Civerchio- San Nicola |
Chimicamente il nero, il vero nero, è difficile da ottenere. In pittura
lo si adopera in piccole quantità, ricorrendo a prodotti molto costosi, come l’avorio calcinato che da una tinta magnifica, ma carissima. Ciò
spiega perché fino alla fine del medioevo è così poco presente nei quadri,
specie su quelli di grandi superfici. Stranamente è stata la morale a dare una
sferzata alla tecnica: sollecitati a fabbricare colori “onesti”, i tintori italiani alla fine del XIV secolo
fanno progressi nella gamma dei neri, dapprima sulle sete, poi sui tessuti di
lana. La Riforma dichiara guerra ai toni accesi e professa un’etica dell’austero e dello scuro.
Carlo V in un ritratto attribuito a Tiziano |
I grandi riformatori si
fanno ritrarre in vesti che hanno il colore umile del peccatore. Il nero
diventa allora colore di moda non soltanto per gli ecclesiastici, ma anche per i
principi: Lutero si veste di nero; Carlo V anche.
Michel Pastoureau op cit.
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