lunedì 12 maggio 2014

Vastu Purusa Mandala: il diagramma architettonico **



" Chi ha visto una volta il Borobudur o gli stupa di Barhut e Sanchi
difficilmente può sottrarsi all'impressione che qui siano all'opera un atteggiamento spirituale 
o una concezione insoliti per l'europeo,
se non è già avvertito dalle mille altre impressioni della vita indiana".
Carl Gustav Jung, La simbolica dello spirito

Dharmaraja Ratha, Mahabalipuram, India (sec.VIII d.C.). E' un piccolo tempio monolitico, scolpito su una dorsale rocciosa; fonda la sua forma su un mandala architettonico; nei secoli è diventato il modello formale, rituale e cosmologico per tutta l'architettura sacra indù.


Gli elementi costitutivi del cosmo sono rappresentati nel tempio da forme geometriche codificate e da strutture architettoniche  che da esse derivano. il quadrato su cui si fonda la costruzione della cella, collegata con il basamento  del tempio, simboleggia la terra, l'acqua è sempre presente concretamente  nell'edificio, sia nel bacino  sacro, che nel vaso posto al sommo della costruzione, il fuoco è associato  al triangolo con il vertice verso l'alto ad indicare  l'andamento ascensionale della copertura della cella, lo spazio vuoto all'interno di questa rappresenta l'aria, l'etere è simboleggiato dallo spazio circolare su cui è collocata la base dell'icona.

Il grande stupa di Sanchi


La cultura orientale di matrice buddhista o induista  ritiene il processo di elevazione spirituale dell'uomo  come un viaggio o un movimento  verso il  Centro  o la divinità che in esso risiede che si sviluppa di tappa in tappa.  Ciò che emerge dalle varie opere di architettura è che sia possibile trasformare con opportuni rituali un edificio costruito dagli uomini con materiali naturali in tabernacolo o nel mistico corpo del divino. Il tempio più che uno spazio  di raccoglimento e di preghiera diviene un luogo di trasformazione e soprattutto di perfezionamento spirituale.
Il rituale e la preghiera si svolgono non soltanto  nel silenzio della mente ed oralmente, ma  utilizzando  tutto il corpo. In questo senso il pellegrinaggio rituale coinvolge nella sua dinamica la totalità della persona.


Prospetto e pianta del grande stupa di Sanchi

Entrare nel tempio non significa soltanto entrare in un luogo sacro, ma accedere per gradi al grande Mistero, procedendo verso il centro, fino a giungere al rituale della Puja, atto di adorazione, davanti all'icona della divinità, coronando così l'intero movimento itinerante dell'azione devozionale.
"La deambulazione intorno al centro" scrive  Giuseppe Tucci " indica metaforicamente il percorso dell'anima e al tempo stesso lo strumento della sua  realizzazione, poiché per suo tramite si mette in relazione la sfera terrena con quella cosmica"


Sanchi, particolare ( museo dell'India )

Nel tempio indiano nessuno è immobile, tutti procedono scorrendo lungo i sentieri processionali verso un'unica assoluta direzione, ed ha senso l'allegoria del tempio che si muove e respira sul ritmo del movimento del devoto pellegrino. E' un movimento ritmico ed armonioso  verso un punto centrale " ordinatore del cosmo". Anche Henrì Malreaux avvertì la stessa sensazione percorrendo le gallerie ed i portali delle città-tempio dell'India, mentre scopriva a confronto " come le nostre chiese siano popolate di cristiani " immobili".
continua
      irene faro


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