Ascoltare
il silenzio:
E’
un punto capitale. E’ necessario anche ascoltare il silenzio, è questo uno
degli esercizi più difficili in assoluto. Ci sono due tipi di silenzio. C’è il
silenzio “nero” è soltanto l’assenza delle parole. Questo silenzio fa paura,
perciò si cerca di evitarlo con ogni mezzo. Così oggi si moltiplica il suono
tanto da essere storditi. E’ l’ottundimento cui si ricorre per impedire il
suono terribile del silenzio “nero”. E’ un silenzio che fa impazzire. E’ il
silenzio della solitudine. C’è poi il silenzio “bianco”. Il bianco non è
incolore, ma è la sintesi di tutti i colori. Questo è il silenzio che deve
nascere dentro di noi - per ascoltare quella voce di silenzio che è la voce di
Dio….bisogna imparare che Dio parla nel silenzio e che le cose più importanti
del nostro io- anche quelle relative alla nostra coscienza- parlano nel
silenzio…
Il
grande filosofo greco Pitagora diceva:
“Il sapiente non rompe il silenzio se
non per dire una cosa più importnte del silenzio”
Quindi
egli concepiva il silenzio come “il grembo” dal quale nascono le grandi verità
, il grembo nel quale si comunica con Dio e si riceve la verità suprema, anche
la verità su se stessi e così scopriamo il vuoto che c’è in noi. E riusciamo a
capire che il silenzio “bianco” è anche il linguaggio dell’amore. Lo diceva il
filosofo credente Pascal che scriveva:
“In amore come nella fede i silenzi sono
più eloquenti delle parole”
La
fede ha avuto come punto terminale, come esperienza più alta, la mistica, vale
a dire l’entrare nel mistero.
“Mistica”
e Mistero” derivano infatti dallo stesso verbo greco muei, per pronunciare il quale bisogna chiudere le labbra, un
verbo che significa “tacere”. E’ il silenzio, ma il silenzio pieno ed infinito.
Questo è il grande esercizio da compiere….
…Dio
è mistero: Dio il cui nome non può essere pronunciato è voce di “silenzio”.
…Quando
Giobbe arriva all’ultimo livello della sua drammatica esistenza dice:” Io ti
conoscevo per sentito dire, ora i miei occhi ti vedono”. L’ascolto finisce e
comincia la visione. Si vede soltanto e si tace. Perciò l’ascolto del silenzio
è l’esercizio più alto dell’esperienza spirituale.
Gianfranco Ravasi - I Classici dello Spirito- Fabbri ed. Milano 1977