venerdì 21 dicembre 2018

Vieni sempre Signore.....


Vieni sempre Signore


Vieni di notte, ma nel nostro cuore è sempre notte:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni in silenzio, noi non sappiamo più cosa dirci:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni in solitudine, ma ognuno di noi è sempre più solo:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni figlio della pace, noi ignoriamo cosa sia la pace:
e dunque vieni sempre, Signore.

Vieni a liberarci, noi siamo sempre più schiavi:
e dunque vieni sempre Signore.

Vieni a consolarci, noi siamo sempre più tristi:
e dunque vieni sempre Signore.

Vieni a cercarci, noi siamo sempre più perduti:
e dunque vieni sempre Signore.

Vieni, tu che ci ami, nessuno è in comunione col fratello
se prima non è con te, o Signore.

Noi siamo tutti lontani, smarriti,
né sappiamo chi siamo, cosa vogliamo:

vieni, Signore. Vieni sempre, Signore.
(Davide Maria Turoldo)


BUON NATALE  


martedì 18 dicembre 2018

Nascita, vecchiaia, malattia e morte....






Nascita, vecchiaia
Malattia e morte:
Fin dall'inizio
E' questo il modo in cui
Le cose sono sempre andate.
Qualsiasi idea
Di liberarti di questa vita
Non farà che avvicinarti più stretto
Nelle sue spire.
Chi dorme
Cerca un Buddha,
Chi è turbato
Si volge alla meditazione.
Ma colui che sa
Che non c'è niente da cercare
Sa anche che non c'è niente da dire.
E tiene chiusa la bocca.
Ngoc Kieu

sabato 15 dicembre 2018

Fidarsi della propria vera natura....






Uno studente di Zen andò da Bankei e gli espose un suo problema: 
 «Maestro, io ho certe collere irrefrenabili. Come posso guarirne?»
 «Hai qualcosa di molto strano davvero» disse Bankei. Fammi dunque vedere di che si tratta». 
 «Bè, così su due piedi non posso fartelo vedere» rispose l’altro.
 «Quando potrai farmelo vedere?» domandò Bankei.
 «Salta fuori quando meno me lo aspetto» rispose lo studente. 
 «Allora,» concluse Bankei «non dev’essere la tua vera natura. Se lo fosse, potresti mostrarmelo in qualunque momento. Quando sei nato non l’avevi, e non te l’hanno dato i tuoi genitori. 
Pensaci un pò sopra!

giovedì 13 dicembre 2018

Generalmente si pensa che una foglia sia nata in primavera....





Generalmente si pensa che una foglia sia nata a primavera, ma Gautama vide che esisteva già da tanto, tanto tempo nella luce del sole, nelle nuvole, nell’ albero, in se stesso. Comprendendo che quella foglia non era mai nata, comprese che anche lui non era mai nato. Entrambi, la foglia e lui stesso, si erano semplicemente manifestati. Poiché non erano mai nati, non potevano morire. Questa visione profonda dissolse le idee di nascita e morte, di comparsa e scomparsa; e il vero volto della foglia assieme al suo stesso volto, divennero manifesti. Vide che è l’esistenza di ciascun fenomeno a rendere possibile l’esistenza di tutti gli altri fenomeni. L’uno contiene il tutto, e il tutto è contenuto nell’uno. La foglia e il suo corpo erano una cosa sola. Nessuno dei due possedeva un sé permanente e separato, nessuno dei due poteva esistere indipendentemente dal resto dell’universo…”


Da: “Vita di Siddhartha il Buddha” di ThichNhatHanh

Ma l'universo è mai invecchiato...








Cezanne - La montagna Saint Victoire


Ma l'universo è mai
invecchiato?
Verde è la montagna
aldilà 
del cielo.
Shitao

venerdì 30 novembre 2018

La cattiva reputazione è un'arma.....








