martedì 17 dicembre 2019

La natura umana è fatta di imperfezioni....




E' parimenti ignorante e a mille leghe dal mio insegnamento il voler cercare ciò che insegno nei vostri rapporti con gli altri esseri umani, nella nobiltà del carattere umano o nell'idea che noi siamo qui per stabilire una Verità o una giustizia mentale, morale e sociale che seguano gli egoistici concetti umani. io non ho mai promesso niente del genere. 
La natura umana è fatta di imperfezioni, anche la sua rettitudine e la sua virtù sono presunzioni, imperfezioni e fanfaronate di un egoismo pago di sé...Il nostro fine è fondare la vita sulla verità spirituale, il cui primo passo è il dono di sé, l'unione con il Divino e il superamento dell'ego. Finché non si stabilisce questa base, il sadhak resta soltanto un essere umano ignorante e imperfetto che si dibatte nei mali della natura inferiore.

da una lettera di Sri Aurobindo
Agenda di Mère- vol. IV, pag 458

sabato 14 dicembre 2019

La gioia richiede...






La gioia richiede più abbandono, più coraggio che non il dolore.

Abbandonarsi alla gioia significa appunto sfidare il buio, l'ignoto,

il dolore.

Hugo Von Hofmannasthal

giovedì 12 dicembre 2019

The way to get faith.....






The way to get faith and all things else is to insist on having them and refuse to flag or despair or give up until one has them- it is the way by which everything has been got since this difficult earth began to have thinking and aspiring creatures upon it. It is to open always, always to the light and turn one's back to the darkness. It is to refuse the voices that say persistently, " You cannot, you shall not, you are incapable, you are the puppet of a dream" - for these are incapable, you are the puppet of a dream"- for these the are the enemy voices, they cut one off from the result that was coming, by their strident clamour and then triumphantly point to the barrenness of the result as a proof of their thesis.
The difficulty of the endeavour is a known thing, but the difficulty is not impossible- it is the difficult that has always been accomplished and the conquest of the difficulties makes up all that is valuable in the earth's history. In the spiritual endeavour also it shall be so
Da una lettera di Sri Aurobindo


Il modo per ottenere la fede o qualunque altra cosa è quello di ostinarci ad averla, di rifiutarci di mollare o di disperare o di abbandonare fino al momento in cui l'avremo - è così che tutto è stato ottenuto dall'istante in cui questa difficile terra ha cominciato ad ospitare creature che pensano ed aspirano. E' quello di aprirsi sempre, sempre alla Luce e di votare le spalle all'Oscurità. E' quello di respingere le voci che insistentemente ripetono: " Non puoi, non ce la farai, non ne sei capace, sei vittima di un sogno" Perché sono voci nemiche, che dal loro stridente clamore ci tagliano fuori da ogni risultato che stava arrivando, per poi mostrarci trionfanti come prova della loro tesi un deserto di risultati. La difficoltà dell'impresa è cosa nota, ma il difficile non è l'impossibile - è proprio il difficile che si è sempre realizzato, la conquista delle difficoltà ha sempre costruito tutto ciò che ha valore nella storia della terra. Anche nelle imprese spirituali è così.

giovedì 5 dicembre 2019

Una persona che trascorra tutto il tempo a pensare.....




Il pensatore -  E. Munch

Una persona che trascorra tutto il tempo a pensare non fa altro che pensare a dei pensieri; così smarrisce il contatto con la realtà e vive in un mondo illusorio.
Ciò è disastroso dal momento che la conseguenza derivante dal confondere il mondo reale della natura con dei puri e semplici segni, come i bilanci bancari, i contratti, gli oggetti, è che stiamo distruggendo la natura stessa. Siamo a tal punto indaffarati con la nostra mente che abbiamo perso l'uso dei sensi e non ci accorgiamo che l'aria puzza, l'acqua sa di cloro, e gran parte del nostro cibo ha il sapore di plastica. 
Cos'è la realtà?  Ovviamente  nessuno è in grado di dirlo, perché essa non è fatta di parole. Dire che non è materiale è esprimere solo un'idea; dire che non è spirituale è esprimere un'altra idea, un simbolo. Noi tutti sappiamo cosa sia la realtà, tuttavia non possiamo descriverla; allo stesso modo sappiamo far battere il cuore e calcificare le ossa, ma non possiamo dire come si compia. Per entrare in contatto con la realtà esiste una forma di meditazione chiamata Yoga o dhyana in India, ch'an in Cina, e zen in Giappone. Si tratta dell'arte di far tacere la mente per qualche tempo, del far cesare il chiacchierio dentro la testa. Naturalmente non si può costringere la mente ad essere silenziosa. Sarebbe come tentare di appianare le increspature sull'acqua con un ferro da stiro, mentre solo se lasciata tranquilla, l'acqua diviene limpida e calma.

tratto da: "Om Meditazioni creative" di Alan Watts

giovedì 28 novembre 2019

Ti hanno condizionato con l'idea di un'unica vita....








