martedì 24 novembre 2015

Gli otto segni di buon augurio






Attirare la fortuna e assicurarsi le buone protezioni

Onnipresenti nella vita spirituale tibetana, questi otto emblemi, o tashi takgye, trovano la loro origine in un momento fondamentale della vita del Buddha storico.
All’alba seguita alla famosa notte sotto l’albero di Bodh Gaya, quando il risvegliato raggiunse il suo scopo, la gioia si diffuse nell’universo. Per manifestare la felicità gli esseri celesti accorsero carichi di miriadi di regali. La memoria dei secoli ne ha tenuti in mente alcuni divenuti emblematici della venerazione per il Maestro.
Questi simboli si adeguano a tutte le fantasie e li si trova ovunque e in tutte le occasioni pubbliche e private, talvolta decorano anche  i mandala e ne fanno sfoggio le più belle Katha.
Il prezioso parasole, chatra o rinchen dug, è segno di dignità regale e protegge da tutti i mali.

 

I due pesci d’oro, matsya o sergyi-a, esprimono la liberazione spirituale: essi rappresentano gli esseri salvati dall’oceano delle sofferenze dell’esistenza terrestre.


 
Il vaso o coppa dei tesori, Kalasha o bumpa, contiene i gioielli spirituali e può servire da recipiente per l’acqua lustrale, considerata nettare dell’immortalità.


 Il fiore di loto, padma, simboleggia la purezza originale, esso è d’altronde, sotto diversi colori e forme, un attributo dei Buddha e dei Bodhisattva.



 
 La conchiglia bianca, sankha o dungkar, tanto più stimata se ruota verso destra, raffigura la parola che proclama la gloria dei Risvegliati, e qualche volta è anche chiamata “ tromba della vittoria.”


 Il nodo senza fine, srivasta o palbe, testimonia l’amore o l’eternità, rappresentando la vita infinita.


 Il grande stendardo, dhvaja o gyeltsen, è in realtà una bandiera arrotolata che attesta la potenza dell’insegnamento buddhista o la vittoria della buona legge.





La Ruota D’oro, chakra o khorlo, è naturalmente quella dell’insegnamento ( dharma) da seguire con assiduità per accedere al Risveglio. Essa rappresenta l’unità di tutte le cose  ed è il simbolo per eccellenza della dottrina.





In occasione di eventi particolari, come ad esempio un matrimonio, gli otto emblemi si combinano in un’unica composizione, ricca di tutti i significati che essi comunicano e che viene chiamata takged puntsog.


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