La cattiva reputazione è un’arma molto potente da usare nella vostra pratica. Come disse una volta un geshe Kadampa: "Le critiche distruggono i vostri errori; spazzano via immediatamente i vostri errori. Le lodi, al contrario, fanno gonfiare il vostro ego e alimentano l’orgoglio".
Geshe Kharag Gomchung inoltre ha detto: "Le condizioni avverse sono come l'amico virtuoso e gli ostacoli sono l'ispirazione per praticare la virtù".
Trasformare le circostanze sfavorevoli in felicità, considerandole positive e utili, fa parte del sentiero per l’illuminazione. In che modo? Meditate sull'amorevole gentilezza e sulla bodhicitta e distruggerete il vostro ego e il vostro egocentrismo, che sono la causa di tutti gli ostacoli. Usate tutte le critiche che ricevete e la cattiva reputazione, vere o false che siano, per distruggere il vostro ego e il vostro egocentrismo. Finché nel vostro cuore c’è esclusivamente la preoccupazione per voi stessi, non potrete mai raggiungere l'illuminazione ed essere di beneficio per tutti gli esseri senzienti. Per questo arriverete a provare una sincera gratitudine per la gentilezza di chi vi aiuta a distruggere il vostro ego: chi vi critica non è un nemico, ma l’amico più gentile!
Lama Zopa Rinpoche 

mercoledì 28 novembre 2018

La meditazione ci aiuta a guarire....








La meditazione aiuta a guarire molti disturbi emotivi e a interrompere il circolo vizioso verso cui ci conduce la depressione. Permette, a poco a poco, di vedere più chiaramente in se stessi, aiutandoci a sviluppare la concentrazione, l'attenzione e la consapevolezza di ciò che sta accadendo dentro di noi. Impariamo a cogliere i pensieri e i sentimenti che ci attraversano e osserviamo i loro meccanismi. Vediamo come nascono, si amplificano, perdurano e poi svaniscono. Ci familiarizziamo con loro, li mettiamo in prospettiva. I pensieri affiorano e scompaiono nella vostra mente, e li osservate così come guardereste le nuvole nel cielo, senza cercare di trattenerli come fate di solito. La meditazione ci aiuta ad analizzare le situazioni o le nostre relazioni con gli altri in modo tollerante ed empatico. Ci rendiamo conto che siamo tutti interdipendenti e che condividiamo tutti la stessa aspirazione alla felicità. La sensazione di vicinanza che si crea in questo modo agisce sul nostro ego riducendone le tendenze abituali. Ci sentiamo meno soli, il che riduce le nostre ansie, paure e sofferenze. La meditazione regolare, per esempio sulla compassione, ha una inimmaginabile virtù protettiva sulla mente e promuove le relazioni con il prossimo, sviluppando in noi serenità e pace mentale. Grazie a questa pratica è quindi possibile superare l'ansia e la paura di vivere, i problemi relazionali e la depressione. Più apriamo la nostra mente, meglio ci sentiamo.
- Sua Santità il XIV Dalai Lama -

martedì 20 novembre 2018

Essere in contatto con il centro....









"Immagina un cerchio, e immagina che ne stai percorrendo la circonferenza. Qualunque sia il punto in cui cominci il percorso, quello è il tuo inizio. Ma, una volta che cominci a muoverti, non c'è fine; continui a girare in tondo. Se vuoi uscir fuori dal cerchio senza fine, devi essere consapevole che il cerchio ha un centro e che tu devi stare in quel centro, invece che lungo la circonferenza.

Cos'è questo centro? È la realtà che risiede permanentemente nel Cuore di tutti gli esseri. È la coscienza, è verità e amore. Tutti devono conoscere questo centro, se vogliono smettere di girare in tondo all'infinito, spostandosi continuamente da un punto all'altro. Non ci sono punti in quel centro e, quindi, non c'è movimento. Quando arrivi al centro, per te è finito tutto. Non c'è né inizio né fine nel centro, perchè lì cessa ogni direzione, distinzione e movimento. In questo mondo riusciranno a non essere frantumati quelli che sono vicini al centro, vicini al Cuore del loro stesso essere. Chi si allontana dal centro rimane schiacciato. La maggior parte della gente si distanzia dal centro e, per questo solo motivo, soffre. La cosa migliore è stare vicino al perno e rimanere lì, immobili. Se rimani lì, il mondo ti girerà attorno, ma non ne verrai schiacciato e frantumato. Se riposi in quel centro, il mondo non potrà turbarti o toccarti in alcun modo"Poonja, maestro Vedantino


