mercoledì 29 aprile 2020

Io... & il Giallo








.....Catania 4 gennaio 1997


...ricomincio nuovamente dal giallo, è la terza conferenza.....troverò mai un altro nome per le mie conversazioni con e sui colori o su tutti gli altri argomenti di cui mi interesso e mi occupo ?
Vi parlerò di o su...forse potrebbe andare.
Che luogo triste quello in cui  farò la " conferenza", spoglio, desolato, squallido....con un'energia maschile anonima e respingente.   
Perché frequento luoghi così inospitali?
Crudelmente e crudamente forse dovrei confessare che raccatto qualcuno che mi ascolti; in questo caso i proverbiali quattro gatti, perché tanti eravamo.
E' una scommessa scoprire che cosa ne ricaverò, se mai riuscirò a tenere il famigerato corso sui colori a cui in questo momento crediamo forse solo io e Maria, se le sue parole sono vere e l'apprezzamento sincero.
Maria, che delusione, così disperatamente sola ed infelice; la sua casa ingombra di oggetti inutili, come forse lo è anche la sua vita.
Eppure la frequento e continuerò a farlo per mollarla un giorno come ho fatto con Antonia a cui per certi versi assomiglia.
Ma  tutto ciò non ha nulla a che vedere con il giallo.


foto irenefaro

....Veniamo a noi carissimo insostenibile ed insopportabile colore.
Perché una cosa è certa: è un colore che mi piace osservare, riesco con piacere ad indossare, ma non ne sopporto le vibrazioni; vi trovo qualcosa che mi turba, mi respinge...e non potrebbe essere ciò che di negativo ci accomuna?
La sottile linea d'ombra che è fatta di invidia, di gelosia, di miserie, il corrrere senza meta, i troppi interessi che non diventano mai assolluti e totalizzanti, la mia predilezione per il nero...l'opposto nella sua classica morigerata fredda eleganza.


foto irenefaro

E' Chiaro che parlare in pubblico mi piace, mi emoziona e trovo splendido comunicare con e agli altri.
Che sono esibizionista, accentratrice e imparo moltissimo nel parlare in pubblico e che gli ascoltatori sono in fondo i miei esaminatori; le mie conferenze forse. sono i miei esami da autodidatta?
Tutto chiaro e il giallo?
A noi...o Dio ho nuovamente dimenticato di inserire " In the yellow submarine" dei Beatles che dovrebbe essere la canzone d'apertura e perché no, anche "Bandiera gialla" di Franco Battiato....dimenticanze gravi a cui bisogna rimediare.
Credo di avere questa volta compreso lo spirito del giallo; la sua energia ilare e beffarda, la sua allegria ingannevole e sorniona, la sua - lontanissima - vicinanza con il bianco.
Goethe afferma che il giallo è il colore più vicino alla luce, certamente lo è, ma non sarà perchè il giallo come il bianco ha meno materia e densità?
L'ho scoperto utilizzando le tempere, rosso, arancione, verde, blu e nero, sono totalmente coprenti, non lo è il giallo così come non lo è il bianco.
Questa sua difficoltà nel coprire o meglio nel non avere densità non è la ragione della sua superficialità?
Questo diventa un punto fondamentale da affrontare in un futuro auspicabile corso.
Il colore nella sua raffigurazione spaziale, utilizzando materiali e colori.

In questo modo risulterebbe chiara la densità, il tono, la trasformazione, il suo precipitare.
Dal colore materia diventa facile passare al colore persona, alla personalità di un colore, al carattere di chi lo accoglie o lo rifiuta.
Quindi con il giallo avrei dovuto essere più esplicita e la scaletta poteva essere ancora più chiara per me ed i quattro gatti!
Invece ho letto troppe volte il libro Di Reidmann e troppo poco ho rielaborato la mia esperienza sul giallo.
Riesco a trovare delle giustificazioni: enorme, vasto, insondabile è il mondo dei colori.
Numerosi gli aspetti dei quali io ho pochissime conoscenze.
Ma soltanto se trasporterò il colore nello spirito e lo farò entrare nella mia sconosciuta e a volte insodabile personalità potrò comprenderlo veramente e comunicarlo agli altri.
Sono state necessarie ben tre conferenze per comprendere ad esempio la sua dicotomia rispetto al bianco.
Il bianco assoluto ed universale - Uno senza Secondo- , il giallo la luce che si irradia ed acquista spessore e si manifesta nella perfezione degli illuminati, nella comprensione dell'Assoluto, nella tensione verso ciò che è indistinto ed inafferrabile.
Anche questo aspetto potrebbe giustificare o fare meglio comprendere la dispersione  del giallo come l'impossibilità di riunificarsi all'Assoluto, una tensione che è destinata a rimanere irrisolta perché tende all'irraggiungibile.
Lo spreco del giallo non nasce dalla sua contiguità all'abbagliante esplosione del bianco? e quindi pienamente giustificata?


