venerdì 7 luglio 2017

Sia fatta la tua volontà...***




In genere tiriamo allegramente avanti, nella maggior parte dei casi ciechi alla nostra vocazione. 
Come illuminare la cecità, come riconoscere la nostra vocazione, il nostro Maestro? Come capire il " Sia fatta la Tua volontà' ?
Bisogna passare per due stadi della pratica. Primo bisogna riconoscere onestamente che non ho nessuna voglia, nessuna intenzione di fare la Tua volontà. Voglio fare ciò che voglio io, voglio avere ciò che voglio io, voglio cose piacevoli: successo, salute, piacere. L'io voglio permea ogni cellula del nostro corpo, non riusciamo a concepire una vita diversa. Poi sedendo con pazienza nel corso degli anni, con tutta la consapevolezza che siamo in grado di nutrire, prende forma il secondo stadio: si sviluppa nelle nostre stesse cellule, la comprensione di chi siamo davvero e, parallelamente, si indeboliscono le opinioni concettuali. Alcuni amano considerare lo Zen come una cosa esoterica e a sé stante.
Non è così. E' una lenta  discesa al livello cellulare che, anno dopo anno, ci insegna qualcosa. Alla fine, senza bisogno di argomentazioni filosofiche, incominciamo a conoscere il Maestro.
L'io voglio e la Tua volontà diventano sempre più la stessa cosa.
Ecco la vita che vogliamo davvero. Come arrivarci? Attraverso una vita di pratica.
Charlotte Joko Beck,  Zen quotidiano - Ubaldini editore

giovedì 6 luglio 2017

Sia fatta la tua volontà....**





Nella pratica religiosa, un problema comune è il tentativo prematuro di dire " sia fatta la tua volontà" senza comprendere prima che cosa implica. Prima di poter comprendere la Tua volontà devo cominciare a capire la natura illusoria del mio desiderio; devo capire sempre meglio che la mia vita è un unico " io voglio, io voglio, io voglio".           
Che cosa voglio? Qualunque cosa, banale o  " spirituale", ma soprattutto voglio che tu sia come io vorrei.
 Le difficoltà nascono dal fatto che, prima o poi, ciò che io voglio si scontra con ciò che vuoi tu. Ecco la sofferenza. L'esempio di Madre Teresa dimostra che, dove non c'è io voglio, c'è gioia; la gioia di fare ciò che va fatto senza alcun io di mezzo.
Un' altra lezione che ci dà è la differenza tra lavoro e vocazione.
Possiamo essere medico, studente, idraulico, mogli o marito...senza che sia la nostra vocazione. Il dizionario ci dice che " vocazione" viene dal latino vocare, chiamare. Tutti noi, lo sappiamo o no, siamo chiamati dal Vero Sé ( la tua volontà). L'azione di Madre Teresa non sta tanto nel servizio dei poveri quanto nella risposta alla chiamata.  Servire i poveri non è il suo lavoro, ma la sua vocazione.
Il nostro lavoro e la nostra vocazione dovrebbero essere la stessa cosa. Quando abbiamo visto chi è il Maestro, il lavoro scorre agevole. Finché non l'abbiamo capito, il nostro lavoro è imperfetto, come lo sono i nostri rapporti e ogni situazione in cui ci troviamo. 
(cont.)  op. cit.

Sia fatta la tua volontà......*




Ho visto un servizio dedicato a madre Teresa di Calcutta. Dicono che è una santa, ma dubito che questa definizione significasse qualcosa per lei. Ciò che mi ha più colpito è la sua capacità di occuparsi ogni volta del prossimo compito, totalmente assorbita nell'azione. E' questo che dobbiamo imparare. La sua vita coincide con il suo lavoro, ogni dovere compiuto con tutto il cuore, attimo dopo attimo.
Noi, occidentali sofisticati, facciamo fatica a comprendere tale stile di vita: è molto difficile, ma è la nostra pratica. Sia fatta non la mia, ma la Tua volontà. Non c'è una spaccatura fra me e Te, ma c'è diversità: la mia vita è una forma specifica apparsa nel tempo e nello spazio, mentre la Tua ( la Tua volontà) non è né tempo, né spazio, ma il loro manifestarsi: il crescere di un unghia, il lavoro di filtro del fegato, l'esplosione di una stella, il profondo dolore e la meraviglia dell'universo. Il Maestro. ( continua)
Charlotte Joko Beck, Zen quotidiano - Ubaldini editore

mercoledì 28 giugno 2017

Noi crediamo nel " fare", l'indiano nell'immoto " essere"....