Questo centro è quello spazio interiore nel quale lavoriamo durante la pratica meditativa. Non siamo abituati a mantenere per un certo lasso di tempo il contatto con esso. All'inizio è una fatica, pur tuttavia capiamo subito che è la nostra origine, la fonte di energia, la sede della nostra autenticità. Allora, con il tempo, diventerà relativamente semplice tornare ad essa nel momento della meditazione. Il grande problema è che nella vita quotidiana, negli incontri molteplici che si hanno durante una giornata, questo centro viene pressoché dimenticato, messo da parte: siamo continuamente sballottati qua e là, tra un temperamento e l'altro; siamo decentrati, dimentichi di noi stessi. Il lavoro, il grande lavoro, consiste allora nel riuscire a mantenere un contatto costante con il nostro centro anche durante i nostri incontri più o meno casuali: questo non per chiudersi al mondo, ma per viverlo in consapevolezza e tranquillità. Un mondo vissuto in questo modo si apre a noi nella sua sfolgorante bellezza.








venerdì 16 novembre 2018

Bruciato l'incenso.....






Bruciato l'incenso, risuona ancora la campana di pietra.
Davanti a quei petali profumati, ultimo splendore dell'anno,
Perché stupirsi che gli alti steli si facciano così rari?
Stamane l'inchiostro che pongo sulla tela sa già di inchiostro.
Shitao (1642-1707)

lunedì 12 novembre 2018

Tempo grigio, tempo chiaro, aurora...






Tempo grigio, tempo chiaro, aurora, crepuscolo, mutamento incessante:
Al grande Vuoto ho appreso ad affidare il mio umile corpo.

Sorgendo dall'Origine senza un disegno, e ritornandovi senza rimpianto,

Le nubi somigliano all'uomo che le contempla. 

Su Dongpo (1035 - 1101)

sabato 10 novembre 2018

La mente è irrequieta, instabile, difficile...





La mente è irrequieta, instabile, difficile
da tenere a bada, ardua da controllare.
Il saggio la raddrizza,
come l'arciere raddrizza la freccia.

Che buona cosa è imbrigliare la mente,
che è insubordinata, capricciosa e va dove vuole.
La mente, così imbrigliata, ci recherà la felicità.

Neppure il tuo peggiore nemico può farti tanto male
quanto i tuoi sbrigliati pensieri.
Una mente ben guidata crea più felicità
persino delle amorevoli azioni dei tuoi genitori.

pensiero citato da David Goldstein

martedì 6 novembre 2018

Il segreto del successo nello Yoga....




L'accettazione di una nuova idea-forza, di un orientamento dell'essere verso l'alto, d'una illuminazione, d'un cambiamento di rotta a cui aspirino intensamente il cuore e la volontà, è l'atto decisivo che contiene in germe tutti i risultati che lo yoga finirà in seguito per produrre. La semplice idea, o la pura ricerca intellettuale del fine superiore, per quanto intenso possa essere l'interesse che suscita nella mente, rimane inefficace se non viene assunta dal cuore divenendone l'unico desiderio, e dalla volontà come unico fine. La verità dello spirito non deve solamente essere pensata ma vissuta; e, per viverla, è indispensabile un orientamento totale dell'essere. Una palingenesi come quella dello yoga non può essere realizzata con una volontà divisa, con una scarsa energia o con un pensiero vacillante. Colui che cerca il divino deve consacrarsi interamente ed unicamente a Dio.
Quali che siano le difficoltà e le esitazioni, non potranno prevalere in modo definitivo contro la forza dell'esperienza nuova che ha mutato il corso della vita. Contro l'insistenza ineluttabile della voce interiore, le circostanze deviatrici sono alla fine impotenti; nessuna debolezza naturale può costituire un ostacolo, che non possa essere prima o poi superato. 
Ma se vogliamo trarre il massimo vantaggio dall'occasione che questa vita ci offre, se vogliamo rispondere adeguatamente all'appello ricevuto, non solamente avanzando di qualche passo, ma raggiungendo la meta intravista, il dono integrale di sé stessi è essenziale.  Il segreto del successo nello yoga risiede nel considerarlo non come uno degli scopi della vita, ma come la vita stessa.
Sri Aurobindo, op. cit.

sabato 3 novembre 2018

Ogni yoga è una nuova nascita......