foto irenefaro

E l'invidia, sentimento che appartiene al giallo, non nasce dal desiderio di essere qualcosa che non si ha e di possedere qualcosa che si è perduto. Il bianco non diventa allora la maledizione del giallo, il confronto di fronte a cui soccombere, la luce verso la quale tendere e mai raggiungere.
E non è un precipitare verso il basso la fissione alchemica dello zolfo?
E' nel suo codice genetico la linea d'ombra del giallo, dove tutto diventa apparenza: apparenza della luce, emanazione di divinità uraniche distanti nell'alto dei cieli, dei che diventano uomini e servono gli uomini.
E la tensione verso l'inafferrrabile non rischia di diventare follia? Eccesso e quindi superficialità.
Perchè non pensare che il bianco è il responsabile della negatività del giallo, o che l'emulazione del giallo nei confronti del bianco non può  non caricare di tensioni la sua energia vibratoria!

irenefaro



venerdì 24 aprile 2020

Il ROSSO è una poesia....






LA FONTANA DI SANGUE

Mi par che a volte il sangue mi scorra fuori a fiotti,
come una fonte scossa da singhiozzi dirotti;
io sento che con murmure lungo da me dilaga,
ma, per quanto mi palpi, non so trovar la piaga.

Filtrando dentro i rioni, come in chiusi ridotti,
va mutando le selci in natanti isolotti;
la sete del creato copiosamente appaga,
e imporpora ogni erba, ogni acqua, ogni plaga.

Ho chiesto a scaltri vini l'inganno d'una remora,
contro il terror insonne nell'anima mi cova:
ma il vino occhi ed orecchi aguzza a tutta prova!

Nell'amore ho cercato il torpore che smemora...
ma l'amore è null'altro che un letto d'aghi ov'io
devo a crudeli femmine spartire il sangue mio!

Charles Baudelaire


Il mondo visionario di Cho Sung-Hee

Al centro di un grande cerchio ROSSO........

Jean Mirò

Il ROSSO è il cappuccio.....




foto irenefaro

Il ROSSO è un manto....





Giovanni Faccioli

Il ROSSO è il fuoco...




foto irenefaro

Il ROSSO è il Sangue...




Chiahuri Shiota



Il ROSSO è il colore della Passione...





Edward Munch

Il ROSSO è il colore che i primitivi....




Egon Schiele


lunedì 20 aprile 2020

La bellezza non ha causa...





La bellezza non ha causa
esiste.
Inseguila e sparisce.
Non inseguirla ed appare.
Sai afferrare le crespe
del prato quando il vento
vi avvolge le sue dita?
Iddio provvederà
perché non ti riesca.

Emily Dickinson , Silenzi

venerdì 17 aprile 2020

Rosso...non solo donne!



Bosch, La salita al calvario



 I capelli rossi non sono stati assegnati solo ai volti femminili.  Il visionario Hieronyimus Bosch dipinge una “Incoronazione di spine” alquanto grottesca, basti osservare la corona di spine, gli altri oggetti presenti e i volti della quattro figure ai lati. Centrale è il volto di Cristo, contornato da capelli di un rosso tendente al biondo.


Bosch, L'incoronazione di spine

Giovanni Francesco Caroto con “ Fanciullo con disegno”, molto prima della moderna psicologia, scopre il valore del disegno del bambino, utile a dimostrare quanto la percezione estetica e la riproduzione della realtà da parte sua siano vincolate da determinati modelli mentali. A noi interessa il fatto che scelga un bambino con lunghi capelli rossi, posto di fianco, che ci guarda con un sorriso mentre mostra il suo disegno. Capelli rossi, quindi, per una personalità curiosa, attenta forse un po’ speciale.

Corato, fanciullo con  un disegno
Gli stessi aggettivi non possono essere utilizzati per descrivere la bambina che con sguardo da adulta fissa lo spettatore nel dipinto “ L’ enfante a la poupée “ di Henry Rousseau. Il suo volto, incorniciato da una capigliatura di un improbabile colore rossiccio e l’abitino rosso a pois bianchi, come bianco è il colore della poupée, più simile ad un pierrot che ad una bambola, occupano tutto lo spazio del dipinto e colpiscono l’occhio di chi guarda quasi come “ un pugno in un occhio”!



