…Secondo il Samhkya e lo Yoga, prima viene il Purusa,
poi la mente, poi i sensi ed ultimo il corpo. Nel corso della vita questa scala
si inverte, e a poco a poco il purusa è lasciato sullo sfondo. Così il Purusa
soggiace alla mente, la mente soggiace ai sensi , e i sensi al corpo. Questa è
la situazione ordinaria. Lo scopo dello Yoga è di invertire questo processo e
di restituire al Purusa il posto che gli compete. La vera qualità dell’essere
umano è di essere guidato da quel qualcosa che ha la facoltà di percepire. Questo
qualcosa è il Purusa. I problemi nascono quando lo perdiamo di vista o ne
dimentichiamo completamente l’esistenza.
…Molti mi chiedono se insegno asana, e quando
rispondo di sì commentano: “ Oh, allora è hatha yoga”. Se parlo degli Yoga Sutra, il commento è:” Ah, questo è Raja Yoga. Se invece
commento i Veda, dicono: ”Ah, lei un mantra yogi”. Se dico semplicemente di
praticare lo Yoga, non sanno dove collocarmi.
Molti vogliono applicare un’etichetta a tutto e tutti. Purtroppo, queste
classificazioni hanno assunto un’importanza eccessiva e fanno credere che vi
siano reali differenze tra le varie forme di Yoga. In realtà si tratta di
un’unica cosa vista da diverse prospettive. Se seguiamo con tutto il nostro
impegno una forma di Yoga, stiamo
progredendo lungo tutti i cammini dello Yoga.
“Tham
yogam iti manyante sthiram indriya dharanam”
Si dice Yoga l’arte di tenere costantemente fermi i
sensi
Katha Upanishad
Si ritiene che soltanto se si è praticato lo Yoga
nella vita passata, lo si può praticare nella presente. In altre parole, per
arrivare allo Yoga, deve già esistere nella nostra coscienza un’inclinazione,
un desiderio o una nostalgia di esso. Tutto ciò di cui facciamo esperienza si
imprime nella nostra coscienza. Ogni impressione genera un’attrazione o
un’avversione per la ripetizione di quella esperienza. Ogni minima impressione
si chiama samskara.
L’attrazione o
l’avversione che ne deriva si chiama vasana,
che letteralmente significa fragranza. Tutta la nostra personalità si compone
di queste innumerevoli fragranze. Per approfondire questo samskara, nel tentativo di progredire lungo il cammino dello
Yoga, il discepolo deve praticare con maggiore diligenza, altrimenti non si
formerà un’impressione. Patthabi Jois paragona il samskara o la vasana alla cottura dell’aglio in
una pentola. Se si bolle per lungo tempo dell’aglio in una pentola, e poi lo si
toglie e si lava la pentola, l’odore dell’aglio persisterà ancora a lungo in
essa. Per cui un discepolo che nella vita passata sia stato un ingegnere
americano e che in questa vita sia nato in una famiglia di bramini, avrà la
mente attratta dall’ingegneria.....
T.K.V Desikachar
Il cuore dello Yoga
Pag 33-159-167
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