Ti hanno condizionato con l’idea di un’unica vita. L’idea cristiana. L’idea ebraica, l’idea musulmana- c e suonare il tuo flauto, puoi danzare e cantare e suonare il tuo flauto che tutte radici nella concezione ebraica di un’unica vita- hanno dato all’Occidente una folle passione per la velocità. Ogni cosa deve essere fatta con tale fretta che non si prova piacere nel farla….L’uomo occidentale ha una concezione della vita molto sbagliata: una concezione che ha creato tensione nelle menti delle persone che non riescono a sentirsi a proprio agio in nessun posto, sono sempre in movimento e sempre preoccupate a quando arriverà la fine. Vogliono tutto prima della fine. Ma il risultato è esattamente l’opposto: non riescono a fare nemmeno poche cose che abbiano grazia e bellezza, che siano perfette. La loro vita è talmente offuscata dalla morte che non sono in grado di vivere con gioia..non riescono a stare seduti in silenzio…..Era destino che la meditazione fosse scoperta in oriente , a causa dell’idea della vita eterna, dell’idea che puoi rilassarti. Puoi rilassarti dalla paura, puoi gioire e suonare il tuo flauto, puoi godere l’alba ed il tramonto. Puoi gioire per tutta la vita. Non solo, puoi gioire anche morendo, perché anche la morte è una grande esperienza, forse la più grande esperienza della vita. E’ un crescendo.
Nella concezione occidentale, la morte è la fine della vita. Nella concezione orientale la morte è solo un evento bellissimo nel lungo processo della vita; ci saranno tante e tante altre morti. Ogni morte è il culmine della tua vita, prima che un’altra vita cominci - un’altra forma, un altro corpo,  un’altra consapevolezza. Non sei giunto alla fine, stai solo cambiando casa.
Osho

mercoledì 27 novembre 2019

La prima cosa che devi ricordare è che la vita non finisce....








La prima cosa che devi ricordare è che la vita non finisce. La vita è eterna, quindi non c’è bisogno di avere fretta alcuna. Con la fretta puoi solo perdere delle cose. Hai mai visto fretta nell’esistenza? Le stagioni giungono quando è il loro tempo, i fiori sbocciano quando è il loro tempo, gli alberi non si affrettano a crescere velocemente perché la vita è corta. Sembra che l’intera esistenza sia consapevole dell’eternità della vita. Siamo sempre stati qui e saremo sempre qui. Naturalmente non con le stesse forme e gli stessi corpi. La vita continua ad evolversi, raggiungendo stati più elevati. Ma non c’è nessuna fine in nessun luogo e nessun inizio in nessun luogo. Tu esisti tra una vita senza inizio e una vita senza fine. Sei sempre in mezzo ad una eternità, da una parte e dall’altra.
Osho

lunedì 18 novembre 2019

Il vero mantra non te lo può dare nessuno....




I
Il vero mantra non ce lo può dare nessuno. Non è una cosa che si riceve, è una cosa che sgorga  da dentro. Deve uscire da dentro, di colpo, spontaneamente, come un bisogno profondo e intenso dell’essere: allora dentro c’è il potere. Perché allora non è una cosa che viene da fuori, è il tuo vero grido.
E, per me, io l’ho visto il mio mantra, e il potere d’immortalità; se uno lo pronuncia, qualunque cosa succede è il supremo che domina, non la legge inferiore. Ma le parole non hanno importanza, possono anche non voler dire niente- per un altro il mio mantra non significa niente, ma per me è pieno zeppo di significato. Ed è efficace perché è il mio grido, è l’aspirazione intensa di tutto l’essere.
Il mantra dato dal guru ha soltanto il potere di realizzare l’esperienza ottenuta da chi ha scoperto quel mantra. Dentro c’è automaticamente il potere perché il suono contiene l’esperienza. L’ho visto una volta a Parigi in un’epoca in cui non conoscevo niente dell’India……Durante una conferenza il conferenziere ha pronunziato il suono OM..Allora ho visto tutta la stanza riempirsi di luce improvvisa, vibrante…l’esperienza si è ripetuta altre volte. Allora ho capito. Quel suono contiene la vibrazione di migliaia e migliaia di anni di aspirazione spirituale.




 L'Agenda di Mére - IV volume 
11 maggio 1963  - pag. 147-148

sabato 16 novembre 2019

OM NAMO BAGHAVATE'






Mére fin da quando aveva iniziato lo yoga del corpo s’era accorta del potere ripetitivo insito nella sostanza cellulare; si era perciò detta che le cellule erano capaci di ingranare nella materia un certo tipo di vibrazione- solare, luminosa, espansiva come l’amore- al posto del solito modo vibratorio chiuso in se stesso, sordidamente pessimista e mortale, allora forse si sarebbe scoperto il potere di conferire alla sostanza cellulare un nuovo principio di coesione non più basato su un’abitudine mortale, ma divina. Invece di avvolgersi alla morte, bisognava che la cellula svolgesse il filo dell’eterna vita.
Mére si era dunque messa a ripetere un mantra, il suo mantra, che evocava per lei quel supremo amore che è la vita suprema.
Si comincia a ripetere il mantra , o la vibrazione, nella testa o attraverso la memoria mentale, e a poco a poco la vibrazione penetra in tutti gli strati dell’essere: nel cuore, nelle sensazioni, nei movimenti e fin giù nella memoria del corpo. Una volta che il mantra si è fissato nel corpo non se ne distacca più: il corpo lo ripete, anzi, invariabilmente del solito “ oh, sarà un cancro! oh, è la gravitazione, oh…” insomma di tutti i piccoli oh! Che rendono un corpo abitudinario e mortale.

