Albrecht Durer- Mani oranti |
Con l’avanzare dell’età, gli eventi umani assumono tutta
un’altra colorazione. Si impregnano della tonalità di una missione da compiere.
Ognuno di noi può allora cogliere il senso del proprio cammino e anche
indovinarne il fine. Tutto si concentra sull’essenziale, quest’essenziale
sorgente di vita, flusso incessante di energia sul quale si sintonizza il
nostro pensiero, si modella la nostra mente, comincia a vibrare la nostra
anima, cancellando le costrizioni che la oscuravano, o per lo meno la
incupivano, l’annebbiavano. L’anima diventa da questo momento l’espressione
della vita, capace di cantare come quest’ultima, in risonanza con lei, e si
mette a pregare incessantemente, cosa per cui è fatta. Perché in
fondo tutti sanno che l’anima canta. E ognuno sa che si fa di tutto in questo mondo per
impedirglielo. Ma la sua natura è fatta per salmodiare. E’ fatta per questo e
la sua sofferenza trae origine proprio dalla soppressione di questo profondo
anelito verso l’universo, verso il grande tutto a cui essa appartiene.
Invecchiare significa dunque passare oltre
tutto ciò che tende a ostacolare questa vibrazione dell’anima. Significa
raggiungere questo grado di saggezza in cui tutto diventa relativo rispetto alle
attività umane, tenendo conto delle loro verità. Significa raggiungere il
livello in cui si scopre il carattere futile di cose che pure sembravano
indispensabili. Significa vedere dissolversi tutto quello che offusca la
presenza di Dio.
Alfred
Tomatis –
L’orecchio e la vita-
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