domenica 12 ottobre 2014

Shambhala nella tradizione tibetana **





Il Kalachakra è considerato dalle autorità religiose tibetane come la forma più elevata e sottile dell’insegnamento tantrico. E’ un tema molto complesso poiché si tratta di una psicologia che ammette diversi livelli di coscienza e visualizzazioni complesse di divinità. L’identità finale con il Buddha primordiale si ottiene al di là dello spazio e del tempo nel Vuoto beatifico, sukhashunya, l’E. Vam del Tantra Anuttara- yoga  di cui fa parte il Kalachakra.
La tradizione tibetana afferma che Shambhala è la fonte viva di questo insegnamento e di questa iniziazione; il suo re ne è il grande Guru ed il Maestro onnipotente. Egli regna sui mondi che raggiungono queste esperienze e queste realizzazioni psicologiche e spirituali.  Egli è allo stesso tempo esterno ed interno, e corrisponde ad una realtà profondamente umana e cosmica. Il re di Shambala risiede sia nel suo regno che nel cuore di ogni essere vivente, ed è lì ove ciascuno, se lo desidera, può raggiungerlo attraverso la Via Regale. I sentieri che conducono a Shambhala sono sia esteriori che interiori; i testi guida che ne descrivono le peripezie sono eminentemente simbolici e riferiscono in realtà le tappe dell’iniziazione.
E’ lì in un campo che non è più né orientale né occidentale, ma che riflette un livello interiore, che il messaggio dell’insegnamento di Shambhala assume un valore universale ed interessa  tanto l’Oriente che l’Occidente….. ( continua )
Op.cit.





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