Ogni pellegrinaggio comincia con una domanda.
E’ un viaggio in cerca di
risposte, non soltanto spirituali, ma fisiche, emotive, personali e persino
scientifiche. Si potrebbe semplicemente restarsene a casa a meditare sugli
enigmi dell’esistenza, ma partire in pellegrinaggio implica un’indagine di
carattere diverso, con cui ci si consegna corpo, mente e anima ai rigori di una
ricerca che è, nel contempo, interiore ed esteriore. Per questa ragione è
probabile che le nostre scoperte più importanti siano quelle che trascendono
sia la razionalità sia la religione e ci conducono oltre le convenzioni della
fede così come è vissuta nel quotidiano, rivelandoci il legame essenziale tra
l’uomo e la natura. Da Gilgamesh a Gandhi, secoli di riflessioni sono stati
dedicati alla domanda fondamentale: “ Che cosa ci rende umani?”. Avremmo dovuto
chiederci forse :” Che cosa ci lega a una roccia, a un filo d’erba, all’
altezza di un olmo?” . Per domande di questo genere non esistono né la garanzia
di un’unica verità né una formula scientifica, né un dogma, ma vi sono solo gli
enigmi e i misteri del mondo naturale di cui noi siamo una parte inseparabile.
Da :” Acque sacre” di Stephen Alter
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