Quando ci esercitiamo a stare seduti,
immobili, attenti a noi stessi, ci riconciliamo con l’istante presente.
Dugpa Rimpoce
Stare
seduto, stare seduto semplicemente, stare seduto senza fare nient’altro che
stare seduto può sembrare facile, ma non lo è. Non devi stare seduto per fare
qualcosa…leggere, parlare, scrivere…riposarti. Devi stare seduto e basta.
Proprio
questa è l’essenza della pratica.
Si
tratta in effetti di dimorare in uno stato di attenzione privo di altri
pensieri. La mente non deve avere alcun oggetto, non deve essere legata ad
alcun contenuto; deve essere presente e trasparente a se stessa.
Sono
poche le occasioni della vita in cui puoi veramente entrare in contatto con te
stesso. La tua coscienza varia in base alle situazioni che stai vivendo ed
alle persone che ti stanno intorno. Di volta in volta, sei condizionato da
fattori esterni. Ma cosa sei quando non sei impegnato in una azione particolare,
quando non ti abbandoni né a immagini né a riflessioni?
Per
“ non pensare”, non devi sforzarti di scacciare i pensieri. Se ti sforzi, in
realtà pensi ancora. Quando un pensiero arriva, registralo semplicemente come
un’onda che arriva e che passa.
Abbassa
le ciglia, chiudi i sensi. Cerca di essere consapevole di essere lì in quel
momento. Ma il punto è che non devi pensarlo: devi esserlo. Percepisci la tua stessa presenza, la tua stessa
consapevolezza che non ha più né soggetto né oggetto: è pura coscienza di
essere, senza forma.
In
quel momento in un lampo, realizza.
Sedendo imperturbabile, ti espandi
dappertutto e non c’è luogo dove tu non giunga
Dogen
da “Le piccole meditazioni” di C.
Lamparelli
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