendenti


Tempi luoghi culture diverse e distanti

uniti dallo stesso simbolo

Il Cerchio












lunedì 28 marzo 2011

Tutto ciò che il potere del mondo fa lo fa in un circolo





Nella cultura degli indiani d'America la Ruota di Medicina è un elemento fondamentale di coesione, denso di profondi significati. In essa tutto ha inizio e fine. Il cerchio sacro è disegnato sulla terra, perché è proprio grazie alla terra che gli esseri umani si nutrono, sulla terra vivono, nella terra ritornano. Ma nel cerchio sacro si realizza anche la relazione con il creato e con Wakan Tanka, Il Grande Spirito.

Ancora una volta il cerchio
come simbolo dell'Universo
ancora una volta una Ruota
come simbolo dell'eterno movimento dell'uomo
all'interno del creato.


Secondo gli indiani l'uomo nasce su uno dei segmenti della ruota; in una delle quattro direzioni e da queste dipendono le sue qualità o i suoi limiti, solo il viaggio nella ruota può condurlo alla realizzazione di sé stesso come uomo.
Il nord, il luogo degli anziani, gli darà conoscenza e saggezza
nell'ovest apprenderà la direzione dello sguardo interiore
al sud percepirà i sentimenti profondi del cuore
ad est intuirà la direzione spirituale della visione delle origini




".....Avete osservato che tutto ciò che un indiano fa è in un circolo, e questo perché il potere del mondo sempre lavora in circoli, e tutto cerca di essere rotondo. Nei tempi andati, quando eravamo un popolo forte e felice, tutto il nostro potere ci veniva dal cerchio sacro della nazione e finché quel cerchio non fu spezzato, il popolo fiorì. L'albero fiorente era il centro vivente del cerchio, e il circolo dei quattro quadranti lo nutriva.
L'est dava pace e luce, il sud dava calore, l'ovest la pioggia, il nord con il suo vento freddo e potente dava forza e resistenza.
Tutto ciò che il potere fa lo fa in un circolo.
Il cielo è rotondo ed ho sentito dire che anche la terra è rotonda come una palla, e così sono anche le stelle. Il vento quando è potente soffia in turbini. Gli uccelli fanno i loro nidi circolari, perché la loro religione è la stessa della nostra. Il sole sorge e tramonta sempre in circolo. La luna fa lo stesso e tutti e due sono rotondi.
Perfino le stagioni sono un grande circolo nel loro mutamento, e sempre ritornano al punto di prima. La vita dell'uomo è un circolo, dall'infanzia all'infanzia, e lo stesso accade con ogni cosa dove un potere si muove.
Le nostre tende erano rotonde, come i nidi degli uccelli, e inoltre erano disposte sempre in circolo, il cerchio della nazione, un nido di molti nidi dove Wakan Tanka- il Grande Spirito- voleva che noi covassimo i nostri piccoli..."

da
" Alce Nero parla"






sabato 26 marzo 2011

la via del mandala





..... ieri era solo l'inizio di un lungo percorso l'inizio di una condivisione di conoscenze e di esperienze sul mandala e con il mandala che vorrei condividere con tutti coloro che lo utilizzano lo apprezzano lo studiano o lo ignorano

Eludendo i limiti posti dallo spazio e dal tempo
, volti al passato, immersi nel presente, proiettati nel futuro

Mai come adesso l'umanità ha bisogno del potere risanante del mandala. Il nostro mondo diviso e lacerato invoca a gran voce quella forza aggregante che costituisce il più grande potere della sua geometria simbolica.


L'uomo occidentale, probabilmente innamorato dell'idea di poter determinare e decidere individualmente ogni cosa in ogni istante, ha ignorato i mandala così a lungo proprio perchè essi gli mostrano chiaramente il quadro della sua vita e la forte componente di predeterminazione.


Ma molti di noi desiderano essere parte del cerchio mandala, proiettati verso il centro, il punto aldilà dello spazio e del tempo, definito dalla
Chandogya Upanisad :
" ..
Questo Sè dentro il mio cuore, che è più piccolo di un chicco di riso..o del centro di un grano di miglio, è più grande della terra, più grande dello spazio, più grande del cielo, più grande di tutti i mondi".

Entrare in contatto con il proprio centro ci consente di scoprire cosa si nasconde in ciascuno di noi. Ricentrarsi significa recuperare l'energia per gestire meglio le propie risorse.
In un'epoca in cui prevale l'"avere" sull "essere", bisogna ritrovare l'entusiasmo di percorrere la via che porta all'interno, al nostro centro spirituale.
I mandala ci possono mettere in contatto con la nostra profonda saggezza interiore, aiutandoci ad esprimere ciò che siamo realmente.

La via del mandala può diventare una celebrazione del dono stesso della vita, un'opportunità per crescere, per amare e per essere.

giovedì 24 marzo 2011

L'universalità del mandala

In tutte le epoche gli uomini hanno ricercato l'unità, la perfezione
L'unica immagine durevole che è riuscita a rappresentare questo ideale
in tutto il mondo è il CERCHIO

Se consideriamo la nostra storia biologica scopriamo di derivare da un piccolo uovo rotondo, avvolto nello spazio sferico dell'utero. Entriamo nel mondo attraverso un'apertura circolare e ci ritroviamo su un pianeta di forma sferoidale che segue un'orbita circolare attorno al sole, la cui forma è un cerchio. Se osserviamo in profondità la materia, scopriamo un altro universo i cui elementi si muovono vorticosamente in percorsi circolari.

L'esperienza subliminale del movimento circolare è iscritta nel nostro corpo.
Siamo perciò predisposti ad interagire con la forma circolare e condividiamo questa predisposizione con tutta l'umanità presente e passata.
Ma anche tutta la natura si manifesta attraverso la forma circolare. La sezione orizzontale di ogni singolo stelo, ramoscello arbusto, tronco è un cerchio mandala. La perla è un mandala, e ogni fiore è un mandala e infinite sono le strutture circolari che avvolgono come una ragnatela lo spazio. Questa la ragione perché gli uomini hanno adottato da tempi immemorabili il cerchio come simbolo della coscienza, della vita e della morte, come luogo di rinascita e guarigione e come la primordiale forma dell'universo.
Si ritrovano miti creazionistici fondati sull'idea del cerchio in Europa, in Africa nelle Americhe e principalmente nella cultura orientale.
Il cerchio è dunque un motivo risonante con le più profonde intuizioni dell'umanità.



" ..Pose una sfera che ruota circolarmente, unica e solitaria, ma a motivo della sua perfezione capace di essere compagnia a se stessa, senza bisogno di amicizia o vicinanza alcuna..." Platone

".....Sin dall'inizio - abbiamo più volte rilevato- la filosofia mostra che il TUTTO è un Circolo: dall'unità originaria divina che contiene in sé tutte le cose deriva l'universo, e la derivazione è insieme divisione dell'unità nella molteplicità delle cose e ritorno dell'universo nell'unità da cui è uscito..." Plotino