Sanchi



"Chi ha visto una volta il Borobudur e Sanchi  difficilmente può sottrarsi all’impressione che qui siano all’opera un atteggiamento spirituale o una concezione insoliti per l’europeo, se non è già avvertito dalle mille altre impressioni della vita indiana.” In quest’articolo Jung commemorava la morte di Zimmer a cui doveva la conoscenza approfondita di alcuni aspetti della cultura indiana, soprattutto dei miti e dei simboli antichi indiani e delle discipline dello Yoga e di altre particolari pratiche religiose…… “Dio- scriveva Jung-“ è per noi europei il signore dell’universo…abbiamo una religione dell’amore del prossimo…l’India invece parla di dhyana, meditazione ed immersione, la divinità è nell’intimo di tutte le cose e innanzi tutto nell’uomo, ci si volge dall’esterno all’interno….Noi crediamo nel “fare”, l’indiano nell’immoto “essere….La nostra pratica religiosa consiste nel venerare, adorare, glorificare; la pratica più essenziale per l’indiano è invece lo Yoga, l’immergersi in uno stato che noi diremmo incosciente, ma che egli vanta come la coscienza più alta” …."Attraverso il dhyana, cioè l’immersione e l’approfondimento della contemplazione, l’inconscio ha, come pare, preso forma. E’ come se la luce della coscienza, avendo cessato di illuminare gli oggetti del nostro mondo esterno sensibile, illuminasse ormai la tenebra dell’inconscio. "

Borobudur 


(C.G.Jung-La simbolica della spirito)
 
Tratto da “ Mandala”
di Antonio Monroy

lunedì 5 giugno 2017

L'importanza delGuru




L’importanza del GURU

C’è un’enormità di calorosi dibattiti e controversie, tra molte persone, circa la necessità di un guru. Alcuni asseriscono con forza e veemenza che per l’Autorealizzazione non è affatto necessario un precettore, e che si può avere un progresso spirituale ed Autoilluminazione soltanto attraverso i propri sforzi. Citano diversi passi delle scritture e trovano argomenti e ragionamenti che li sostengono. Altri asseriscono energicamente, con più grande forza ed enfasi, che nessun progresso spirituale è possibile per un uomo, per quanto intelligente possa essere e per quanto faticosamente possa sforzarsi nel sentiero spirituale, finché non ottiene la grazia benigna e la guida diretta di un precettore spirituale.
Adesso aprite gli occhi e osservate attentamente ciò che succede in questo mondo, in ogni professione. Persino un cuoco ha bisogno di un maestro….un giovane legale vuole l’aiuto e la guida di un avvocato più anziano. Gli studenti di matematica e medicina necessitano l’aiuto e la guida di un professore….E’ universalmente ammesso che su questo piano fisico c’è bisogno di un competente maestro in ogni ramo della disciplina…Se è così per l’ordinaria conoscenza secolare, cosa dire allora dell’interiore sentiero spirituale, dove lo studente deve  camminare da solo e con gli occhi chiusi? E’ universalmente ammesso che su questo piano fisico c’è bisogno di un competente maestro in ogni ramo della conoscenza…Questa è un’universale e inesorabile legge della natura Allora perché negare nel regno della spiritualità questa legge universalmente accettata? La conoscenza spirituale è una questione di guruparampara.  E’ trasmessa da guru a discepolo. Studiate la Brihadanyaka Upanishad, capirete esaurientemente…..
E’ un gran peccato che l’attuale sistema di educazione in India non è favorevole all’educazione spirituale del sadhaka . Le menti  degli studenti sono saturate del veleno del materialismo. Gli aspiranti del giorno d’oggi non hanno nessuna idea  della vera relazione tra guru e discepolo. Non è come la relazione tra uno studente e l’insegnante. La relazione spirituale è completamente differente; implica dedizione; è molto sacra, è puramente divina….. Sul sentiero spirituale, l’aspirante incontra ostacoli e impedimenti, pericoli, trappole e cadute; può anche commettere errori nella sadhana. Un guru, che ha già percorso il sentiero e raggiunto la meta, è estremamente necessario per guidarlo.
Guru è uno che ha piena autoilluminazione e che rimuove il velo dell’ignoranza nei jjva illusi….Il guru è lo stesso Brahman. Il guru è Ishwara. Una parola di lui è una parola di Dio. Egli non ha bisogno d’insegnare a nessuno. Anche la sua stessa presenza o compagnia è elevante, ispirante e tocca l’anima. Vivere in sua compagnia è educazione spirituale..Il guru è vostra guida e precettore spirituale….E’ una benedizione per l’umanità sofferente…E’ un oceano di compassione. Tutte le agonie, le miserie, le tribolazioni, le ombre della mondanità svaniscono in sua presenza.
Svami Sivananda
Kundalini Yoga