E sempre per rimanere in tema di bambini come non stupirsi ed ammirare le debordanti bambine di Botero, , un omaggio alle " Las Meninas di Velasquez, che rispecchiano in maniera metaforica certe caratteristiche dell’ipertrofica società contemporanea. 
Immobili, con i loro sguardi persi nel vuoto, sembrano piccole sculture insolite e irreali.





irenefaro

giovedì 16 aprile 2020

Viso di Mae West .... come appartamento surreaslista....?



Viso di Mae West utilizzabile come appartamento surrealista 1934-35

Le diverse sfaccettature del rosso, da rosso fuoco al rosa shocking, dilagano   nel dipinto di Salvator Dalì. “ Viso di Mae Weast utilizzabile come appartamento surrealista."
Il pittore catalano rimase così affascinato dall’attrice americana Mae West da concepire la possibilità di usare i tratti del suo volto per progettare un vero e proprio spazio nel quale allestire un appartamento. Riuscì a realizzare questa stravagante idea solo negli anni settanta quando fu portato a termine il progetto del Teatro Museo Dalì di Figueras. Con la collaborazione e l’aiuto dell’architetto catalano Oscar Tosquets, finalmente  il dipinto in gouache  di quarant’anni prima venne realizzato in una struttura a tre dimensioni.





L’artista per il dipinto si serve di una famosa fotografia della diva di Hollywood, che pur nelle trasformazioni a cui Dalì lo sottopone rimane riconoscibile. 






Anzi Dalì ne esalta la sensualità un po’ pacchiana, che era la maggiore arma di seduzione di Mae West.  I capelli, biondo platino, sono trasformati in sontuosi tendaggi, gli occhi, incorniciati, due paesaggi molto verosimili. Le sue labbra vengono trasformate in un divano imbottito rivestito di stoffa vermiglia al centro della stanza
Negli anni trenta Dalì fece costruire , su commissione del mecenate inglese Edward James anche un sofà con le caratteristiche di quello raffigurato nel dipinto.




mercoledì 15 aprile 2020

La sensualità dei capelli rossi ...





Ingres, odalisca con schiava


Più spesso, la donna dai capelli rossi, nei dipinti della tradizione occidentale, impersona la bellezza e la sensualità. Jean- Auguste Dominique Ingres, nel suo dipinto “ Odalisca con la schiava” ci presenta un harem, luogo così suggestivo per un pubblico europeo. L’oriente viene visto come oggetto di desiderio, e tale risulta essere soprattutto la donna in primo piano. Tra gli oggetti, i drappeggi più ricchi, la sua pelle viene fuori di prepotenza, bianca con sfumature rosee e i capelli rossi formano un ulteriore drappeggio. La bellezza che Ingres propone è idealizzata. Quasi classica, da scultura greco romana.

Di carattere più decisamente intimo è la composizione di Gustav Klimt: " Danae".
 La bellezza femminile è unita alla sua fragilità. Le labbra sono rosse e carnose, le guance rosa, i capelli rossi e lunghi, abbandonati anch’essi scompostamente. Si ripresenta l’oro delle composizioni a carattere sacro e spirituale, forse non solo con funzione decorativa.

Klimt, Danae

Anche Edgar Degas riprende il tema classico della bellezza femminile colta nei momenti di intimità, basta osservare “il bagno: donna che si asciuga i piedi.” Uno sguardo furtivo la coglie da dietro; la donna è chinata, la schiena inarcata, non si vede il viso parzialmente coperto dai capelli, ma se ne deduce lo stesso la bellezza.

Degas 

Il rosso sembra essere il colore predominante  dei capelli delle donne dipinte in molti quadri degli impressionisti: 
in Renoir


Renoir
in Toulouse de Lautrec


Toulouse de Lautrec


Toulouse de Lautrec



ma anche in Cezanne

Cezanne

e agli inizi del XX secolo  in Modigliani

Modigliani

e Derain

Derain



martedì 14 aprile 2020

Rosso Malpelo






Ma non è stato tutto rosa e fiori per le persone con “ pelo” di questo colore: “ Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi. E aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riuscire un fior di birbone” ci dice Giovanni Verga  nel suo racconto. La credenza del “ rosso mal pelo” ha radici antiche, ed è frutto di una società repressiva e sessista quale è stata quella occidentale, che non ha esitato ad attribuirvi valenze diaboliche, sintomatiche di un carattere sociologicamente eversivo. Persino presso un’autrice come Erica Jong,bionda ma non rossa, che ha condiviso le tematiche del femminismo radicale, troviamo riproposta la figura del rosso mal pelo.
Nel suo romanzo “ How to save your own life”, la protagonista viene tradita dal marito per una donna dai capelli rossi; costei, a detta della vittima, sarebbe dotata, per natura, di animo meschino e, persino nelle arti amatorie, si direbbe alla simulazione, essendo in realtà “ freddina”.



martedì 7 aprile 2020

Il Rosso di Tiziano





Il rosso tiziano tende decisamente verso un colore  ramato scuro. 
Tiziano, che era un incredibile colorista tanto da far dire di sé che " disegnava con il colore" assegna questo rosso alla maggior parte delle donne che ritrae.



