I testi insistono molto sul fatto che l’Iniziazione del Kalachakra non accorda la saggezza
totale in un solo colpo, ma offre il potere, le possibilità, pone i semi che il
discepolo dovrà sfruttare attraverso le meditazioni assidue, le pratiche
costanti del rituale, le visualizzazioni costanti ed eseguite con fede e
volontà, senza debolezza ed errore; il discepolo sviluppa a poco a poco dentro
di sé le potenzialità latenti, i germi deposti nel suo inconscio dall’iniziazione,
i poteri nascosti. Per questa ragione non è necessaria la comprensione totale
dei riti di iniziazione durante le cerimonie iniziatiche; questi riti agiscono
aldilà della volontà del discepolo; la loro azione profonda si svilupperà e si
amplificherà con il tempo, gli sforzi, le pratiche dei voti tantrici, il lavoro
assiduo e costante, la pazienza .
Si può qui scorgere, scrive
l’autore J.M: Rivière, in " Kalachakra, Iniziazione tantrica del Dalai Lama", la
grande e profonda differenza esistente fra le iniziazioni tantriche e le “
iniziazioni” praticate nelle sette e nei gruppi occidentali: queste ultime sono
essenzialmente intellettuali, etiche, spesso politico-morali, certamente
emotive ma prive di valore magico, nel senso profondo del termine. In esse non
c’è evocazione né contatto con i mondi sottili e le Divinità che li abitano.
Per descrivere i rituali e la cronologia dell’Iniziazione Kalachakra J. M. Rivière autore del testo già citato, utilizza una guida preparata dal Maestro di
rituali del Dalai Lama, destinata ad aiutare i discepoli candidati a questa
iniziazione nel 1981, molto interessante da consultare perché fornisce
un’immagine reale dello svolgimento di questa iniziazione che iniziava sedici
monaci del monastero Namgyal di Dharamsala...( Cont.)
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