60.46- Il corpo ha un potere in sé. Obbligando il corpo a ripetere un suono lo obblighiamo al tempo stesso a ricevere la vibrazione corrispondente. Ma occorre che le parole abbiano una vita in sé stesse ( non intendo un significato intellettuale, no, niente del genere: ma una vibrazione). L’effetto è straordinario: il corpo si mette a vibrare, a vibrare, a vibrare…)
60.209 – Ho constatato che il mantra ha un potere di organizzazione sul subconscio, sull’ inconscio, sulla materia, sulle cellule del corpo, su tutto. Ci vuole un certo tempo, ma è proprio grazie al suo ripetersi, alla sua ostinazione, che finisce per agire. Ha lo stesso effetto degli esercizi quotidiani quando si studia il pianoforte. Una ripetizione meccanica che finisce per riempirti le mani di coscienza- per riempire il corpo di coscienza.
Cominciamo allora a capire quale potrebbe essere il nuovo principio di accentramento delle cellule.
63.107- E’ come trovarsi sulla soglia di una fantastica realizzazione, che dipende però da una cosa piccolissima.
Il mantra di Mére è composto di sette sillabe:
OM  NAMO  BHAGAVATE’
E per tutti coloro che cercano di trovare la materia qual è davvero, spoglia di tutti i falsi materialismi, che vanno di pari passo con tutti i falsi spiritualismi. Forse si tratta di trovare proprio lo spirito racchiuso nella materia.
Da: Satprem , La mente delle cellule- ed. Mediterranee ( lo scritto in corsivo è tratto da : L’agenda di Mére)

martedì 12 novembre 2019

L' errore è una delle infinite possibilità...****




Solo che...bisogna essere sinceri, cioè volere DAVVERO che le cose vadano così. Bisogna essere perfettamente coscienti di non poterci fare niente, di non essere buoni a nulla. Io ho  sempre di più l'impressione  che questo amalgama di materia, di cellule, tutta questa roba qui, è una cosa che fa pena! Fa pena sul serio. Non so se esistono situazioni in cui uno si possa sentire potente, stupendo, luminoso, bravo...Posso solo dire che se uno lo crede è solo perché non sa in che stato si trova davvero! Ma appena uno vede realmente di cosa è fatto..allora tutto si riduce a zero, proprio a zero! Certo uno può solo riuscire a tutto, purché lasci fare al Signore. Però c'è sempre qualcosa che vorrebbe fare da sé , ecco il guaio.

Agenda di Mére 3 vol. pag 423, 424

L ' Errore è una delle infinite possibilità....***




Ti trovi di fronte ad un'altro problema: " che cosa bisogna dire"? Che cosa bisogna fare? com'è che bisogna comportarsi?..Beh non c'è niente da fare, proprio niente! C'è solo da dire al Signore: 
" ecco, vedi, com'è" Tutto qui, e te ne resti calmo. E poi con la massima spontaneità, senza star lì a pensarci su e a riflettere, senza fare calcoli né niente, senza il minimo sforzo...fai esattamente quello che devi fare. O per meglio dire è il Signore  che lo fa, non sei più tu. E' Lui a farlo, a sistemare le circostanze, le persone, a metterti in bocca le parole che devi dire, a farti venire fuori dalla penna le parole che devi scrivere. E' Lui a fare tutto, tutto, tutto,- noi non dobbiamo fare più niente, solo lasciarci vivere nella beatitudine e basta.
Sto convincendomi però che la gente non la vuole proprio una cosa del genere.

Ma è a far piazza pulita che è duro, difficile: tutto il lavoro di sgombero che bisogna fare prima

Ma non è necessario! E' Lui a farlo per te 

Ma è un'invasione continua della vecchia coscienza, dei vecchi pensieri....

Si, cercano di rispuntare sempre fuori per forza di abitudine. Ma basta solo dire :" Signore,vedi...Tu vedi, vedi com'è, Tu lo vedi, vedi che povero stupido sono" ed è fatta. Di colpo tutto cambia automaticamente da così a così! Di colpo, sì.....tutto cambia automaticamente da così a così. Senza il minimo sforzo!
cont.

L ' Errore è una delle infinite possibilità....**


         


C'è solo una cosa da dire: se davvero uno vuole sinceramente venirne fuori, in fondo non è difficile. Non occorre fare niente, basta lasciar fare tutto al Signore. E Lui lo fa. Fa tutto Lui, tanto  meraviglioso! Tanto è meraviglioso! Il signore si serve di qualunque cosa, anche di quella che noi chiamiamo un'intelligenza comunissima, e poi semplicemente ti insegna a metterla da parte, la tua intelligenza, a farla stare buona: " Ecco da brava, mettiti tranquilla, non agitarti più, non seccarmi, non ho bisogno di te"
Allora si apre una porta, senza che uno abbia l'impressione di doverla aprire: eccola lì spalancata, e ti ritrovi dall'altra parte.
Ma è qualcuno a farlo, non sei tu. E poi allora diventa impossibile  continuare nell'altro modo.
Tutto questo...ah com'è spaventoso il lavorio della mente che si sforza di capire, che si affatica..Completamente inutile non serve a niente di niente - serve solo a imbrogliare le carte.
  op.cit.   cont.

L ' Errore è una delle infinite possibilità.....*



L'errore è una delle infinite possibilità - "infinite" nel senso che che niente è fuori delle infinite possibilità di essere. Allora come ci può essere posto per l'errore? L'errore siamo NOI a chiamarlo così; ma è un modo di dire assolutamente arbitrario. Noi diciamo: questo è un errore- ma rispetto a che? Ma rispetto a che? Rispetto al nostro giudizio che un'altra cosa è vera?; non certo rispetto al giudizio del Signore, dato che l'Errore è parte integrante di Lui!
Non sono molte le persone in grado di reggere a questo ampliamento di comprensione.
Sai appena mi metto a guardare ( Mère chiude gli occhi) vedo due cose insieme: un sorriso, appunto, una gioia, una risata, e poi...una pace! Una pace così Piena, così luminosa e totale, dove non esistono più conflitti, : solo un'Unica armonia luminosa, che comprende tutto quello che noi chiamiamo errori, sofferenze, miserie. Un'armonia che non elimina niente. E' un'altro modo di vedere.  cont...

