Grotta di Altamira |
Il rosso ha una storia antichissima,
essendo stato usato nei riti funebri, nei sacrifici e nelle cerimonie di
guarigione da almeno trentamila anni. I tumuli funerari del neolitico attestano
l’uso cerimoniale dell’ocra rossa. Nelle pitture rupestri europee ed africane,
il rosso è usato per vivide rappresentazioni di uomini ed animali a scopi simbolici, e nei rituali di inziazione. Il rosso è ancora il colore principale dell’arte
degli aborigeni australiani e dei popoli della Melanesia risalenti alla
tradizione neolitica.
Dipinto di Aborigeni australiani |
Per i nostri progenitori il rosso
simboleggiava la vita. L’intuizione delle proprietà stimolanti del colore rosso
fece si che venisse utilizzato anche
nella cura delle malattie. Basandosi sulla teoria che il simile cura il simile,
il malato veniva vestito e dipinto di rosso.
Il medico personale di Edoardo II fece
allestire una stanza completamente rossa per contrastare il vaiolo. Alcuni
medici prescrivevano medicine rosse, alimenti rosse o fasce di lana rossa per
curare slogature o infiammazioni delle vie respiratorie e febbri.
Queste prescrizioni sembrano assurde al
pensiero moderno, ma la ricerca scientifica ha dimostrato che il colore rosso
ha effetti accertati sul corpo umano. La
reazione elettrica del cervello al rosso è infatti uno stato di all’erta e di
attenzione. Sin dall’antichità il colore rosso è stato associato al sangue.
Quando
si abbandonò l’uso dei sacrifici umani per scopi religiosi, il colore rosso
sostituì il sangue vero.
Così il rosso è diventato il simbolo
dell’ammissione dei peccati, del sacrificio e dell’espiazione. Il rosso è
citato nell’Antico Testamento: “ Orsù, venite e discutiamo, dice il Signore: se
i vostri peccati sono come scarlatto, diventeranno bianchi come la neve; se
sono rossi come porpora, diventeranno come lana” ( Isaia 1:18)
Nei primi giorni della cristianità, il
rosso simboleggiava lo Spirito Santo. La chiesa primitiva attribuiva l’azzurro
al Padre e il giallo al Figlio.
anonimo del XVI sec. |
Oggi i cristiani hanno abbandonato questi
colori simbolici del Dio uno e trino. L’uso sopravvive solo in alcuni riti
liturgici, come la prescrizione del rosso per i paramenti e l’altare della
Pentecoste, che celebra la discesa della fiamma dello Spirito Santo.
Come simbolo del sacrificio, il rosso è
normalmente associato a Gesù nei riti, nell’arte e nella letteratura cristiana.
tratto da: Susanne F. Fincher - I Mandala
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