sabato 23 marzo 2019

La vita di un uomo è un arco e non un cerchio...



“La vita di un uomo (bìos) è un arco ( biòs) e non un cerchio. L’inizio non si congiunge con la fine per questo l’uomo muore” A  parlare è una voce della cultura greca classica: si tratta, infatti, del detto di un filosofo del VI sec., Alcmeone di Crotone, un pensatore che aveva collocato nel cervello e non nel cuore- come allora si riteneva- la sede della vita psichica e sensoriale. L’affermazione gioca su due parole assonanti, bìos  ” vita” e biòs  “ arco”. Da qui egli trae il simbolo per delineare la nostra finitudine di creature. Noi non siamo un cerchio perfetto e “compiuto” come accade in ciò che è infinito ed eterno, cioè in Dio. Siamo un cerchio spezzato, un “ arco” incompiuto. Proviamo ad accostare liberamente la concezione del libero pensatore alla parola finale di Gesù.
Egli può affermare, dall’alto del trono regale paradossale della croce, di  aver “compiuto”  il cerchio della sua vita e della sua missione, di aver così raggiunto la pienezza circolare. Noi, invece, siamo legati ad una fine che lascia “incompiuti” tanti nostri progetti e spegne il desiderio di andare oltre. Ebbene , se stiamo nella prospettiva della fede, si possono fare due considerazioni. La prima : è necessario essere consapevoli della propria “ finitudine” creaturale e colmarla con il nostro impegno personale “ compiendo” le nostre opere di giustizia ed amore.
Nei Detti dei Padri  della tradizione giudaica c’è un’affermazione di Rabbi Tarfon :
“ Non spetta a te compiere l’opera, ma non sei libero di sottrartene”  ( 2,16).
Questo appello all’impegno si accompagna al monito di evitare l’hybris di compiere noi da soli il cerchio della pienezza.  Si fa intuire allora, in sottinteso, la nostra seconda riflessione. Colui che può “compiere” la creazione e la redenzione, può con la sua potenza salvifica “compiere” fino alla perfezione anche la nostra esistenza.
Se è  “Dio a suscitare in noi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore”, dichiara San Paolo (Fil 2, 13), sarà ancora Lui a “portare a compimento l’opera buona” (Fil 1,6). E’ questa la “grazia”  salvifica divina. La nostra “ Incompiuta” diverrà, così, un’armonia piena e perfetta. Dio ricongiungerà i due estremi del nostro arco imperfetto, creando anche in noi il cerchio del tetélestai divino.

Gianfranco Ravasi – Le sette parole di Gesù in croce - Queriniana



Sono rimasto un bambino.....









Sono rimasto un bambino
Io ho settantaquattro anni, ma mi sento come un neonato. Percepisco chiaramente che, nonostante tutti i cambiamenti, sono rimasto un bambino. Il mio guru mi disse:” Quel bambino, che tu sei anche in questo momento, è il tuo vero Sé ( svarupa). Torna allo stato del puro essere, dove l’ ”io sono” conserva ancora la sua purezza e non è stato contaminato dall’” io sono questo” o”io io sono quello”. Il tuo fardello è fatto di false identificazioni: abbandonale tutte” E poi aggiunse: “ Credimi quando ti dico che sei divino. Accettalo come una realtà assoluta. La tua gioia è divina, come lo è la tua sofferenza. Tutto viene da Dio. Ricordalo sempre. Tu sei Dio, e sarà fatta solo la tua volontà”. Io gli ho creduto e ho ben presto realizzato quanto fossero meravigliosamente vere e appropriate le sue parole. Non ho condizionato la mente pensando: “ Io sono Dio, sono meraviglioso, sono al di là”. Ho semplicemente seguito il suo insegnamento di concentrare la mente sul puro essere, sull’”io sono”, e di rimanerci. Sedevo per ore e ore, senz’altro in mente se non l”io sono”, e in breve tempo la pace, la gioia, l’amore profondo e sconfinato divennero la mia condizione normale. In quello stato scompariva tutto: me stesso, il mio maestro, la vita che avevo vissuto,il mondo intorno a me. Rimaneva solo la pace, in un silenzio insondabile.
Nisargadatta  Maharaj



lunedì 4 marzo 2019

Nella realtà più profonda....






“Nella realtà più profonda, al di la di tempo e spazio, potremmo tutti essere membri di un unico corpo”
James Jeans,astronomo e fisico







“Nell’astronomia Lakota le stelle sono chiamate il Respiro del Grande Spirito. E’ come se i vecchi Lakota avessero previsto la moderna fisica e astronomia, scienze che oggi ci dicono che siamo una trasformazione della materia delle stelle, che il corpo umano è un tipo di cosmologia”
Linda Hogan

domenica 3 marzo 2019

Ribellatevi




...Forte di una vita di osservazione, vi dico,  che se sprofondate nella violenza assisterete all'agonia dell'umanità. Il XXI secolo sarà il secolo della pace o non sarà affatto. Giovani di tutti i paesi vi chiedo di essere la generazione di pace su una Terra fraterna...E che non si tratti di un'utopia, ma di un obiettivo strategico! Perché ciascuno di voi ha la responsabilità personale di far sì che il XXI secolo non riproduca la devastazione e lo spargimento di sangue del passato. 
Vorrei che la vostra generazione fosse la prima a praticare ciò che chiamo " igiene emotiva". E' importante che sin dalla più tenera età si insegni ai bambini a comprendere le loro emozioni, piuttosto che reprimerle. Esserne consapevoli è fondamentale, ed è per questo che nel maggio 2016 ho promosso un "Atlante delle Emozioni". Si tratta di una cartografia esaustiva e precisa degli stati emotivi...Grazie 
all' Atlante sarete in grado di neutralizzare ed eliminare i sentimenti negativi ed autodistruttivi, per poi coltivare le emozioni positive....Non crediate che praticare l'altruismo equivalga a privarsi di qualcosa o a trascurare se stessi. Scoprirete al contrario che in virtù del principio dell'interdipendenza, facendo del bene agli altri lo farete anche a voi stessi. E capirete quanto è innaturale l'egocentrismo. perché contraddice la realtà dell'interdipendenza. Guardando alle vostre vite, vi esorto a osservare come l'egoismo vi chiuda tutte le porte, mentre l'altruismo ve le dischiude....

Sua Santità il XIV Dalai Lama

sabato 2 marzo 2019

Non chiederci la parola....





Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
Perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo
Eugenio Montale