lunedì 6 maggio 2019

L'eresia dell'individualismo...







“ Des homes comme Saint Seraphim, Saint Francois d’Assise et biend’autres, ont accompli dans leur vie l’union des Eglises.”

(Uomini come San Seraphim, San Francesco d'Assisi ed tanti altri, hanno accolto nella loro vita l' unione delle chiese. )

Quest’affermazione semplice e profonda di un metropolita ortodosso ci offre la chiave dell’ecumenismo dei monaci, anzi di tutti.
Se non ho l’unità in me stesso come potrò mai pensare ( non dico poi parlare)  di unità fra i cristiani? D’altra parte, cercando l’unità per tutti i cristiani io raggiungo anche l’unità dentro di me.
L’eresia dell’individualismo: immaginarsi come un’unità completamente autosufficiente e asserire questa immaginaria “unità” contro gli altri. L’affermazione dell’io semplicemente come il “ non altri”. Ma quando cerchi di affermare la tua unità negando di avere a che fare con gli altri, negando ogni altra persona nell’universo finché non arrivi a te, che cosa ti resta da affermare? E anche se ti rimane qualcosa da affermare, non avrai piùrespiro per affermarlo. La via  giusta è proprio quella opposta: più io sono capace di affermare gli altri, dire “ si” a loro dentro di me, scoprendoli in me e me in loro, più io sono reale. Sono pienamente reale se il mio cuore dice “ si” a tutti.
Sarò cattolico migliore se non riesco a confutare ogni ombra di protestantesimo, ma se riesco ad affermare la verità che esiste in esso ed andare oltre.
Lo stesso con i musulmani, indù, buddhisti, ebrei…. Ciò non significa sincretismo, indifferenza, amicizia svaporata e noncurante che accetta ogni cosa senza pensare a nulla…Se affermo di essere cattolico solamente col negare ciò che è ebreo…..alla fine troverò che non mi è rimasto molto da affermare per dimostrare che sono cattolico; certamente non avrò il soffio dello Spirito  con cui affermarlo.
Un giorno Gandhi chiese: “ Come può essere fraterno chi crede di possedere la verità assoluta?”… La storia del cristianesimo non fa che risollevare di continuo questa domanda.  Il problema è questo: Dio si è rivelato agli uomini nel Cristo, ma si è rivelato anzitutto come amore. La verità assoluta si può comprendere quindi come amore, ma non in un modo che escluda l’amore. Solo chi ama può  star certo di essere sempre a contatto con la Verità, che in realtà è troppo assoluta per essere capita dalla sua mente….La conoscenza gonfia l’uomo come un pallone e gli conferisce una completezza precaria per la quale egli crede di possedere tutte le dimensioni di una verità la cui totalità è negata agli altri. E finisce perciò di sentirsi in dovere, in virtù della sua superiore conoscenza, di punire o giudicare coloro che non partecipano alla sua verità….

Tomas Merton - Diario di un testimone colpevole




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