mercoledì 2 aprile 2014

" Teoria e Pratica del Mandala" di Giuseppe Tucci ***




.…Il mandala è una proiezione geometrica del mondo, il mondo ridotto al suo schema essenziale, ma implicitamente, inverandosi, traverso l’identificazione con il suo centro, la trasformazione del miste e così determinandosi le ragioni prime dell’efficacia dell’opera che questi intende compiere, il mandala assume in breve un più profondo significato: Esso restò il paradigma dell’evoluzione e dell’involuzione cosmica, ma chi se ne serviva non fu più soltanto sollecito di un ritorno al centro dell’universo, quanto piuttosto di un rifluire delle esperienze della psiche alla concentrazione, per ritrovare l’unità della coscienza, raccolta e non distratta, e per scoprire il principiuo ideale delle cose.




Il mandala allora non è più un cosmogramma, ma un psicocosmogramma, lo schema della disintegrazione dall’uno al molto e della reintegrazione dal molto all’uno, a quella coscienza assoluta, intera e luminosa, che lo yoga fa nuovamente brillare in fondo all’essere  nostro. L’esperienza suggeriva anche in questo caso delle rappresentazioni analoghe. L’uomo pone nel centro di sé medesimo il principio recondito della propria vita, il seme divino, la propria misteriosa essenza; egli ha la vaga intuizione di una luce che brucia dentro di lui e che si espande e propaga; tutta la sua personalità in quella luce si incentra e intorno a quella luce si svolge…..



Nessun commento:

Posta un commento