Lo yoga è un perfetto sistema pratico di autosviluppo...






Svami Sivananda

Lo Yoga è un perfetto sistema pratico di autosviluppo.  Lo Yoga è una scienza esatta. Esso mira  allo sviluppo armonico di corpo, mente e anima. Yoga è vita eterna nell’anima o Spirito. Lo Yoga mira a controllare la mente e le sue modificazioni. Il sentiero dello Yoga è un sentiero interiore la cui porta è il vostro cuore. Il suo scopo è il raggiungimento della perfezione spirituale o Autorealizzazione. 
La pratica dell’autocontrollo, l’equilibrio mentale, la verità, la compassione, la purezza e la mancanza di egoismo costituiscono il processo dello Yoga.
Alcuni studenti di Yoga pensano che solo chi può volare nello spazio, camminare sull’acqua, e fare altri miracoli del genere, può essere chiamato uno yogi. E’ un triste errore. Essere pieno di pace, essere calmo, diffondere gioia, avere un intenso desiderio di realizzare Dio, avere spirito di servizio e  di devozione, essere autocontrollato- questo è il vero Yoga. Volare nello spazio non è Yoga. Perché uno dovrebbe aspirare a volare come un uccello, dopo avere ottenuto la nascita umana? Dovete avere un cuore volenteroso di servire tutti e il desiderio di possedere tutte le virtù divine.
Questo è lo Yoga.   Il vostro ideale è di essere buono e di fare il bene….
Persino il nirvikalpa samadhi non è necessario. Perché volete fondervi con l’assoluto? Abbiate un piccolo velo d’individualità e servite qui come nitya-siddha. Possedete le divine qualità e muovetevi come un essere divino su questa terra. Non aspirate ai poteri. I poteri verranno da sé….Dite la verità. Adorate la madre come Dio, il padre come Dio, l’insegnante come Dio, l’ospite come Dio: Date; ma date con modestia. Date con buona volontà. Date con amore.    Il servizio disinteressato è la cosa più alta su questa terra. Il servizio vi renderà divini…Il servizio vi darà la Coscienza Cosmica- il servizio disinteressato senza attaccamento. Ma nessuno vuole servire! Ognuno vuole essere servito dagli altri. Dovrete uccidere l’ego. Dovrete polverizzarlo, renderlo polvere. Dovrete estrarre olio dalle vostre ossa e bruciarlo per sei mesi.
Tale è, per così dire, la fatica per progredire sul sentiero dell’Autorealizzazione…..
Siate buoni; fate il bene. Questa è l’essenza degli insegnamenti di tutte le scritture del mondo….
Uno che non ha controllato i sensi, chi non è sincero , gentile, compassionevole e puro non può fare nessun progresso nella sadhana. L’energia defluisce da tutte le vie del suo corpo; la sua guaina vitale è indebolita; la sua mente è completamente estroversa; il suo intelletto ottuso; la sua anima avvolta in dense tenebre. Per un tale uomo, la meditazione è solo un sogno. Perciò insisto con tutti gli aspiranti spirituali che essi devono:
1.      Impegnarsi nel nishkama karma yoga, per la purificazione di sé e la coltivazione della virtù;
2.      Praticare quanto più japa possibile, allo scopo di guadagnare la grazia divina.
Una volta che i sensi sono controllati e il cuore purificato l’aspirante farebbe bene a ricordare le due grandi parole d’ordine della sadhana:
aAbhyasa ( la pratica costante, intensa, ininterrotta, regolare e sistematica)
 e
bVairagya ( non attaccamento agli oggetti dei sensi, avversione verso tutti i piaceri sensuali).
     Nella misura in cui l’aspirante si sviluppa in questi due e questa condizione diviene intensa, allora la mente sarà in uno stato di meditazione costante. Mentre le vostre mani sono impegnate nel lavoro del giorno, la mente sarà beatamente distaccata dal mondo, testimoniando pacificamente (sakshibhava) il gioco dei sensi e degli oggetti dei sensi. Quando siete stabilito in questo stato siete un perfetto yogi…Le vostre azioni saranno in sintonia con la Volontà Divina. Avrete sovrumani poteri d’intelletto, mente e corpo. Non sarete mai stanco, pigro o depresso. Le vostre parole avranno il potere di trasformare la vita. Il vostro cuore sarà pieno di compassione e d’amore per l’umanità, e tutta l’umanità sarà attirata verso di voi. Diventerete un magnete spirituale. Risplenderete come yogi, saggio e jivanmukta. Sarete libero. Questa è la meta.
Che Dio vi benedica.

