“ Allo scopo di proteggere la terra, i sacerdoti, gli dei, i santi e le
Scritture, e di permettere a ciascuno di realizzare la perfezione interiore ed
esteriore del suo essere, il Signore Vishnu discende in un corpo vivente” (Baghavata Purana, 2.84.5)
Per la cosmologia indù l’Universo, nato dal non – essere,
dall’immateriale, si sviluppa per fasi gerarchizzate che sfociano nella
formazione degli atomi, degli elementi, delle galassie, delle forme della vita,
della coscienza, del pensiero. Per rappresentare queste diverse fasi della
presenza divina nella creazione, la cosmologia indù si serve di simboli che
possono essere formule matematiche e geometriche ( gli Yantra), formule sonore
( i Mantra), personificazioni antropomorfe o zoomorfe (gli Dei) e le loro rappresentazioni simboliche, le
immagini o icone ( le Murti). Questi
simboli non sono arbitrari. Esprimono certi aspetti della natura profonda del
mondo. I grandi saggi Rishi ne colgono il segno nelle forme del mondo
apparente. Per azione rituale o magica, per stabilire un contatto con un
particolare aspetto delle potenze celesti, è essenziale disporre di un simbolo
che rappresenta tale aspetto, e permette all’invocazione di raggiungere la
divinità che o incarna ( un po’ come se si trattasse della linea telefonica
dell’aspetto divino in questione). Perciò in tutti i riti ci si servirà di
immagini, di icone oppure di Yantra ( diagramma simbolici o magici) che variano secondo lo scopo ricercato,
secondo l’aspetto divino che invochiamo. Le potenze celesti non sono astrazioni,
ma realtà fondamentali di cui le strutture del mondo rilvelano alcuni aspetti.
Se siamo percettivi, possiamo talvolta scoprirne l’impronta che traspare nelle
forme stesse del creato, nelle piante, negli animali, nei fiumi, nelle
montagne.
A livello della materia alcuni conglomerati, alcuni cristalli, alcune
pietre recano il marchio di particolari
divinità.
E così nei fiumi delle montagne sacre, in cui l’influsso delle forze
creatrici è più sensibile, più attivo, possiamo scoprire pietre di forma
ablunga che secondo le loro caratteristiche saranno considerate dei linga,
emblemi fallici, immagini del dio Shiva; oppure come le rappresentazioni dei
diversi aspetti di Vishnu, l’aspetto conservatore e protettore della divinità.
Si chiamano Shalagrama ( pietre di preghiera ) le pietre magiche che evocano
Vishnu; un simbolo analogo a quello delle “ pietre lunghe”( Men-hir) del mondo
celtico. Secondo il loro colore, la loro
forma, le loro caratteristiche particolari, le Shalagrama sono considerate
manifestazioni dei vari aspetti di Vishnu. Codici rigorosi sono stati stabiliti
per identificarle.
Identificazioni delle Shalagrama
Diversi colori delle pietre chiamate Shalagrama:
Il giallo arancio rappresenta l'Uomo- Leone / Il colore madraperlaceo del fiore di canapa è l'immagine del nano / /Un fondo bianco evoca Vasudeva ( l'aspetto di Vishnu rappresentante lo splendore divino ) / Il bruno rossastro evoca Sankarshana ( l'aspetto di Vishnu rappresentante la potenza ) / Un riflesso turchino evoca Aniruddha ( l'aspetto di Vishnu che elimina gli ostacoli)
L'Uomo-Leone ( Narasimha) |
Ecco le caratteristiche del simbolo del Signore Uomo-Leone (Narasimha ). l'Uomo-Leone è giallo. Un secondo cerchio esalta la sua grandezza. Lo si venera ' praticando l'erranza monastica ( Brahmacharya). Non è venerato altrimenti
Gli avatara o incarnazioni di Vishnu
Il Pesce |
Caraatteristiche della Shalagrama immagine del Pesce
Di colore variabile e di forma allungata cpon delle pinne ed un chakra al centro. Reso molto più bello da unn tratto sulla bocca nen indicata. Nel chakra sulla parte destra si vede il disegno di una spirale ben indicata.
Un chakra è un centro vitale. Quello che si discerne sulla Shalagrama ha la forma di una spirale evocante il Serpente, l'aspetto primordiale di Vishnu
Il serpente Ananta (Senza fine ) |
Ecco le caratteristiche dell'immagine del serpente Ananta. Ananta dai numerosi cappucci è per i suoi colori variegati l'immagine della molteplicità.
Ananta, il Serpente senza fine, egli stesso un aspetto di Vishnu, serve da giaciglio al dio che si addormenta al centro dell'oceano cosmico quando l'Universo è distrutto.
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