Agenda di Mére , 3 vol. - pag : 423, 24


sabato 9 novembre 2019

The world is a spiritual paradox...






But how shall I seek rest in endless peace
Who house the mighty Mother's violent force,
Her vision turned to read the enigmaed world,
Her will tempered in the blaze of Wisdom' s sun
And the flaming silence of her heart of love?
The world is a spiritual paradok
Invented by a need in the Unseen,
A poor translation to the creature's sense
Of That which for ever exceeds idea and speech,
A simbol of wath can never be symbolised,
A language mispronounced, misspelled, yet true.

Come potrei voler riposo in una pace senza fine,
io che ospito la forza  violenta dellaMadre,
la sua visione intenta a decifrare questo mondo di enigmi,
il suo volere temprato alla vampa del sole di Saggezza
e il silenzio di fiamma del suo cuore amoroso?
Il mondo è uno spirituale paradosso
inventato da un bisogno del Non- visto,
povera traduzione per i sensi delle creature
di Quello che per sempre è al di là di ogni senso e parola,
simbolo di ciò che nessun simbolo può esprimere,
linguaggio mal pronunciato, distorto eppure vero.
I suoi poteri son discesi dalle eterne altezze
per immergersi nell'oscuro Abisso d'incoscienza
e da lì uscire per compiere il loro splendido lavoro.

Savitri ( Libro 10, Canto 4, p, 647)

giovedì 31 ottobre 2019

La morte non esiste....


Sono fermamente convinto che la grazia di conoscere i tormenti della morte mi è stata accordata perché potessi vivere in prima persona l'esperienza di questa discesa abissale tanto spesso descritta...e per avere la conferma tangibile di quella che è stata sempre la mia convinzione profonda e cioé che non moriamo mai. La morte non esiste. Più precisamente ciò che chiamiamo con questo nome altro non è che l'ultimo volo, quello che ci innalza verso il raggiungimento della pienezza del nostro essere.
Solo alcuni riescono ad oggettivare, fino a decifrarle, le differenti tappe che la dinamica della vita compie nella loro carne, come supporto essenziale del loro Essere.
E' attraverso il corpo e nel corpo che l'Essere si manifesta. E' attraverso il linguaggio che si rivela. Ma è attraverso il linguaggio che l'uomo rischia di perdersi...
Verso quali orizzonti mi condurrà questo nuovo viaggio? Quali tappe dovrò superare? Riparto in direzione di colui che E'.   
Sul sentiero della vita tento continuamente di precedermi, e continuamente mi rincorro. Una luce circonda questo spazio: ricercatore fino alla fine e ormai anche oltre la fine, sento che non mi perderò.
Queste considerazioni struggenti ma positive sulla morte sono tratte dal romanzo di
 Alfred Tomatis  L'orecchio e la vita- I Nani- Baldini&Castoldi, 2002 pag 305-306

sabato 26 ottobre 2019

Una mente sterile e distruttiva produce...



Una mente sterile e distruttiva produce un ambiente sterile e devastato. La desertificazione del pianeta è creata  dalla desertificazione dello spirito umano. Daisaku Ikeda


Volgiamo quindi lo sguardo sulla sorprendente meraviglia della creazione e porgendo l'orecchio alla sottile polifonia dei suoni che ci circondano, alla vista dei colori, alla bellezza della natura   acquistiamo consapevolezza del potere che la bellezza della natura esercita sulla nostra anima e come essa possa condizionare e migliorare il nostro vissuto

lunedì 21 ottobre 2019

In una mente silenziosa....



In una mente silenziosa la stessa sostanza mentale resta tranquilla, così tranquilla che niente può disturbarla. Se sono presenti pensieri o attività non è della mente che vengono, ma dall'esterno e attraversano la mente come uno stormo di uccelli che passa nel cielo attraverso l'aria immobile. Passano senza turbare nulla, senza lasciare traccia. Anche se ci attraversassero migliaia di immagini o i fatti più violenti, resterebbe sempre quella tranquilla immobilità, come se la sostanza stessa della mente fosse fatta di pace eterna ed incrollabile. La mente giunta a questa calma può cominciare ad agire, anzi ad agire con grande forza e intensità, conservando però sempre quest'immobilità di fondo, non mettendo in moto niente da sola, tutto ricevendo dall'Alto e dando a ciò che riceve una forma mentale senza aggiungervi niente di suo, con calma, con imparzialità, ma con la gioia della verità, con la felicità del potere e della luce di questo passaggio. 

Sri Aurobindo     Centenary edition, vol.23, pag 637.

sabato 20 luglio 2019

La vecchia abitudine di avere paura della pigrizia....







