Monastero di Hemis - Ladak |
La katha, presente in
tutte le cerimonie grandi e piccole, pubbliche o familiari è per i tibetani un
simbolo di cortesia e di benedizione. Segno di una civiltà semplice è un gesto
di offerta , di accoglienza, di scambio cortese.
Nella sua trama
vengono tessuti la formula sacra del mani e gli otto simboli di buon augurio.
Le più belle sciarpe sono di seta e
quando è una lunga striscia di tessuto di quattro metri di lunghezza per uno di
larghezza è riservata quasi esclusivamente alle alte autorità religiose e alle
personalità di rilievo. Le sciarpe di uso comune sono raramente di seta molto
più piccole, spesso in tessuto sintetico, giusto il simbolo di un simbolo.
Per i tibetani la consegna della Katha obbedisce a un codice
i cui significati sono molto complessi. Ad un grande Lama o ad un alto
dignitario civile, la sciarpa viene offerta a mani giunte ad altezza della
fronte, con una inclinazione cerimoniosa del busto. Il gesto testimonia
rispetto e buona volontà. Se la Katha viene restituita, il proprietario la
conserverà con cura perché essa è divenuta un prezioso talismano. Se
l’interlocutore offre un’altra sciarpa nello scambio, è un pegno di protezione,
accompagnato da preziosi voti.
Tra persone di eguale livello, lo scambio si compie ad
altezza di spalla. Ai piùgiovani viene messa intorno al collo. Infine offrire
un dono avvolto in una Katha ha più valore, aggiungendo all’eleganza del gesto
la generosità della spartizione.
da " Buddismo Tibetano" di Claude B. Levenson, Mondadori
( foto Irene Faro)
Kalachakra Luglio 2014, Leh Ladak |
( foto Irene Faro)