Gli ambienti stessi e i paesaggi, in molte sue opere sono ombreggiati con una tinteggiatura rossiccia, che li rende più caldi.



Amava dire che al bravo pittore devono bastare tre colori, il rosso, il bianco ed il nero, ed alcune sue composizioni possono effettivamente essere ridotte a variazioni di queste tre tonalità.



Tra le opere più significative, per quanto riguarda la definizione del rosso tiziano, si può ricordare " Salomé con la testa del Battista", nella quale domina il personaggio di Salomé, che è rappresentata attraverso i canoni di una bellezza classica.


L'incarnato pallido e diafano è in forte contrasto col colore dei capelli rosso rame; benché il tema del dipinto sia tragico, la bellezza delle forme e dei colori ne cambia totalmente la percezione.

Tiziano Vecellio- Autoritratto

domenica 5 aprile 2020

Il rosso di Raffaello....






IL rosso raffaellesco anche detto “ irlandese”, è quello col quale il celebre pittore ha rappresentato la “Madonna del cardellino” che si trova alla galleria degli Uffizi, nonché quello con cui ha dipinto la chioma della “ Dama con l’unicorno”, dipinti rispettivamente nel 1506 e nel 1502 circa. 

Madonna del cardellino

E’ un rosso tendente al biondo – oro, e non a caso.  Il colore oro, infatti, in particolare durante il medioevo, ha sempre evocato presenze superiori, presenze spirituali.
Per la Madonna non c’è più lo sfondo dorato ma uno sfondo naturalistico, alla maniera di Leonardo, in compenso l’aureola rimane naturalmente color oro e i capelli assumono questa intensa” ideale” tonalità.

Dama del liocorno

Anche la dama ritratta con l’unicorno ne è dotata: probabilmente possedeva delle qualità speciali se non divine.
Circa cento anni più tardi, Pieter-Paul Rubens, riprende, tra gli altri innumerevoli esempi, il rosso utilizzato da Raffaello nel quadro “ La toletta di Venere”, in un’interpretazione della bellezza femminile decisamente sensuale. Una ragazza avvenente e formosa si rivolge allo specchio, moltiplicatore di forme e di luci, ma anche consigliere di diabolica vanità. In un periodo in cui incombe la censura religiosa sulla bellezza, sulla carne desiderabile, almeno sui dipinti, sembra dire Rubens, ci si concede di tutto.

Rubens- Venere allo specchio
cont.






sabato 4 aprile 2020

Il rosso di Raffaello, di Tiziano,.......di rosso Malpelo






Rosso. E’ la sensazione che proviamo quando i nostri recettori cromatici sono soggetti a radiazioni dello spettro del visibile comprese tra 6200 e 7700 angstrom. Si può ben capire che le sfumature di questo colore che possiamo recepire sono moltissime, e lo sono anche parlando in specifico di capigliature. Secondo alcuni esiste un colore “ideale”: la vera rossa, infatti, deve avere una specifica tonalità, che va dalla più chiara (predicata dai fautori di Raffaello) alla più scura ( presso i sostenitori del rosso Tiziano , e  una corretta  distribuzione di efelidi. 

Dante Gabriele Rossetti, Fanny

I fautori delle donne con i capelli rossi “ naturali” sostengono che queste  sarebbero dotate di particolare fascino, sensualità ed il loro corpo “pieno di macchie e di lentiggini” avrebbe qualcosa che
 “ commuove”.   
Anche Baudelaire, in una celebre poesia dedicata ad una giovane mendicante dai capelli rossi,  ne esalta la dolcezza del corpo pieno di macchie rosse :


Dante Gabriele Rossetti- Triplo ritratto


                                Ma blanchette aux cheveux roux,                  
Dont la robe par ses trous
Laisse voir la pauvreté
Et la beauté,
 Pour moi, poète chétif,
Ton jeune corps maladif
Plein de taches de rousseur
À sa douceur ..

Bianca fanciulla dai capelli rossi,
il cui vestito dai suoi buchi lascia
vedere la povertà
e la bellezza.
 Per me, poeta misero,
il tuo giovane corpo malaticcio,
pieno di macchie rosse,
ha la sua dolcezza..
cont.