Mère
 In certi momenti tutto diventa veramente troppo. Allora, quando è troppo dico:” Basta, Signore mi metto fra le tue braccia”. E resto lì così, senza pensare più a niente, senza occuparmi più di niente e entro nella beatitudine. Di solito nel giro di dieci minuti tutto si mette a posto.
Sat Prem    Il guaio è che non esistono più meccanismi mentali. Prima con la mente facevo una cosa, ne organizzavo un’altra…ma adesso  che la mente non la faccio più funzionare, non c’è niente che si muova.
Mère    Ma è un gran progresso
Sat Prem   Non direi mi pare che certe cose dovrai farle
Mère    Ma no è un gran progresso, un progresso immenso
Sat Prem   Ma io ho l’impressione di non fare niente, a parte lo stretto necessario, non ho voglia di far lavorare la mente, ho voglia d’altro.
Mère     Te lo dico proprio è un immenso progresso. Dovresti essere contento
Sat     Si ma in pratica non faccio niente!
Mère     Ma che te ne importa! Sdraiati su una stuoia, osserva un fiore, guarda un pezzo di cielo se lo vedi. Se proprio lo vuoi fuma una sigaretta per sentirti occupato, e poi restatene così relaxed. E se fai il tuo Pranayama vedrai che non solo ti rilassi, ma ti viene una forza enorme e accumuli tantissima energia. E allora non farai nessuno sforzo, tutto sarà come un gioco da bambini. Ma è una vecchia abitudine, la vecchia abitudine di avere paura della pigrizia. A me ci è voluto….Sri Aurobindo mi ha guarita molto in fretta. Anch’io ero così prima di incontrarlo. Mala prima cosa che mi ha fatto è stata di darmi una bella botta in testa e via!  Ogni attività scomparsa; un silenzio completo; tutte le attività mentali, le abitudini mentali, tutto finito…. Sri Aurobindo lo dice quando spiega l’equanimità mentale. Dice che uno arriva ad uno stato in cui è incapace di initiate, cioè di mettere in moto qualunque attività: se non riceve l’impulso dall’alto non si muove, resta così assolutamente immobile, non solo fisicamente, ma nel pensiero.   Prima il pensiero crea di continuo, no?  Emana azioni, volontà, movimenti, provoca conseguenze e così, e così, quando si ferma, fa molta paura, ti da l’impressione di essere divenuto idiota. Invece è tutto il contrario!  Non c’è più  c’è qualcosa che lo costringe a fare , senza sapere né come né perché.   Ma questa esperienza la si può avere solo quando l’impulso viene dall’alto e non ha niente a che fare con il lavorio degli impulsi inferiori.

Da :  L’agenda di Mère vol. 3 -  6/ 3 

giovedì 27 giugno 2019

La grandezza dello AUM ***


Il mantra AUM sta per lo stato supremo
Di Turiya, privo di parti, oltre nascita
E morte, simbolo di eterna gioia.
Chi conosce AUM come il Sé diventa il Sé,
Realmente diventa il Sé.

OM shanti shanti shanti 

                                       Mandukya Upanishad

sabato 22 giugno 2019

La grandezza dell'AUM**




Il quarto stato è il sovraconscio di nome TURYA
né interno, né esterno, Oltre i sensi e l'intelletto,
In cui non vi è altro che il Signore.
Egli è il supremo scopo della vita.
Egli è pace ed amore infiniti. Conoscilo!

Turya è rappresentato da AUM.

Benché indivisibile, ha tre suoni.

A sta per Vaishvanara Chi ciò conosce,

mediante il dominio dei sensi, raggiunge
Il frutto dei desideri e ottiene grandezza.

U indica Taijasa: Chi ciò conosce, Mediante il dominio dei sogni, diventa

Saldo nella saggezza. Nella sua famiglia,
Tutti conducono una vita spirituale.

M corrisponde a Prajna 
. Chi ciò conosce,
Quietando la mente, trova la propria reale statura,
E ispira chi lo circonda a crescere.  ( cont.)

La grandezza dell'AUM *





PRAJNA è il nome del terzo: il sonno profondo
In cui né si sogna né si desidera, 
Non c'è mente in Prajna, non c'è 
separazione; ma il dormiente
Non ne è cosciente. Se si diventa cosciente
In Prajna si spalanca la porta
Allo stato di durevole gioia.

Prajna, onnipotente ed onnisciente,
dimora nel cuore di tutte le cose come un re.
Prajna è la fonte e la fine di tutto. (cont.)

La grandezza dell'AUM




AUM è la suprema Realtà
E' il simbolo di ciò che fu, di ciò che è
 e di ciò che sarà. Ma AUM  rappresenta anche
Ciò che è al di là del passato, presente e futuro.

Il Brahman è tutto, e il Sè  è il Brahman.
Il Sé ha quattro stati di coscienza.
Il primo ha nome Vaishvanara: in esso
Si vive con i sensi rivolti all'esterno, 
Consapevoli solo del mondo esteriore.

Taijasa è il nome del secondo:
Lo stato di sogno in cui, con i sensi
Rivolti all'interno, si rappresentano le impressioni
Delle azioni passate e dei desideri presenti. ( cont.)


venerdì 31 maggio 2019

Non vi è alcuna distinzione tra la pratica religiosa e la vita quotidiana...




Nella mia attuale pratica quotidiana trascorro almeno cinque ore e mezza in preghiera, meditazione e studio. Inoltre, prego ogniqualvolta mi è possibile durante gli altri momenti della giornata, per esempio durante i pasti e mentre viaggio. In questo ultimo caso, ho tre ragioni importanti per farlo: in primo luogo la preghiera contribuisce all'adempimento del mio dovere quotidiano; in secondo luogo, aiuta a passare il tempo in modo produttivo; infine placa la paura! Non vedo alcuna distinzione tra la pratica religiosa e la vita quotidiana.
da:
 Dalai Lama  " La via della tranquillità "

giovedì 30 maggio 2019

Cristo bussa alla porta...

