Le Quaranta Porte è la storia dell’immortale amicizia tra il
poeta Rumi, lo “ Shakespeare dell’Islam” e
il derviscio Shams, suo discepolo. E’ un romanzo tenero e temerario che rivela
e approfondisce la differenza fra religione e spiritualità, fede cieca e
tolleranza, paura e amore della vita. Nel romanzo alcune pagine di grande
intensità sono dedicate alla descrizione della danza dei dervisci. La
descrizione viene fatta da ‘ Ala ad-Din, il figlio di Rumi e da Sham,
il derviscio errante, che dopo la sua
morte, per mano di sicari, “porta via tutte le abitudini e le pratiche” di
Rumi; ma in compenso “lo riempie di poesia”.
‘Ala ad-Din
….All’improvviso si udì un suono molto lontano, che a poco a poco si
faceva sempre più vicino. Era così seducente e commovente che tutti trattennero
il fiato.
“ Che razza di strumento è?” bisbigliò nel mio orecchio Suleiman in un
misto di timore e piacere.
“ Lo chiamano ney” dissi
ricordando una conversazione tra mio padre e Shams. “ Il suono che emette è il
sospiro dell’amante per l’oggetto del suo amore.”
Quando la voce del ney si
chetò, sul palco comparve mio padre. A passi eleganti e misurati si avvicinò a
salutare il pubblico. Sei dervisci lo seguirono, tutti suoi discepoli e tutti
abbigliati con lunghe vesti bianche dall’ampia sottana. Incrociarono le mani
sul petto, inchinandosi davanti a mio padre per chiedere la sua benedizione.
Poi iniziò la musica e i dervisci, uno alla volta, cominciarono a girare su se
stessi, prima lentamente, poi a una velocità vertiginosa, mentre le gonne si
aprivano come fiori di loto.
La scena era spettacolare…I dervisci vorticarono ancora e ancora per
quella che parve un’eternità. Poi la musica crebbe, e il suono di un rabab dietro il sipario si unì al ney e ai tamburi. E fu allora che sulla
scena apparve Shams- i Tariz, come il
vento selvaggio del deserto. Indossava una veste più scura di quella degli
altri, sembrava moltopiù alto ed era quello che ruotava più rapido di tutti. Teneva
le mani aperte e il viso rivolto al cielo; sembrava un girasole in cerca di
luce….Mentre Shams ruotava a velocità frenetica e i discepoli giravano più
lentamente nelle loro orbite, Mio padre restava immobile come una vecchia quercia,
saggio e tranquillo, le labbra continuamente mosse in preghiera.
Finalmente la musica rallentò. Ad un tratto i dervisci smisero di
girare, così che ciascun fiore di loto si richiuse su se stesso. Con un saluto
pieno di tenerezza, mio padre benedì i dervisci sul palco e tutto il
pubblico, e per un istante fu come se tutti fossimo legati tra noi in armonia
perfetta….
Fu la voce di mio padre a rompere il silenzio.” Questa, amici miei, è
chiamata semà, ed è la danza dei
dervisci rotanti. Da oggi in poi i dervisci di ogni età danzeranno la semà. Una mano rivolta al cielo, l’altra
ad indicare la terra, perché ci impegniamo a distribuire all’umanità ogni
particella dell’amore che riceviamo da Dio”.....(cont)
Elif Sharif, Le quaranta porte,
Best Bur- pag 340-41
NEY: tipo di flauto verticale
usato per la musica sufi dei dervisci rotanti turchi.
SEMA’: danza spirituale dei
dervisci rotanti
RABAB: antico strumento musicale a corda simile al violino
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