Museo Guimet, Parigi |
Fulmine e campanella, vajra e
ghanta, dorje e drilbu, sono gli oggetti più usuali del Veicolo di
Diamante. Riti e cerimonie non sono concepibili senza di essi: dalla
meditazione solitaria alle vaste assemblee che caratterizzano la vita delle
comunità monastiche.
Il simbolo è associato all’incorruttibile purezza del diamante, alla
verità che nessuna forza, né arma potrebbe distruggere.
Il fulmine nella mano destra del praticante è garanzia di
stabilità nel metodo, e la campanella
nella mano sinistra ricorda la saggezza della Vacuità. L’equilibrio tra i due
poli è ottenuto trasversalmente con le mudra,
i gesti rituali. Nelle mani dei maestri
dell’interpretazione esoterica, questa coppia inseparabile rappresenta
l’unità del potere maschile e dell’energia femminile, o, ancora, l’emblema
dell’unità duale delle verità assolute e relative.
Il doppio dorje, o vajra incrociato, è interpretato come la Ruota
della Buona Legge. Composto da due fulmini uniti al centro, esso materializza
l’indistruttibilità dell’essenza di tutti i fenomeni, la comprensione totale
della verità adamantina.
Il dorje orna molto spesso l’impugnatura della campanella, segno che
le loro funzioni sono indissociabili nella pratica quotidiana. Il prototipo di
questo di questo emblema per eccellenza del buddhismo tibetano è gelosamente
conservato nel monastero di Sera, nei dintorni di Lhasa. E’ accessibile al
pubblico una sola volta all’anno, in occasione di un’importante cerimonia.
Sarebbe appartenuto allo stesso Padmasambhava… (continua)
Museo Guimet, Parigi |
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