Antonio Martinotti- Cristo  imprigionato dentro di noi

L'uomo è una porta a cui Cristo bussa.
" Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me."
( Ap 3,20)

L'uomo può spalancare la porta a Dio e permettergli di agire in sé e attraverso di sé, oppure dirgli:
 " Tu hai fatto tutto in modo sbagliato, io farò a modo mio", e sbattere la porta. L'uomo può accettare l'eredità di Dio o scegliere di darla in pegno. Ma Dio non se ne va. Perché Cristo è in ognuno di noi. Non può non esserci. In noi Cristo può vivere o morire - perché quando noi cerchiamo di ucciderlo Lui patisce lo strazio della morte - ma è immortale e..non può morire.

da : "E' Cristo che vive in te"    Dostoevskij l'immagine del mondo e dell'uomo: l'icona e il quadro 
di Ta'jana Kasatkina

martedì 14 maggio 2019

Gli esseri divini...








Gli Esseri divini vegliano sulla gestazione della terra e alcuni nascono qui per aiutare gli umani a comprendere che la trasformazione dipende dal loro risveglio. Da sempre, sulla Terra, esistono esseri che indicano la via per edificare un nuovo mondo, per aprire il cammino all’umanità verso una nuova aurora. Sono esseri di luce, accomunati dalla stessa forza ed energia, marchiati dalla stessa solitudine.
 Giordano Bruno


lunedì 6 maggio 2019

L'eresia dell'individualismo...







“ Des homes comme Saint Seraphim, Saint Francois d’Assise et biend’autres, ont accompli dans leur vie l’union des Eglises.”

(Uomini come San Seraphim, San Francesco d'Assisi ed tanti altri, hanno accolto nella loro vita l' unione delle chiese. )

Quest’affermazione semplice e profonda di un metropolita ortodosso ci offre la chiave dell’ecumenismo dei monaci, anzi di tutti.
Se non ho l’unità in me stesso come potrò mai pensare ( non dico poi parlare)  di unità fra i cristiani? D’altra parte, cercando l’unità per tutti i cristiani io raggiungo anche l’unità dentro di me.
L’eresia dell’individualismo: immaginarsi come un’unità completamente autosufficiente e asserire questa immaginaria “unità” contro gli altri. L’affermazione dell’io semplicemente come il “ non altri”. Ma quando cerchi di affermare la tua unità negando di avere a che fare con gli altri, negando ogni altra persona nell’universo finché non arrivi a te, che cosa ti resta da affermare? E anche se ti rimane qualcosa da affermare, non avrai piùrespiro per affermarlo. La via  giusta è proprio quella opposta: più io sono capace di affermare gli altri, dire “ si” a loro dentro di me, scoprendoli in me e me in loro, più io sono reale. Sono pienamente reale se il mio cuore dice “ si” a tutti.
Sarò cattolico migliore se non riesco a confutare ogni ombra di protestantesimo, ma se riesco ad affermare la verità che esiste in esso ed andare oltre.
Lo stesso con i musulmani, indù, buddhisti, ebrei…. Ciò non significa sincretismo, indifferenza, amicizia svaporata e noncurante che accetta ogni cosa senza pensare a nulla…Se affermo di essere cattolico solamente col negare ciò che è ebreo…..alla fine troverò che non mi è rimasto molto da affermare per dimostrare che sono cattolico; certamente non avrò il soffio dello Spirito  con cui affermarlo.
Un giorno Gandhi chiese: “ Come può essere fraterno chi crede di possedere la verità assoluta?”… La storia del cristianesimo non fa che risollevare di continuo questa domanda.  Il problema è questo: Dio si è rivelato agli uomini nel Cristo, ma si è rivelato anzitutto come amore. La verità assoluta si può comprendere quindi come amore, ma non in un modo che escluda l’amore. Solo chi ama può  star certo di essere sempre a contatto con la Verità, che in realtà è troppo assoluta per essere capita dalla sua mente….La conoscenza gonfia l’uomo come un pallone e gli conferisce una completezza precaria per la quale egli crede di possedere tutte le dimensioni di una verità la cui totalità è negata agli altri. E finisce perciò di sentirsi in dovere, in virtù della sua superiore conoscenza, di punire o giudicare coloro che non partecipano alla sua verità….

Tomas Merton - Diario di un testimone colpevole




sabato 4 maggio 2019

Se volete essere liberi.....






Se volete essere liberi, raggiungete la conoscenza del vostro vero sé, che non ha forma, né aspetto, né radice, né fondamento, ma è vitale e vivace.
Reagisce con versatilità, ma non si può individuare la sua funzione.   Quindi, se lo cercate ve ne allontanerete, e se continuate a cercarlo ve ne allontanate ancora di più.

Maestro Zen Lin JI( Rinzai 866?)

giovedì 2 maggio 2019

Per un po' potete leggere dei libri......





Per un po' potete leggere dei libri, ma badate a metterli da parte quanto prima perché, se non li abbandonate, vi abituerete a studiare soltanto le belle lettere. E' come cercare di ottenere il ghiaccio riscaldando acqua corrente oppure tentare di ottenere la neve facendo bollire acqua calda. Quindi i Buddha a volte dicono che la verità ultima è esplicabile e a volte non lo è.
Il fatto è che non c'è nulla di esplicabile nella Realtà in sé, che è lo stato di tutte le cose esistenti. 
Quando quest'unica cosa sarà compresa nella sua totalità, tutte le altre seguiranno.

D.T. Suzuki, Saggi del buddhismo zen

giovedì 25 aprile 2019

La meditazione è un potente tonico.....






