martedì 20 novembre 2018

Essere in contatto con il centro....









"Immagina un cerchio, e immagina che ne stai percorrendo la circonferenza. Qualunque sia il punto in cui cominci il percorso, quello è il tuo inizio. Ma, una volta che cominci a muoverti, non c'è fine; continui a girare in tondo. Se vuoi uscir fuori dal cerchio senza fine, devi essere consapevole che il cerchio ha un centro e che tu devi stare in quel centro, invece che lungo la circonferenza.

Cos'è questo centro? È la realtà che risiede permanentemente nel Cuore di tutti gli esseri. È la coscienza, è verità e amore. Tutti devono conoscere questo centro, se vogliono smettere di girare in tondo all'infinito, spostandosi continuamente da un punto all'altro. Non ci sono punti in quel centro e, quindi, non c'è movimento. Quando arrivi al centro, per te è finito tutto. Non c'è né inizio né fine nel centro, perchè lì cessa ogni direzione, distinzione e movimento. In questo mondo riusciranno a non essere frantumati quelli che sono vicini al centro, vicini al Cuore del loro stesso essere. Chi si allontana dal centro rimane schiacciato. La maggior parte della gente si distanzia dal centro e, per questo solo motivo, soffre. La cosa migliore è stare vicino al perno e rimanere lì, immobili. Se rimani lì, il mondo ti girerà attorno, ma non ne verrai schiacciato e frantumato. Se riposi in quel centro, il mondo non potrà turbarti o toccarti in alcun modo"Poonja, maestro Vedantino


Questo centro è quello spazio interiore nel quale lavoriamo durante la pratica meditativa. Non siamo abituati a mantenere per un certo lasso di tempo il contatto con esso. All'inizio è una fatica, pur tuttavia capiamo subito che è la nostra origine, la fonte di energia, la sede della nostra autenticità. Allora, con il tempo, diventerà relativamente semplice tornare ad essa nel momento della meditazione. Il grande problema è che nella vita quotidiana, negli incontri molteplici che si hanno durante una giornata, questo centro viene pressoché dimenticato, messo da parte: siamo continuamente sballottati qua e là, tra un temperamento e l'altro; siamo decentrati, dimentichi di noi stessi. Il lavoro, il grande lavoro, consiste allora nel riuscire a mantenere un contatto costante con il nostro centro anche durante i nostri incontri più o meno casuali: questo non per chiudersi al mondo, ma per viverlo in consapevolezza e tranquillità. Un mondo vissuto in questo modo si apre a noi nella sua sfolgorante bellezza.








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