giovedì 30 marzo 2017

Lo Yoga trasforma la teologia in esperienza pratica....**






Lo Yoga pone l’uomo in grado di percepire la verità in tutte le religioni. I Dieci Comandamenti vengono predicati, con parole differenti, in ogni religione. Ma i due comandamenti massimi sono quelli sottolineati da Gesù: “ Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua anima”, e  “ Ama il prossimo tuo come te stesso”.
Amare Dio “ con tutta la tua mente” significa ritirare l’attenzione dai sensi e darla a Dio, dare a Lui tutta la propria concentrazione nella meditazione. Ogni ricercatore di Dio deve imparare a concentrarsi…Lo Yoga insegna che, per trovare il Padre, è necessario cercarLo prima con tutta la nostra mente, con concentrazione esclusiva.
Alcuni dicono che gli indù sono più adatti alla pratica dello yoga, che lo Yoga non è fatto per gli occidentali. Questo non è vero…Lo Yoga è per tutti, per la gente dell’Occidente e per quella dell’Oriente. Non diremmo che il telefono non è fatto per l’Oriente solo perché è stato inventato in Occidente. Così anche per i metodi Yoga, benché siano stati sviluppati in Oriente, non sono riservati esclusivamente all’Oriente, ma sono utili a tutta l’umanità.
Che un uomo sia nato in India o in America un giorno dovrà morire. Perché dunque non imparare a “ morire ogni giorno”  in Dio come San Paolo?  Lo Yoga ne insegna il metodo. L’uomo vive nel corpo come un prigioniero: quando ha finito di scontare la sua condanna, deve sopportare l’umiliazione di esserne buttato fuori a calci. L’amore del corpo dunque, non è che amore per una prigione. Abituati da lungo tempo a vivere nel corpo, abbiamo dimenticato cosa significa essere veramente liberi. L’essere nato in Occidente non è una scusa per non cercare la libertà. E’ essenziale per ogni uomo scoprire la propria anima e conoscere la propria natura immortale. Lo Yoga indica la strada. 


Paramahansa Yogananda
L’eterna ricerca dell’uomo

L’universalità dello yoga
Tempio della Self-Realization di Hollywood
California 21 maggio1944




mercoledì 29 marzo 2017

Lo yoga è un sistema di metodi scientifici...*






Paramahansa Yogananda
L’eterna ricerca dell’uomo

L’universalità dello yoga
Tempio della Self-Realization di Hollywood
California 21 maggio1944

Lo Yoga è un sistema di metodi scientifici volti a riunire l’anima allo spirito…Lo Yoga ci insegna a elevarci oltre l’illusione della separazione e a realizzare la nostra unità con Dio. Milton, il poeta, scrisse dell’anima umana e di come potrebbe riguadagnare il paradiso. Questo è lo scopo ed il traguardo dello Yoga: riguadagnare il paradiso perduto della coscienza dell’anima che fa conoscere all’uomo che egli è, ed è sempre stato tutt’uno con lo Spirito.
Le varie religioni del mondo si basano più o meno sulle credenze dell’uomo. Ma la vera base della religione dovrebbe essere una scienza che tutti i devoti possono applicare per raggiungere il nostro Unico Padre: Dio. Questa scienza è lo Yoga. La pratica di una scienza della religione si impone. I differenti  ismi  hanno tenuta l’umanità divisa, benché Gesù abbia fatto notare:” Se una casa è divisa in se stessa, la casa non può stare in piedi”. (Matteo 3,25)  L’unità tra le varie religioni può essere raggiunta solo quando gli individui che praticano quelle religioni diventano effettivamente coscienti del Dio interiore. Allora avremo una vera fratellanza dell’uomo sotto la Paternità di Dio….Questa unità di spirito è dimostrata dai grandi uomini, quelli che hanno realizzato Dio. I ciechi non possono guidare i ciechi; solo un Maestro, cioè uno che conosca Dio, può legittimamente istruire altre persone su di Lui. Per riguadagnare la propria divinità si deve avere un tale Maestro, o Guru. Colui che fedelmente segue un vero Guru diviene simile a lui, perché il Guru contribuisce ad elevare il discepolo al proprio livello di realizzazione….I Maestri indù hanno insegnato che, per conquistare la più profonda conoscenza, bisogna focalizzare lo sguardo attraverso l’onnisciente occhio spirituale..La pratica dello Yoga aiuta l’aspirante ad aprire l’occhio singolo della coscienza intuitiva...

martedì 28 marzo 2017

Il termineYoga in sanscrito.....