 La meditazione è un potente tonico che elettrizza tutte le cellule compenetrandole di vibrazioni risolventi e irradiandole di benefiche influenze.

 La meditazione apre le porte della conoscenza intuitiva, eleva e fortifica la mente e conduce l'aspirante verso la sorgente della Vita, del Potere, verso il supremo atman ( il Sé o l'anima).

 La meditazione crea il giusto accordo tra la mente e Dio. Essa può essere con seme ( oggetto di meditazione: Cristo, Buddha, Shiva o l'amore, la gioia, la vita quale unità indivisa..)

Come insegna la Bhagavad Gita ( cap. XII) la meditazione sul 
Non - Manifesto ( senza oggetto o seme) è più difficile di quella sul manifesto.

Raphael - La Meditazione tratto da: Cinque Upanishad,   Asram Vidya

sabato 20 aprile 2019

La rappresentazione di una sconfitta....


Caravaggio, Deposizione nel sepolcro (1602-1603)





E’ la rappresentazione obiettiva di una sconfitta. L’utopia meravigliosa rappresentata dalla vita e dalle opere di Gesù si è dissolta e fra un attimo marcirà per sempre nel buio del Sepolcro. Questo pensano gli astanti, questo hanno pensato gli apostoli che hanno abbandonato il sepolcro e rinnegato Gesù. Il quale in questo momento è la “ pietra scartata dal costruttore” del Salmo biblico. I discepoli lo hanno abbandonato, la storia lo ha espulso. Eppure su quella pietra scartata riposa la salvezza di tutti e ognuno. 
Questo vuole significare la pietra dell’unzione, il “ lapis unctionis” del Salmo biblico che protende verso di noi il suo angolo. Quello che Caravaggio vuole dirci è che Cristo abbandonato e rinnegato dai discepoli, espulso e scartato dalla Storia, nel momento della sua morte, è diventato la pietra angolare dell’umano destino. Questo pensava il credente Michelangelo Merisi da Caravaggio e questo continuiamo a pensare anche noi.
Antonio Paolucci - “ I maestri della Passione” da Luoghi dell’ Infinito


lunedì 8 aprile 2019

Angeli al mattino....




Angeli al mattino possono essere visti fra una rugiada piegarsi,

sorridere, volare.

Gemme e germogli appartengono forse a loro?

Emily Dickinson

sabato 23 marzo 2019

La vita di un uomo è un arco e non un cerchio...



“La vita di un uomo (bìos) è un arco ( biòs) e non un cerchio. L’inizio non si congiunge con la fine per questo l’uomo muore” A  parlare è una voce della cultura greca classica: si tratta, infatti, del detto di un filosofo del VI sec., Alcmeone di Crotone, un pensatore che aveva collocato nel cervello e non nel cuore- come allora si riteneva- la sede della vita psichica e sensoriale. L’affermazione gioca su due parole assonanti, bìos  ” vita” e biòs  “ arco”. Da qui egli trae il simbolo per delineare la nostra finitudine di creature. Noi non siamo un cerchio perfetto e “compiuto” come accade in ciò che è infinito ed eterno, cioè in Dio. Siamo un cerchio spezzato, un “ arco” incompiuto. Proviamo ad accostare liberamente la concezione del libero pensatore alla parola finale di Gesù.
Egli può affermare, dall’alto del trono regale paradossale della croce, di  aver “compiuto”  il cerchio della sua vita e della sua missione, di aver così raggiunto la pienezza circolare. Noi, invece, siamo legati ad una fine che lascia “incompiuti” tanti nostri progetti e spegne il desiderio di andare oltre. Ebbene , se stiamo nella prospettiva della fede, si possono fare due considerazioni. La prima : è necessario essere consapevoli della propria “ finitudine” creaturale e colmarla con il nostro impegno personale “ compiendo” le nostre opere di giustizia ed amore.
Nei Detti dei Padri  della tradizione giudaica c’è un’affermazione di Rabbi Tarfon :
“ Non spetta a te compiere l’opera, ma non sei libero di sottrartene”  ( 2,16).
Questo appello all’impegno si accompagna al monito di evitare l’hybris di compiere noi da soli il cerchio della pienezza.  Si fa intuire allora, in sottinteso, la nostra seconda riflessione. Colui che può “compiere” la creazione e la redenzione, può con la sua potenza salvifica “compiere” fino alla perfezione anche la nostra esistenza.
Se è  “Dio a suscitare in noi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore”, dichiara San Paolo (Fil 2, 13), sarà ancora Lui a “portare a compimento l’opera buona” (Fil 1,6). E’ questa la “grazia”  salvifica divina. La nostra “ Incompiuta” diverrà, così, un’armonia piena e perfetta. Dio ricongiungerà i due estremi del nostro arco imperfetto, creando anche in noi il cerchio del tetélestai divino.

Gianfranco Ravasi – Le sette parole di Gesù in croce - Queriniana



Sono rimasto un bambino.....