Ogni Yoga, è per sua natura una nuova nascita; è una nascita fuori della vita ordinaria, della vita materiale mentalizzata in una nuova superiore coscienza coscienza spirituale, una più grande e divina esistenza. Nessun metodo yoga può iniziarsi e seguirsi con successo senza un possibile risveglio alla necessità di un'esistenza più ampiamente spirituale. L'anima che sente l'appello verso questa grande e profonda palingenesi può giungere per varie vie al punto di partenza. Può avvenire che vi si arrivi seguendo lo sviluppo naturale che lo porta incosciamente verso il risveglio, può pervenirvi attraverso una religione o una filosofia; può avvicinarvisi attraverso una graduale illuminazione o giungervi di slancio per un contatto od un'emozione; può esservi indotta dalla pressione degli avvenimenti esterni o da una necessità interiore, da una sola parola che rompa i suggelli della mente, da lunghe riflessioni, dall'esempio di qualcuno che ha già percorso il medesimo cammino...Per ognuno si modella secondo la natura e le circostanze una sua personale chiiamata....cont.


Sri Aurobindo " La Sintesi dello Yoga"

lunedì 29 ottobre 2018

Quando vedete un'ombra molto scura...






Quando vedete da qualche parte in voi un'ombra molto scura, qualcosa di davvero doloroso, potete stare sicuri di avere anche la possibilità di raggiungere la luce... Dovete raggiungere un fine particolare, una missione particolare, una realizzazione particolare che è soltanto vostra; e contemporaneamente portate dentro di voi tutti gli ostacoli necessari affinché la vostra realizzazione sia perfetta. 

Mère da " L'avventura della Coscienza"

martedì 23 ottobre 2018

Perché separare il piano fisico dal piano spirituale......



Si è presa l'abitudine di separare il piano fisico da quello spirituale, ma in realtà non esiste alcuna separazione, non c'è interruzione fra i due piani: si passa progressivamente dal piano fisico al piano eterico ed anche oltre, al piano astrale, mentale, casuale,  buddico e atmico. Questo passaggio si attua tramite alcuni centri ed organi che si trovano sul piano sottile e che sono una specie di prolungamento dei centri ed organi fisici. Possiamo considerare questi centri ( il plesso solare, il centro Hara, l'aura, i chakra) come dei trasformatori, che permettono all'uomo di vivere armoniosamente sul piano fisico che sul piano psichico e spirituale, dato che continuamente passa dall'uno all'altro. Questa è in realtà la vera alchimia spirituale: la trasformazione progressiva della materia bruta in materia fluida, eterica, spirituale e inversamente il riversarsi di questa materia spirituale nel corpo fisico che ne viene vivificato, animato e rigenerato.

Omraam Mikhael Aivanhov

domenica 14 ottobre 2018

Lo yogi perfetto...




Lo yogi perfetto può passare a piacimento 
da uno stato all'altro:
il Buddha ne è un esempio.

lunedì 8 ottobre 2018

L'Assoluto è pienezza.....






L'Assoluto è pienezza, 

il mondo fenomenico è pienezza,

 la pienezza nasce dalla pienezza. 

Tutto ciò che esiste è pienezza.

Isa Upanisad

La descrizione della struttura del macro e del microcosmo proposta dai veggenti yogi è in molti punti analoga a quella proposta dalla fisica moderna. Il corpo e la mente sono delle possibili espressioni di un campo energetico unificato: un campo energetico che ha la qualità della Coscienza. 
Gli antichi veggenti parlano infatti della totalità coscienziale implicita ed immanifesta dell'intero cosmo.
 da: Matteo Karawatt " Oltre il corpo, oltre la Mente"  ed. La Parola 

venerdì 5 ottobre 2018

L'uomo ha voltato le spalle al silenzio...








