Il pellegrinaggio a Shambala il santo regno interiore, altro non è se
non una presa di coscienza e l’oblio del corpo per entrare nella Luce del Sé.
Questa via ha diversi gradi: lo slancio interiore, il controllo della
respirazione e dell’emozione, la conoscenza, la fede e la meditazione. “
Rimanete calmi, tranquilli, riassume il saggio, e la saggezza ed il potere si
manifesteranno da soli. Vegliate in silenzio sul vostro cuore e sulla vostra
mente. Rimanete senza ambizioni, senza il minimo desiderio, esposti,
vulnerabili, senza protezione, incerti e soli, completamente aperti e disponibili
verso la vita così come questa si presenta. La calma, il distacco, la libertà
dal desiderio e dalla paura, di tutto ciò che vi concerne, la semplice
vigilanza, la libertà dalla memoria e dall’attesa- questo è lo stato mentale in
cui può sopraggiungere la Scoperta. La liberazione è libertà di scoprire”
.
Un’altra lezione della “ Presenza” di Shambala in sé è quella di
sforzarsi di rinnovare, ritrovare, fortificare interiormente il senso del
sacro. Tenendo presente che il sacro non è legato al religioso e ancora meno al
neoromanticismo emotivo moderno. Esso oltrepassa di gran lunga queste
condizioni, perché è percezione dei messaggi dei mondi sottili, degli universi
spirituali e dei mondi degli archetipi celesti che si rivelano nei momenti più
imprevisti dell’esistenza e che molti esseri hanno sentito in un lampo di
lucidità psichica, come una tenda che si socchiude e si richiude subito dopo.
Ma il senso del sacro, anche se trova conferma in queste subitanee e rapide
esperienze giornaliere, le supera intensamente. Si tratta dello sviluppo di un
sesto senso permanente che percepisce tutti gli eventi come se fossero dei
segni ed è attento al messaggio che essi recano...( cont.)
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