mercoledì 22 marzo 2017

Hatha Yoga Pradipika*





Tutta la speculazione indiana è volta alla ricerca di una via di salvezza dalla realtà esistenziale, concepita come dolorosa che condanna l’individuo a vivere un perpetuo ciclo costituito da nascita, vita, morte, successiva rinascita, esistenza…in una successione senza fine, in cui rimane solo lo spazio per una pena infinita ed un greve dolore. Nel pensiero e nella tradizione indiano è costantemente presente l’aspirazione alla liberazione (moksa), all’affrancamento da questo perverso ciclo, chiamato (samsara). Che cosa da origine al samsara, perché questa colossale condanna alla vita, perché questo dolore cosmico? In ciascun individuo esiste un dualismo tra tra un Sé eterno, inattaccabile spettatore, non corrotto né coinvolto dall’agire e dal vivere, stabile ed etername


nte immutabile, e il mutevole complesso psicofisico che appare come la parte volitiva, agente, ed è considerato erroneamente come cosciente. Ogni azione compiuta da questa entità individuata da un Ego, dotato di determinati pensieri, emozioni, desideri, desideri, crea un legame (bandha).
Ciascun atto compiuto, o detto, o anche solo pensato, non è mai in se conchiuso, bensì diventa seme di azioni future. Qualsiasi gesto sia positivo sia negativo, e così anche la più insignificante tra le azioni, come far reclinare un filo d’erba con un soffio, è gravido di conseguenze che si svilupperanno, “matureranno”, si compiranno nel corso del tempo. Il frutto dell’azione si potrà manifestare nell’istante successivo al fatto, o un’ora dopo, oppure l’anno seguente, ma anche dopo un periodo di tempo tanto lungo da sfiorare l’inimmaginabile.
Il Karman- questo è il termine che indica sia l’atto sia la legge di causa ed effetto innescata da quest’ultimo- è la causa efficiente del ciclo samsarico. Ogni individuo reca in sé un’impronta subliminale(vasana) causata dalle azioni compiute nelle precedenti esistenze: sono queste latenze psichiche a condizionare ogni azione e ogni pensiero(samkalpa),e si attua così un circolo chiuso: karman/vasana/samkalpa/Karman.
Si vede bene che il meccanismo non presenta alcun punto debole; si autorrinnova e si rafforza continuamente. Anche il tentare di fuggire crea altro legame, proprio come un pesce, preso nella rete di un pescatore, si rinserra sempre più fra le maglie nei forsennati spasimi della fuga. Spezzare il cerchio, affrancarsi dal samsara: questa è l’aspirazione prima, è la costante tensione. Lo Yoga è il mezzo e il fine di questa ricerca.


Hatha-yoga Pradipika
A cura di Giuseppe Spera

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