La
descrizione di Shambhala è quasi identica in tutti i testi buddisti. Una prima
catena circolare di alte montagne ricoperte di ghiacciai, inaccessibili,
perduti nelle nuvole, ne costituisce la difesa esteriore. Esse sono
invalicabili e per alcuni Lama bisognerebbe avere il dono della levitazione per
valicarle.
All’interno
di questo cerchio sorge un immenso mandala, anch’esso composto da montagne
ancora più alte, il cui insieme ha la forma di un loto a otto petali regolari.
Ciascuno di questi petali contiene dodici principati, che in tutto formano settantasei piccoli reami, i cui principi
sono i signori di Shambhala. Un terzo cerchio di montagne di ghiaccio
immacolato circonda il centro di questo immenso loto; lì si trova Kalapa, la
capitale. Nella capitale di Shambhala è posto un mandala immenso, fatto costruire
dal primo re, che contiene tutti gli Insegnamenti segreti della Dottrina e
tutta la saggezza del mondo.
Infine al centro di Kalapa è posto il palazzo del
sacerdote-re, il Kulika, che
attualmente ha il nome di Magagpa
Aniruddha. Il palazzo è ricoperto
d’oro e pietre preziose di inestimabile valore.
Tesori senza prezzo vivono sepolti e il sacerdote-re ha il potere
assoluto e sovrannaturale sulle legioni di esseri semi-umani e angelici che lo
circondano. Imperatore del mondo e
sovrano spirituale delle potenti e sottili correnti di energie che regolano
l’ordine cosmico e la stessa vita degli uomini, il Kulika di Shambhala dirige l’evoluzione spirituale delle masse
umane incarnate nella pesante ed accecante materia.
op. cit.
The 33rd Kalachakra 2014, Leh Ladak |
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