Presto il silenzio diventerà una leggenda. L’uomo ha voltato le spalle al silenzio. Giorno dopo giorno inventa nuove macchine e marchingegni che accrescono il rumore e distraggono l’umanità dall’essenza della Vita, dalla Contemplazione e dalla Meditazione. Suonare il clacson, urlare, strillare, rimbombare, frantumare, fischiettare, rettificare e trillare rafforza il nostro ego.
Jean Arp

mercoledì 3 ottobre 2018

La chiave della supremazia è sempre il silenzio....








La chiave della supremazia è sempre il silenzio, a tutti i livelli; perché nel silenzio discerniamo le vibrazioni e discernerle significa essere in grado di catturarle.
Sri Aurobindo
                                               Sat Prem- " L'avventura della coscienza"

mercoledì 19 settembre 2018

Rosso, il colore che incarna le forze vitali






Sopra una terra sconvolta da fuoco e saturata di sangue è il colore rosso ad imprimere il suo superbo sigillo a ognuno dei nostri giorni. Chi detiene questo colore primario non è la mitica fiamma dei focolari, né il fuoco dei vulcani e tanto meno la intima passione degli amanti, ma è la guerra con i suoi strateghi, il suo impegno di armi sempre più letali, assieme alla cultura di massa dai ventriloqui showman, alle veline che scodinzalono ritmicamente braccia e glutei. In sostanza è la tecnica nelle sue disparate manifestazioni che ha requisito oggi il colore rosso, accordando via libera al suo potere distruttivo
                                                           
                                                         Alberto Boatto, "Di tutti i colori"

martedì 18 settembre 2018

Il rosso splende dentro di sé



   



Il rosso è un colore dilagante e caldo che agisce nell'interiorità in modo vitalissimo.
Dimostra un'energia immensa quasi consapevole,
possiede una maturità virile.
Ma può subire molte deviazioni a seconda delle tonalità.
Energia, forza, determinazione, trionfo, gioia o la stabilità di un sentimento profondo, una forza sicura di sé sono tutte qualità e caratteristiche  del colore rosso.
Contiene in sé una grande fisicità, in esso si avverte qualcosa di profondo e di stabile che attrae l'osservatore.
                                        



                                          Kandinsky , " Lo spirituale nell'arte"



Cappuccetto..... Rosso




    In tutte le versioni delle favole, le più antiche risalgono all'anno mille, la bambina è in rosso. Era perché i bambini vestiti così si tenevano meglio d'occhio da lontano?
O perché come dicono i testi antichi, la storia si svolge nel giorno della Pentecoste e della festa dello Spirito Santo il cui colore liturgico è il rosso?
Oppure perché la bambina sarebbe finita nel letto de lupo e sarebbe corso il sangue?
Michel Pastoureou preferisce una spiegazione semiologica: una bambina rossa porta un vasetto di burro bianco ad una nonna nera e sarà divorata da un lupo nero.


Biancaneve riceve una mela rossa da una strega nera. 
Il corvo nero si lascia scappare il formaggio - bianco- che finisce tra le zampe di una volte rossa.
E' sempre lo stesso antichissimo codice simbolico che si ripete.
 Il candore del bianco, la forza trasgressiva del rosso, la negatività del nero....cont

tratto da " Il piccolo libro dei colori" di M. Pastoureau

Il Rosso **





Al rosso fin dall'antichità gli sono stati attribuiti i simboli del potere, sia quelli religiosi o legati alla guerra. Il dio Marte, gli imperatori , i centurioni, molti sacerdoti sono vestiti di rosso.
Nella Roma imperiale, quello che si ottiene dalla sostanza colorante del Murice è riservata all'imperatore ed ai condottieri.
 Questo colore si imporrà perché rimanda a due elementi onnipresenti in tutta la sua storia: il sangue ed il fuoco. 



