Mandala di Avalokiteshvara, Cina o Mongolia sec. XIX |
Secondo la leggenda, il Bodhisattva Avalokiteshvara guardava un giorno il mondo e ciò
che vide lo colpì a tal punto, che la
sua testa scoppiò letteralmente di dolore davanti al gravoso compito che lo
aspettava. Il Buddha primordiale Amitabha
“ della luce infinita” ne raccolse i brandelli e con essi plasmò undici nuove
teste che Avalokiteshvara porta su tre corone successive, ciascuna di tre
volti. La prima riflette la compassione, la senconda il dolore per lo
smarrimento del mondo, la terza la gioia generata dal bene, l’ultima testa è
quella del Buddha Amitabha.
Cenrezig possiede ,
grazie alle sue mille braccia, un grande potere di irraggiamento del bene e di
un alleggerimento dei mali di cui soffrono gli esseri dei Sei Regni
dell’esistenza. Sotto forme diverse è Lui che dispensa conforto agli animali,
agli spiriti famelici e naturalmente agli uomini. Questi ultimi sono i
privilegiati, poiché sono dotati di coscienza, sono i soli ad avere il grande
privilegio di potere aprire gli occhi e scegliere di seguire la via del
Risveglio che conduce a liberarsi dalle illusioni e dall’attaccamento.
Agli occhi dei tibetani il Dalai Lama è un’incarnazione di
Avalokiteshvara il Grande Misericordioso, e la venerazione che gli viene
tributata è rivolta tanto a Lui quanto all’illustre divinità di cui egli è il
rappresentante vivente nel mondo degli uomini.
Avalokiteshvara Cenrezig |
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