mercoledì 24 maggio 2017

Forse la ragione più profonda che ci fa temere la morte...







Forse la ragione più profonda che ci fa temere la morte  è il non sapere chi siamo. Crediamo di essere un’individualità personale, unica e separata; ma se osassimo esaminarla, scopriremmo che questa individualità dipende da una serie infinita di cose che la sorreggono: nome e cognome, la nostra “ biografia”, il compagno o la compagna, la famiglia, la casa, il lavoro, gli amici, le carte di credito…E’ sul loro fragile appoggio transitorio che costruiamo la nostra sicurezza.  
 Sogyal Rinpoche

giovedì 18 maggio 2017

YOGA: La scienza dell'anima.....





..Lo Yoga è una scienza, una metodologia per il risveglio interiore... ma senza motivazioni ed attaccamento.... I desideri sono caduti, la mente si è arrestata, e questo è Yoga....

...Il Buddha diceva.....che si diventa quello che si pensa. Il pensiero determina tutto ciò che sei. Se sei finito dipende dal tuo punto di vista: abbandona questa opinione e diventi infinito....L’intero processo dello Yoga tende proprio a questo: come abbandonare la cornice, come distruggere lo specchio, come spostarsi dal riflesso a ciò che è reale, come andare oltre i confini.

I confini sono creati da noi, non sono reali, sono semplici pensieri. Per questo, quando nella mente non esistono pensieri, tu non esisti. Una mente priva di pensieri è priva di ego, una mente priva di pensieri è senza limiti; una mente priva di pensieri è già l’infinito. 

..,Lo Yoga è il sentiero che collega la parte conscia con l’inconscio. La parte conscia è inattiva. La parte inconscia è quella che agisce. Cambia l’inconscio solo allora la tua vita avrà un vero significato.  

Lo Yoga non crede in una comprensione mentale. Crede nella comprensione del corpo: una comprensione del corpo in cui è coinvolta la tua totalità. Tu non cambi solo a livello mentale, cambiano anche le fonti profonde del tuo essere

Tutti i passi dello Yoga servono a disfare qualcosa che hai costruito. Sono un processo in negativo: non si deve creare nulla di nuovo, si deve solo distruggere ciò che è sbagliato....non devi fare nulla in positivo, solo qualcosa in negativo. Il positivo è già nascosto dentro di te. E’ simile ad un fiume che scorre nascosto sotto la roccia. Vuole essere liberato e scorrere. La roccia è presente e la si deve spostare....

...Per questo lo Yoga può diventare estremamente significativo e denso di valori per la mente moderna, perché può salvarti. Ti può insegnare di nuovo come essere qui e ora, come scordare il passato, come dimenticare il futuro e restare nel momento presente con una intensità tale da rendere questo momento atemporale: questo preciso istante diventa eternità. 

Lo Yoga afferma...che più sei impaziente e maggiore sarà il tempo che occorrerà alla tua trasformazione. Più hai fretta, più ritarderai. 
......il maestro Zen Buizhang Huaihai ha detto:” Cerca e non troverai; non cercare, e troverai immediatamente. Fermati ed è lì. Corri e non è da nessuna parte”. 


Osho
Yoga: La Scienza dell’Anima

venerdì 12 maggio 2017

Hosho: Aprirsi alla vita.....