Su questo colore il cristianesimo fin dalle origini ha costituito una simbologia che persiste tuttora. Il rosso fuoco è la vita, lo Spirito Santo della Pentecoste, le lingue di fuoco che scendono sugli apostoli; ma è anche le fiamme  che consumano ed annientano, l'inferno, il colore di satana. E' il sangue versato da Cristo che salva e purifica, ma è anche il peccato, il crimine, la carne insozzata....cont


lunedì 17 settembre 2018

Il Rosso *






Nel sistema simbolico dell'antichità, che ruotava attorno a tre poli, il bianco rappresentava l'incolore,
il nero era lo sporco, il buio, la notte e il rosso era il colore, il solo degno di questo nome.


Già tremila anni prima di Cristo l'arte paleolitica adoperava il rosso, ottenuto in particolare dalla terra ocra rossa. Nel neolitico si è sfruttato la robbia, le cui radici hanno una capacità tintoria. 


Poi ci si è serviti di alcuni metalli, come l'ossido di ferro o il solfuro di mercurio. La chimica del rosso è stata quindi molto semplice e ciò ha contribuito al successo di questo colore.


Da solo rappresenta tutti gli altri colori, è il colore per antonomasia.
Parlare di colore "Rosso" è difatti un pleonasmo!
Certi termini, come coloratus in latino o colorado in spagnolo significano tanto rosso quanto colorato. In russo la parola
 " Krasnoi " significa bello ma anche rosso.
La " piazza rossa" sta ad indicare quindi anche la bella piazza....cont

mercoledì 9 maggio 2018

Shiki ( 1867-1902) yomibito wo....





Ode alla primavera -
non si sa
chi è l'autore.


E' l'ultimo  dei grandi maestri dell haiku. Con lui, ogni spunto tematico assurge a tale dignità  da poter figurare nella composizione.  Tutto acquista rilevanza e significato: questa l'intuizione di Shiki, che ne attesta la grandezza.

martedì 8 maggio 2018

La vita è il solo modo...






La vita – è il solo modo
per coprirsi di foglie,
prendere fiato sulla sabbia,
sollevarsi sulle ali;

essere un cane,
o carezzarlo sul suo pelo caldo;

distinguere il dolore
da tutto ciò che dolore non è;

stare dentro gli eventi,
dileguarsi nelle vedute,
cercare il più piccolo errore.

Un’occasione eccezionale
per ricordare per un attimo
di che si è parlato
a luce spenta;

e almeno per una volta
inciampare in una pietra,
bagnarsi in qualche pioggia,
perdere le chiavi tra l’erba;
e seguire con gli occhi una scintilla
nel vento;

e persistere nel non sapere
qualcosa d’importante.

Wislawa Szymborska

sabato 5 maggio 2018

La scienza del silenzio....





La scienza del silenzio di fronte al cielo stellato
L’hanno soltanto il fiore e l’insetto.

La scienza del canto per il canto l’hanno
I boschi mormoranti.

Il profondo silenzio della vita sulla terra
Ce lo insegna la rosa
aperta sul roseto.

Bisogna diffondere il profumo chiuso nelle nostre anime!
Bisogna essere canto,
luce e bontà.

Bisogna aprirsi per intero
di fronte alla notte nera,
perché ci riempiamo di rugiada immortale !

Bisogna essere come l’albero
che è sempre in preghiera,
come l’acqua del fiume
fissa all’eternità.

Federico Garcia Lorca


martedì 1 maggio 2018

E' soltanto quando non resta più nulla da raccontare....







E' soltanto quando non resta più nulla da raccontare che si arriva ad essere vicini a sé stessi.


Solo quando i fatti da narrare si sono esauriti, quando si avverte nell'intimo un silenzio profondo perché libri, ricordi, storie e la stessa memoria si sono spenti.

Solo allora si può udire la propria vera voce, quella che può farci emergere dagli abissi dell'anima, dal buio degli interminabili labirinti del nostro essere.

dal libro " Il libro nero" 



martedì 20 marzo 2018

La spinta a creare **




Tutte le persone distruttive avrebbero potuto essere molto creative….Quando la creatività si impossessa di te fa paura. Sembra terribile è qualcosa di tremendo. Ti porta così lontano da ciò che conosci, da ciò che ti è familiare, ti porta in mari privi di mappe, sconosciuti. E’ pericoloso. E allora ci si ritrae. Ma una volta che cominci a ritrarti che cosa succederà dell’energia che Dio continua a riversare dentro di te?
Qualcosa bisogna farne, l’energia non può aspettare, ha bisogno di esprimersi, quindi, se eviti la creatività, diventerai distruttivo.
Ogni volta che la creatività ti chiama, seguila! E’ Dio che ti sta chiamando


Osho  0p. cit.

