"Immagina un cerchio,
e immagina che ne stai percorrendo la circonferenza. Qualunque sia il punto in
cui cominci il percorso, quello è il tuo inizio. Ma, una volta che
cominci a muoverti, non c'è fine; continui a girare in tondo. Se
vuoi uscir fuori dal cerchio senza fine, devi essere consapevole che il cerchio
ha un centro e che tu devi stare in quel centro, invece che lungo la
circonferenza."
Cos'è questo centro? È la realtà
che risiede permanentemente nel Cuore di tutti gli esseri. È
la coscienza, è verità e amore. Tutti devono conoscere
questo centro, se vogliono smettere di girare in tondo all'infinito,
spostandosi continuamente da un punto all'altro. Non ci sono punti in quel
centro e, quindi, non c'è movimento. Quando arrivi al centro,
per te è finito tutto. Non c'è né inizio né
fine nel centro, perchè lì cessa ogni direzione, distinzione e
movimento. In questo mondo riusciranno a non essere frantumati quelli che
sono vicini al centro, vicini al Cuore del loro stesso essere. Chi si allontana
dal centro rimane schiacciato. La maggior parte della gente si distanzia dal
centro e, per questo solo motivo, soffre. La cosa migliore è
stare vicino al perno e rimanere lì, immobili. Se rimani lì,
il mondo ti girerà attorno, ma non ne verrai schiacciato e frantumato. Se
riposi in quel centro, il mondo non potrà turbarti o toccarti in alcun
modo". Poonja, maestro Vedantino
Questo centro è quello spazio interiore nel quale
lavoriamo durante la pratica meditativa. Non siamo abituati a mantenere per un
certo lasso di tempo il contatto con esso. All'inizio è
una fatica, pur tuttavia capiamo subito che è la nostra origine, la fonte di
energia, la sede della nostra autenticità. Allora, con il tempo, diventerà
relativamente semplice tornare ad essa nel momento della meditazione. Il grande
problema è che nella vita quotidiana, negli incontri molteplici che si
hanno durante una giornata, questo centro viene pressoché
dimenticato, messo da parte: siamo continuamente sballottati qua e là,
tra un temperamento e l'altro; siamo decentrati, dimentichi di noi stessi. Il
lavoro, il grande lavoro, consiste allora nel riuscire a mantenere un contatto
costante con il nostro centro anche durante i nostri incontri più o
meno casuali: questo non per chiudersi al mondo, ma per viverlo in
consapevolezza e tranquillità. Un mondo vissuto in questo modo si
apre a noi nella sua sfolgorante bellezza.