.....Tu hai detto che quando il corpo sottile è fuoruscito, non può rientrare completamente nel corpo fisico; l’interazione e l’armonia esistenti tra loro sono distrutti per sempre. Ecco perché gli yogin sono sempre malati e muoiono in giovane età..Come possiamo prepararci per evitare questo conflitto? Si può ridurre al minimo questa possibilità? E come ?
Anche in questo caso si deve comprendere che, quando il corpo sottile esce da  quello fisico, l’ordine naturale viene necessariamente distrutto. Non si tratta di un fenomeno naturale; lo si dovrebbe definire soprannaturale. Quando accade un fenomeno contrario, o superiore alla natura, l’intera armonia e l’equilibrio naturali si trasformano in disordine. E’ necessaria una grande preparazione per proteggersi da un tale stato di disordine. In questo caso, diversi yogasana e mudra, le posizioni dello Yoga, sono utilissimi. In realtà, tutte le tecniche dell’Hatha-yoga servono proprio a questo: hai bisogno di un corpo straordinario, un corpo comune non servirà. Hai bisogno di un corpo d’acciaio, in modo che possa resistere a un fenomeno innaturale di tale portata.
Per esempio, tra il corpo di Ramamurti e quello di qualsiasi altro essere umano non c’erano differenze fondamentali, ma egli conosceva alcuni principi. Uno di questi lo vediamo ogni giorno, ma non ci facciamo mai caso: un pneumatico gonfiato può sopportare il peso di una macchina. Fa uscire un po’ d’aria e la macchina non si muoverà più …
Attraverso una speciale tecnica di pranayama è possibile riempire i polmoni di tanta aria da poter sostenere, con il corpo, il peso di un elefante. Il torace funziona esattamente come un pneumatico, come una camera d’aria. …….
L’Hatha- yoga ha scoperto molte tecniche che danno al corpo una speciale disciplina. Sono discipline come queste che creano la differenza. Ecco perché un hatha yogin non muore mai giovane, al contrario di un raja yogin come Vivekananda o Shankara. La ragione è che l’hatha yogin impartisce al corpo, prima che possa accadere un evento del genere, una disciplina totale. Per preparare il corpo a qualsiasi evento innaturale, egli svolge delle pratiche innaturali……………………
Nel Tibet, un lama sta seduto nudo in mezzo alla neve, e sarai stupito che sta sudando. Questo lama sta lavorando perché il suo corpo sudi anche sotto la neve. Il suo sforzo  è molto innaturale.   Esistono diversi altri modi per preparare il corpo. Se il corpo ha attraversato questa preparazione, si adatta a sopportare qualsiasi evento innaturale. A quel punto non subirà danni; ma di solito queste preparazioni richiedono anni. Di conseguenza la disciplina del Raja yoga trova inutile spendere tanti anni in preparativi, solo per vivere un po’ di più. Venti o trent’anni…. Se un’uomo comincia all’età di quindici anni, ne avrà cinquanta quando sarà completamente pronto.
Per questo la disciplina del Raja  yoga ha deciso di non preoccuparsi troppo del corpo. Se accadesse un evento innaturale ed il corpo morisse, andrebbe bene comunque. Che bisogno c’è di tutelarlo?..Ecco perché Shankara è morto all’età di trentatré anni. Il suo corpo non era preparato a reggere un evento di tale portata…….Se qualcuno avesse detto a Shankara:” Praticando l’Hatha- yoga avresti potuto vivere fino a settant’anni” egli avrebbe risposto: “ Ma avrei dovuto lavorare quarant’anni per questo. Trovo che sia inutile fare uno sforzo simile. Mi piace l’idea di morire all’età di trentatré anni, non ci trovo nulla di sbagliato.”
Ecco perché a poco a poco l’Hatha-yoga è decaduto: nessuno era pronto a seguire la sua lunghissima disciplina. Ma la mia sensazione è che, in futuro, potrebbe tornare in auge, se venisse sostenuto dall’uso della scienza. Secondo me, ciò che prima richiedeva trentacinque anni, adesso, con l’ausilio della scienza, si può completare in cinque…Comunque ci vorranno anni prima che possa nascere un Hatha-yoga scientifico; e io credo che nascerà in Occidente, non in India, perché l’India non possiede alcun contesto scientifico..
 OSHO

Aprirsi alla vita