Sono rimasto un bambino
Io ho settantaquattro anni, ma mi sento come un neonato. Percepisco chiaramente che, nonostante tutti i cambiamenti, sono rimasto un bambino. Il mio guru mi disse:” Quel bambino, che tu sei anche in questo momento, è il tuo vero Sé ( svarupa). Torna allo stato del puro essere, dove l’ ”io sono” conserva ancora la sua purezza e non è stato contaminato dall’” io sono questo” o”io io sono quello”. Il tuo fardello è fatto di false identificazioni: abbandonale tutte” E poi aggiunse: “ Credimi quando ti dico che sei divino. Accettalo come una realtà assoluta. La tua gioia è divina, come lo è la tua sofferenza. Tutto viene da Dio. Ricordalo sempre. Tu sei Dio, e sarà fatta solo la tua volontà”. Io gli ho creduto e ho ben presto realizzato quanto fossero meravigliosamente vere e appropriate le sue parole. Non ho condizionato la mente pensando: “ Io sono Dio, sono meraviglioso, sono al di là”. Ho semplicemente seguito il suo insegnamento di concentrare la mente sul puro essere, sull’”io sono”, e di rimanerci. Sedevo per ore e ore, senz’altro in mente se non l”io sono”, e in breve tempo la pace, la gioia, l’amore profondo e sconfinato divennero la mia condizione normale. In quello stato scompariva tutto: me stesso, il mio maestro, la vita che avevo vissuto,il mondo intorno a me. Rimaneva solo la pace, in un silenzio insondabile.
Nisargadatta  Maharaj



lunedì 4 marzo 2019

Nella realtà più profonda....






“Nella realtà più profonda, al di la di tempo e spazio, potremmo tutti essere membri di un unico corpo”
James Jeans,astronomo e fisico







“Nell’astronomia Lakota le stelle sono chiamate il Respiro del Grande Spirito. E’ come se i vecchi Lakota avessero previsto la moderna fisica e astronomia, scienze che oggi ci dicono che siamo una trasformazione della materia delle stelle, che il corpo umano è un tipo di cosmologia”
Linda Hogan

domenica 3 marzo 2019

Ribellatevi




...Forte di una vita di osservazione, vi dico,  che se sprofondate nella violenza assisterete all'agonia dell'umanità. Il XXI secolo sarà il secolo della pace o non sarà affatto. Giovani di tutti i paesi vi chiedo di essere la generazione di pace su una Terra fraterna...E che non si tratti di un'utopia, ma di un obiettivo strategico! Perché ciascuno di voi ha la responsabilità personale di far sì che il XXI secolo non riproduca la devastazione e lo spargimento di sangue del passato. 
Vorrei che la vostra generazione fosse la prima a praticare ciò che chiamo " igiene emotiva". E' importante che sin dalla più tenera età si insegni ai bambini a comprendere le loro emozioni, piuttosto che reprimerle. Esserne consapevoli è fondamentale, ed è per questo che nel maggio 2016 ho promosso un "Atlante delle Emozioni". Si tratta di una cartografia esaustiva e precisa degli stati emotivi...Grazie 
all' Atlante sarete in grado di neutralizzare ed eliminare i sentimenti negativi ed autodistruttivi, per poi coltivare le emozioni positive....Non crediate che praticare l'altruismo equivalga a privarsi di qualcosa o a trascurare se stessi. Scoprirete al contrario che in virtù del principio dell'interdipendenza, facendo del bene agli altri lo farete anche a voi stessi. E capirete quanto è innaturale l'egocentrismo. perché contraddice la realtà dell'interdipendenza. Guardando alle vostre vite, vi esorto a osservare come l'egoismo vi chiuda tutte le porte, mentre l'altruismo ve le dischiude....

Sua Santità il XIV Dalai Lama

sabato 2 marzo 2019

Non chiederci la parola....





Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
Perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo
Eugenio Montale

martedì 12 febbraio 2019

Il Barrito Cosmico Del Signore Ganesha **







Il bindu desidera espandersi nuovamente, ridivenire un essere, manifestarsi e moltiplicarsi, pertanto il desiderio lo infuoca fino a farlo diventare una palla incandescente.  Raggiunta la massima temperatura e la massima pressione esplode.    Questa  esplosione del bindu è chiamata bindu visphota. Così avviene l’esplosione  dal nulla privo di dimensione; il punto iniziale privo di dimensione cessa di essere nulla, riemerge nell’essere.
L’attuale spazio tridimensionale è l’espansione volumetrica di bindu che è chiamato Saguna Brahman  ( Brahman con dimensione).  
Saguna Brahman è l’espansione tridimensionale di Nirguna Brahman ( privo di dimensione): questo è il bindu originale.
Saguna Brahman e Mula Prakriti ( la natura originale) sono uguali e indivisibili. Shankara ( l’esponente della filosofia non  dualistica) ha riconosciuto i due come sinonimi. Nella sua costante circumvallazione nello spazio tridimensionale, la natura crea la manifestazione. Lo spazio è Prakriti ed è occupato dalla sua propria deformazione (vikriti).
Il suono dell’esplosione iniziale è stato equiparato ai l barrito di un elefante.  All’origine il bindu ha risuonato come un elefante cosmico e l’universo tridimensionale ha iniziato la sua espansione.
In sanscrito barrito si dice brihmita o brihatika e la radice della parola Brahman deriva da bramita. Dal momento che l’elefante cosmico è la causa ed è il Signore di tutti i guna ( gli elementi costituenti la natura) dell’universo, venne chiamato Ganapati o Ganesha. 
Ganapati viene rappresentato anche con  un diagramma con due triangoli equilateri che si intersecano. Il punto centrale è bindu o l’elefante cosmico. I due triangoli con i relativi vertici rappresentano l’espansione volumetrica di bindu, dunque la manifestazione nella sua espansione tridimensionale ovvero mula prakriti o espansione.
Questa l’origine della venerazione tributata in India a Ganesha,il Signore che rimuove gli ostacoli , il cui barrito ha dato origine alla manifestazione.  la cui festa cade in India nella metà del mese di settembre.


Liberamento  tratto da un articolo di:
 K.M. Gupta  -  Time of India