La spinta a creare *










 Che cos’è la spinta a creare?

La spinta a creare è il primo segnale del divino dentro di te. La spinta a creare è la presenza di Dio. Hai ricevuto il primo messaggio, sei stato raggiunto dalla prima ondata. E’ l’inizio e la nascita della preghiera. Seguila. Essere creativi significa essere religiosi. Ciò che importa non è quello che crei, ma la creazione in sé. In quella stessa creatività comincia a succedere qualcosa che non è di questo mondo.
Quando crei ti perdi nella  tua creazione


Osho      “  Il canto della meditazione ” 

lunedì 29 gennaio 2018

Come avere fede....








Un discepolo chiese a Buddha:
" Come avere fede?"
Per tutta risposta, Buddha gli tuffò la testa nell'acqua
e non gli permise di rialzarla finché non fu sul punto di affogare.
Quando finalmente riuscì a liberarsi, 
il discepolo inspirò a pieni polmoni.
" Avevi bisogno d'aria?"
" Si" rispose il discepolo ansimante.
"Bene, questa è la fede" concluse Buddha.

A. Jodorowsky - Il dito e la luna, racconti zen, kaiku,koan

lunedì 15 gennaio 2018

Osho e lo Zen




Za significa sedere senza far nulla. Zen significa che in quello stare seduto, quando non stai facendo nulla, t'imbatti in te stesso, incontri te stesso, vedi te stesso. Ciò è zen, dhyana, meditazione. 
La parola zazen è bellissima. " Sedere e guardare dentro se stessi" - questo è il suo significato.
Osho, Il canto della meditazione.

sabato 6 gennaio 2018

Senza più un briciolo di ambizione....





Senza più un briciolo di ambizione
Lascio vagare la mia natura dove vuole,
Nella mia borsa vi è il riso per dieci giorni
E, presso il focolare, una fascina di legna.
Chi ciancia di illusione o nirvana?
Dimenticando al contempo la polvere del nome e della fortuna,
Ascoltando la pioggia notturna sul tetto
della mia capanna,
siedo comodamente con le gambe allungate.

Ryokan (1757 - 1831)

giovedì 4 gennaio 2018

Il nostro fine non è....



      Il nostro fine non è sopprimere tutti i limiti dell’espansione dell’ego, né di dare libero corso alla realizzazione delle idee della mente umana, lasciando uno spazio illimitato ai desideri della forza vitale egocentrica. Nessuno di noi è qui per fare “ a modo suo”  o per costruire un mondo in cui poter fare finalmente i propri comodi; noi siamo qui per fare quello che vuole il Divino e per costruire un mondo in cui la Volontà divina posso finalmente manifestare finalmente la sua verità senza venire deformata dall' ignoranza umana o pervertita e snaturata dal desiderio vitale.    Il lavoro che ha da compiere il sadhak dello yoga sopramentale non è un lavoro personale di cui ciascuno possa fissare le condizioni, ma è l’opera divina da compiere seguendo le condizioni fissate dal Divino. Non è per noi stessi che facciamo lo yoga, ma per il Divino. Non è la nostra manifestazione personale che dobbiamo cercare, la manifestazione di un ego individuale liberato di ogni limite e vincolo, ma il manifestarsi del Divino. Di questa manifestazione farà parte proprio la nostra libertà, perfezione e pienezza spirituale, sarà uno dei nostri risultati, ma non in senso egoistico né con un fine egocentrico e di profitto personale. Più ancora: questa libertà, perfezione e pienezza non dovremo perseguirle per noi, ma per amore del Divino.

Da una lettera di Sri Aurobindo
L’agenda di Mère – 8 gennaio 1966