giovedì 9 aprile 2015

La danza dei dervisci rotanti in " Le quaranta porte"






Le Quaranta Porte  è la storia dell’immortale amicizia tra il poeta Rumi, lo “ Shakespeare dell’Islam” e  il derviscio Shams, suo discepolo. E’ un romanzo tenero e temerario che rivela e approfondisce la differenza fra religione e spiritualità, fede cieca e tolleranza, paura e amore della vita. Nel romanzo alcune pagine di grande intensità sono dedicate alla descrizione della danza dei dervisci. La descrizione viene fatta da ‘ Ala ad-Din, il figlio di Rumi  e  da Sham, il derviscio  errante, che dopo la sua morte, per mano di sicari, “porta via tutte le abitudini e le pratiche” di Rumi; ma in compenso “lo riempie di poesia”.

‘Ala ad-Din

….All’improvviso si udì un suono molto lontano, che a poco a poco si faceva sempre più vicino. Era così seducente e commovente che tutti trattennero il fiato.
“ Che razza di strumento è?” bisbigliò nel mio orecchio Suleiman in un misto di timore e piacere.
“ Lo chiamano ney” dissi ricordando una conversazione tra mio padre e Shams. “ Il suono che emette è il sospiro dell’amante per l’oggetto del suo amore.”
Quando la voce del ney si chetò, sul palco comparve mio padre. A passi eleganti e misurati si avvicinò a salutare il pubblico. Sei dervisci lo seguirono, tutti suoi discepoli e tutti abbigliati con lunghe vesti bianche dall’ampia sottana. Incrociarono le mani sul petto, inchinandosi davanti a mio padre per chiedere la sua benedizione. Poi iniziò la musica e i dervisci, uno alla volta, cominciarono a girare su se stessi, prima lentamente, poi a una velocità vertiginosa, mentre le gonne si aprivano come fiori di loto.


La scena era spettacolare…I dervisci vorticarono ancora e ancora per quella che parve un’eternità. Poi la musica crebbe, e il suono di un rabab dietro il sipario si unì al ney e ai tamburi. E fu allora che sulla scena apparve Shams- i Tariz,  come il vento selvaggio del deserto. Indossava una veste più scura di quella degli altri, sembrava moltopiù alto ed era quello che ruotava più rapido di tutti. Teneva le mani aperte e il viso rivolto al cielo; sembrava un girasole in cerca di luce….Mentre Shams ruotava a velocità frenetica e i discepoli giravano più lentamente nelle loro orbite, Mio padre restava immobile come una vecchia quercia, saggio e tranquillo, le labbra continuamente mosse in preghiera.
Finalmente la musica rallentò. Ad un tratto i dervisci smisero di girare, così che ciascun fiore di loto si richiuse su se stesso. Con un saluto pieno di tenerezza, mio padre benedì i dervisci sul palco e tutto il pubblico, e per un istante fu come se tutti fossimo legati tra noi in armonia perfetta….
Fu la voce di mio padre a rompere il silenzio.” Questa, amici miei, è chiamata semà, ed è la danza dei dervisci rotanti. Da oggi in poi i dervisci di ogni età danzeranno la semà. Una mano rivolta al cielo, l’altra ad indicare la terra, perché ci impegniamo a distribuire all’umanità ogni particella dell’amore che riceviamo da Dio”.....(cont)



Elif Sharif, Le quaranta porte, Best Bur-  pag 340-41

NEY: tipo di flauto verticale usato per la musica sufi dei dervisci rotanti turchi.
SEMA’: danza spirituale dei dervisci rotanti
RABAB: antico strumento musicale a corda simile al violino

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