 Il termine Yoga in sanscrito ha molti significati. In senso letterale, che è etimologicamente affine al latino iugum, al tedesco joch e al nostro giogo, esso significa “aggiogare” e in traslato, l’impiego di tutte le forze per tendere al raccoglimento e alla concentrazione dell’attività spirituale su un punto: ciò significa la contemplazione portata al grado di perfezione artistica. La stessa parola è pure usata nel senso di “messa in azione”, “agire”, “prassi” e ancora nel significato di “unione” (per esempio unione dell’anima con la divinità): è anche adoperata per la “devozione” che produce quell’unione stessa.
Dato che l’essenza della dottrina yoga consiste in un sistematico tirocinio del pensiero, si deve far derivare il termine dall’equivalente indiano di “tensione”, senza dimenticare che anche il significato di “prassi”, “unione con la divinità e devozione” hanno maggiore o minore importanza a seconda dei casi, specie in alcune dottrine.
Già nel Rg-Veda si parla di sapienti e di divinità che avrebbero acquisito delle forze magiche mediante “tapas”, vale a dire riscaldamento interiore, una specie di profonda e silenziosa incubazione in se stessi: il canto 10,136 descrive un “Keshin” (asceta dai lunghi capelli) che nella sua estasi vola per l’aria e, vagando per il sentiero degli esseri e degli animali celesti, ne osserva tutti gli aspetti…….Nei Brahmana sono raccomandati la recitazione dei testi sacri , il mormorare delle sacre sillabe e del mistico suono “OM”, quali mezzi per giungere a conoscenze soprannaturali. Il Shathapatha (XI, 5,7,1) afferma che colui il quale intraprende per se stesso la recitazione del Veda raggiunge un allenamento spirituale che lo mette in condizione di raffrenare i sensi, acquistare la contentezza interiore e accrescere la conoscenza, senza tener conto della facoltà di dormire ottimamente ed essere il proprio medico….Si può quindi ben dire che le radici dello Yoga s’affondano già nel Veda e che le dottrine sulla meditazione dell’epoca classica rappresentano lo sviluppo, ottenuto attraverso un processo di spiritualizzazione e di interiorizzazione, delle concezioni enunciate embrionalmente nei Veda.
….Ma il fatto che si possano riscontrare delle forme preliminari di Yoga nei Veda non ci autorizza forzatamente a dedurre che si tratti di un fenomeno specificatamente ario: sarebbe piuttosto da pensare che siano stati valorizzati degli elementi pre-ari, tant’è vero che si è creduto di poter riconoscere uno Shiva assorto in meditazione in una rappresentazione di divinità seduta in una posizione yoga, ritrovata nel bacino dell’indo.
Nelle Upanishad del periodo antico si attribuisce già un compito importante alla meditazione (dhyana) e si fa pure menzione degli esercizi respiratori (Brh.1,5,3) e del ritirarsi degli organi nell’atman ( Chand.,8,15) come di mezzi ausiliari per la sua realizzazione. La parola “Yoga”, invece, non appare che nella Taitt. (2,4), dove si legge: “Lo Yoga è il Sé stesso (atman) nel Se stesso consistente nella coscienza (vijnanamaya atman) “ Nelle Upanishad del periodo medio, invece, non solo incontriamo parecchie volte il termine “Yoga”….Lo Yoga occupa un posto preminente nel Mahabharata. In numerosi punti esso appare come il corrispondente pratico del Sankhya teoretico:…se con l’ausilio del sankhya si poteva progredire fino alla conoscenza dello “Spirito tutto”, con gli esercizi yoga se ne raggiungeva la realizzazione pratica….


Von Glosenapp
Filosofia indiana
       pag 153-4

mercoledì 22 marzo 2017

Hatha Yoga Pradipika **






Hathayoga-Pradipika
Svatmarana

Sia gloria al santo Adinatha che insegnò la scienza dello Hatha-yoga: essa risplende come una scala per colui che desidera salire all’eccelso Raja-yoga.

Dopo aver reso omaggio al Signore nella persona del proprio santo maestro, lo yogin Svatmarana espone la scienza dello Hatha- yoga esclusivamente per consentire di ottenere il Raja-yoga.

Svatmarana, profondamente compassionevole, offre la piccola lampada dello hatha a coloro che vagano in quell’oscurità che è la molteplicità delle opinioni, poiché non conoscono il Raja-yoga

…….Lo Hatha-yoga è un rifugio, come una cella monastica, per coloro che sono afflitti da tutti i tipi di sofferenza; lo Hatha-yoga è come la tartaruga che sorregge i mondi per coloro che praticano tutti i tipi di Yoga.

…….Sei cose rendono vano lo Yoga: cibo eccessivo, sforzi troppo violenti, chiacchiere oziose, osservanza di obblighi religiosi particolari, relazioni con la gente e volubilità.

…….Lo Yoga giunge a perfetto compimento grazie a sei qualità: determinazione, ardimento, perseveranza, conoscenza del Reale, certezza, abbandono della gente.

…….Chi pratica le azioni prescritte dallo Yoga ottiene la realizzazione ultima; come può ottenerla chi si astiene dalle attività?

…….La realizzazione dello Yoga non nasce dalla mera lettura dei trattati.

…….Né l’indossare le vesti dello yogin, né parlare di Yoga è causa della realizzazione finale, bensì la pratica è la causa della realizzazione. Questa è la verità, senza dubbio.

………Gli asana, i vari tipi di kumbhaka e le eccellenti pratiche, tutti debbono essere usati nell’esercizio  dello hatha, fino al raggiungimento del frutto, il Raja-yoga