lunedì 9 giugno 2014

La Ruota della Vita *






La ruota della vita trascrive visivamente le diverse tappe delle esistenze. La troviamo generalmente dipinta sui muri, su carta o sui tessuti, in tutti i monasteri. Essa ricorda a tutti gli esseri sensibili che il fine supremo è nel risveglio. Riprodotta e raffigurata senza sosta, essa ha accompagnato generazione di nomadi o di fini letterati nelle molteplici strade della ricerca e della devozione, rammentando a ognuno il tempo che passa e le Quattro Nobili Verità: l’ esistenza del dolore, la sua origine e le sue cause, la sua cessazione e la via che vi conduce.
Tradizionalmente, il Signore della Morte dallo sguardo adirato, con i denti sporgenti e la fronte cinta da una macabra corona, tiene stretto tra le braccia un grande disco dove sono iscritti quattro cerchi concentrici di dimensioni codificate.   Munito di artigli, con una pelle di tigre  di cui intravediamo la coda e le zampe posteriori, questo personaggio terrificante porta dei gioielli a serpentina.   Si ritiene che raffiguri il destino, ciò che usualmente si chiama il Karma, e che simbolizzi il carattere transitorio di tutti i fenomeni.
 Il percorso da seguire per intraprendere questo breviario esistenziale inizia al centro.




 Il primo cerchio contiene i tre veleni spirituali responsabili dei mali a venire; un maiale nero  per l’ignoranza, un serpente verde per l’odio e l’invidia, un gallo rosso per il desiderio e la cupidigia. 




Un secondo cerchio lo circonda, per metà bianco e metà nero. Chiunque si lascia intrappolare dai cattivi impulsi imbocca il cammino dell’ombra  ( ngandro lam ) che conduce alle rinascite infelici ed agli inferi. Gli altri imboccano il sentiero della luce ( dedro lam ) che conduce alle migliori Rinascite e alle terre della liberazione.   continua


da: "  Buddismo Tibetano"  di  Claude B. Levenson, Mondadori

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