Questa sacralizzazione dello spazio e del tempo che è, come abbiamo
visto, uno degli stadi dell’Iniziazione del Kalachakra trasforma il nostro modo
di essere. La natura non è più inerte ma viva e niente esiste che non
appartenga al Signore; questa vita originale, profonda, unica, si percepisce
ovunque, in tutto ed in tutti, nei minerali, nei fiori, negli animali, negli
uomini, nel cosmo…
Questo senso sottile è abituale per quei popoli che si definiscono
primitivi, per i quali tutto è segno della presenza delle Potenze sottili: la
capanna, la piroga, gli animali della foresta, la terra.. Questo senso del
sacro trasforma e illumina gli oggetti volgari e, ad un altro livello, domina e
dirige le aspirazioni più elevate dell’uomo.
Il senso del sacro si acquisisce attraverso la meditazione, il “
mollare la presa” nel silenzio della mente; un’altra visione del mondo, una
nuova prospettiva appaiono allora nel miracolo interiore della solitudine. Si
stabilisce così una comunione con l’Universo che sboccia nel silenzio della meditazione
e il pellegrinaggio verso il Centro umano, questa discesa verso il cuore ove
troneggia il Sé, come il Re Pontefice risplende sul trono nel luminoso palazzo
di Shambala. Ogni cosa subisce quindi una trasformazione, e viene santificata
da una nuova percezione della sua profonda natura, della vera identità, della
sua Realtà cosmica; è uno stato di grazia che è samadhi naturale.
Questa apertura di fatto spirituale, questa ricerca di un’altra
dimensione di eternità, risveglia poco a poco il senso della compassione che il
Buddismo Mahayana ha magnificato nella sua concezione del Bodhisattva. La
visione del sacro e la contemplazione del Sé sono accompagnate da un sentimento
profondo di unità fra tutte le creature viventi..
Non bisogna dimenticare che il re di Shambala è un Bodhisattva, un
essere realizzato che unisce, secondo la tradizione, la Saggezza e la
Compassione verso tutti gli esseri; tale profondo simbolismo permette di
comprendere che la certezza dell’Essere,
evidente in sé, e scoperta durante il pellegrinaggio verso il Cuore, trasforma le facoltà abituali del “ Sé” umano, fonte dell’egoismo,
della paura e dell’odio verso “ gli altri”-
La ricerca di questo senso del sacro, di questa nuova modalità
dell’essere, questa compassione verso la sofferenza degli altri esseri viventi
incatenati alla ruota del loro egoismo e
della lotta per la vita, questa rivelazione del Reale che costituisce l’accesso
diretto alla verità senza nome e senza forma nel grande silenzio dell’Assoluto
acquisito per mezzo di questo pellegrinaggio verso il SE’: ecco in breve, il
messaggio del santo Regno di Shambala, rivelato dalla tradizione tibetana,
invisibile eppure presente nel cuore di tutti gli uomini.
Tratto da “KALACHAKRA
Iniziazione tantrica del Dalai Lama” di J.M. Rivière- ed. Mediterranee
Nessun commento:
Posta un commento