sabato 19 gennaio 2019

Perché in fondo tutti sanno che l'anima canta......







La fortuna di invecchiare

Dio vuole che l’uomo lavori, o meglio come precisa il testo ebraico “ che l’uomo coltivi”  e,  sottinteso, “si coltivi”.  Ma a dire il vero il miglior modo di restare giovani non è proprio quello di non imparare mai ad invecchiare?
Oltrepassare le porte che conducono alle nostre regioni interiori, quelle stesse che paradossalmente risultano tanto più aperte sull’infinito, costituisce un passaggio fondamentale per chi sta per terminare il suo corso sulla terra.  Là il tempo si cristallizza nella sua eternità e lo spazio nella sua infinità. Tutto è soltanto vita e luce.
Ogni genere di morte svanisce, ogni ombra si dissolve. In questo tempo senza limiti, aldilà di ogni orizzonte, la nostra partecipazione alla creazione diventa evidenza.
Da quel momento siamo invitati a cantare la gloria del creatore, la cui presenza si fa sempre più pregnante, sempre più avvolgente.
Invecchiare allora diventa solo un consapevole consenso che permette di penetrare tranquillamente gli arcani dell’universo infinito.
Con l’avanzare dell’età, gli eventi umani assumono tutta un’ altra colorazione . Si impregnano della tonalità di una missione da compiere. Ognuno di noi può allora cogliere il senso del proprio cammino e anche indovinarne il fine. Tutto si concentra sull’essenziale, quest’essenziale sorgente di vita, flusso incessante di energia sul quale si sintonizza il nostro pensiero, si modella la nostra mente, comincia a vibrare la nostra anima, cancellando le costrizioni che la oscuravano, o per lo meno la incupivano, l’annebbiavano.
L’anima diventa da questo momento l’espressione della vita, capace di cantare  come quest’ultima, in risonanza con lei, e si mette a pregare incessantemente, cosa per cui è fatta.
E ognuno sa che si fa tutto in questo mondo per impedirglielo. Ma la sua natura è fatta per salmodiare. E’ fatta per questo e la sua sofferenza trae origine proprio dalla soppressione di questo profondo anelito verso l’universo, verso il grande tutto a cui essa appartiene.
Invecchiare significa dunque passare oltre tutto ciò che tende ad ostacolare questa vibrazione dell’anima. Significa raggiungere questo grado di saggezza in cui tutto diventa relativo rispetto alle attività umane, tenendo conto delle loro verità. Significa raggiungere il livello in cui si scopre il carattere futile di cose che pur sembravano  indispensabili.
Significa vedere dissolversi tutto quello che offusca la presenza di Dio.
Da   L’orecchio e la vita” di Alfred Tomatis – I Nani- Baldini & Castoldi



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