venerdì 10 marzo 2017

Lo Yoga nella Bhagavagita canto VI ***








10-11-12-13-14. L’asceta deve raccogliersi incessantemente, tratto in disparte, solitario, controllando la propria mente, non aspirando a nulla, spossessato di tutto, dopo essersi preparato in un luogo purificato un seggio stabile, non troppo alto né troppo basso, coperto di una stoffa, di una pelle di antilope o di erba secca. Là, raccolto il pensiero in un’unica punta, padroneggiando le sue operazioni mentali e sensoriali, installato nel suo seggio, si unifichi nella disciplina unitiva allo scopo di unificarsi; mantenendo, reso immobile il corpo, la testa e il collo in uno stesso a piombo e nell’immobilità, con lo sguardo concentrato sulla punta del naso, senza lasciarlo errare in varie direzioni, con l’anima pacificata, esente dall’angoscia, fedele all’osservanza della castità, disciplinato il pensiero, col cuore e la mente colmi di me, unificato dalla disciplina unitiva, rimanga in tale posizione teso verso di me.

16. Lo Yoga, o Arjuna,  non è per chi mangia troppo né per chi non mangia affatto, né per chi ha l’abitudine di dormire troppo o per chi rimane sempre sveglio.

17. Chi regola convenientemente i propri pasti e i propri riposi, gli sforzi nell’azione e la parte da assegnare al sonno e alla veglia, a lui appartiene lo Yoga distruttore della sofferenza.

18. Quando la mente disciplinata rimane unicamente fissata nel Sé  e si è distaccata da tutti i desideri, allora si merita di essere chiamati “Disciplinati ed unificati”

19. “Come un fuoco luminoso posto al riparo dal vento…” tale è il paragone tradizionale che si applica allo yogin che ha la mente disciplinata e pratica la disciplina unitiva del Sé.

20-21. Là dove il pensiero, sospeso mediante la pratica assidua dello yoga, cessa di funzionare, e là dove, percependo il Sé nel Sé mediante il Sé, si trova la propria soddisfazione, là dove si prova quella beatitudine infinita che percepisce l’intelletto, ma non i sensi, se lì ci si stabilisce non ci si discosta dal reale.

22. E quando si è ottenuto tale vantaggio, non se ne stima alcun altro più di esso. Saldi in tale stato, non si è scossi da alcun dolore, anche se grave.

46. Lo yogin prevale su coloro che si dedicano alle austerità; è considerato superiore anche a coloro che si attengono alla saggezza speculativa; supera gli eroi dell’azione. Dunque o Arjuna, diventa eroe.

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