mercoledì 19 ottobre 2016

Hakikeru ga...



Spazzarle via,
e, infine, non spazzarle via-
le foglie morte!
Taigi 1709-1771)

martedì 18 ottobre 2016

Nient'altro che stare seduti...






Quando ci esercitiamo a stare seduti, immobili, attenti a noi stessi, ci riconciliamo con l’istante presente.
                       Dugpa Rimpoce
 Stare seduto, stare seduto semplicemente, stare seduto senza fare nient’altro che stare seduto può sembrare facile, ma non lo è. Non devi stare seduto per fare qualcosa…leggere, parlare, scrivere…riposarti. Devi stare seduto e basta.
Proprio questa è l’essenza della pratica.
Si tratta in effetti di dimorare in uno stato di attenzione privo di altri pensieri. La mente non deve avere alcun oggetto, non deve essere legata ad alcun contenuto; deve essere presente e trasparente a se stessa.
Sono poche le occasioni della vita in cui puoi veramente entrare in contatto con te stesso. La tua coscienza  varia  in base alle situazioni che stai vivendo ed alle persone che ti stanno intorno. Di volta in volta, sei condizionato da fattori esterni. Ma cosa sei quando non sei impegnato in una azione particolare, quando non ti abbandoni né a immagini né a riflessioni?
Per “ non pensare”, non devi sforzarti di scacciare i pensieri. Se ti sforzi, in realtà pensi ancora. Quando un pensiero arriva, registralo semplicemente come un’onda che arriva e che passa.
Abbassa le ciglia, chiudi i sensi. Cerca di essere consapevole di essere lì in quel momento. Ma il punto è che non devi pensarlo: devi esserlo. Percepisci la tua stessa presenza, la tua stessa consapevolezza che non ha più né soggetto né oggetto: è pura coscienza di essere, senza forma.
In quel momento in un lampo, realizza.

Sedendo imperturbabile, ti espandi dappertutto e non c’è luogo dove tu non giunga
                                               Dogen     
   da  
   Claudio Lamparelli "Le piccole meditazioni " 

lunedì 10 ottobre 2016

Perché in fondo tutti sanno che l'anima canta*



Albrecht Durer- Mani oranti



Con l’avanzare dell’età, gli eventi umani assumono tutta un’altra colorazione. Si impregnano della tonalità di una missione da compiere. Ognuno di noi può allora cogliere il senso del proprio cammino e anche indovinarne il fine. Tutto si concentra sull’essenziale, quest’essenziale sorgente di vita, flusso incessante di energia sul quale si sintonizza il nostro pensiero, si modella la nostra mente, comincia a vibrare la nostra anima, cancellando le costrizioni che la oscuravano, o per lo meno la incupivano, l’annebbiavano. L’anima diventa da questo momento l’espressione della vita, capace di cantare come quest’ultima, in risonanza con lei, e si mette a pregare incessantemente, cosa per cui è fatta. Perché in fondo tutti sanno che l’anima canta. E ognuno sa che si fa di tutto in questo mondo per impedirglielo. Ma la sua natura è fatta per salmodiare. E’ fatta per questo e la sua sofferenza trae origine proprio dalla soppressione di questo profondo anelito verso l’universo, verso il grande tutto a cui essa appartiene. Invecchiare significa dunque passare oltre  tutto ciò che tende a ostacolare questa vibrazione dell’anima. Significa raggiungere questo grado di saggezza in cui tutto diventa relativo rispetto alle attività umane, tenendo conto delle loro verità. Significa raggiungere il livello in cui si scopre il carattere futile di cose che pure sembravano indispensabili. Significa vedere dissolversi tutto quello che offusca la presenza di Dio.
Alfred Tomatis     L’orecchio e la vita-  



  

Perché in fondo tutti sanno che l'anima canta...


Wilhelm Maria Hubertus (1844-1900)



La fortuna di invecchiare.....Dio vuole che l’uomo lavori, o meglio come precisa il testo ebraico “ che l’uomo coltivi” e, sottinteso, “si coltivi”.... Ma a dire  il vero il miglior modo di restar giovani non è proprio quello di non imparare mai ad invecchiare?

Oltrepassare le varie porte che conducono alle nostre regioni interiori, quelle stesse che paradossalmente risultano tanto più aperte sull’infinito quanto più profondamente nascoste nel nostro intimo, costituisce un passaggio fondamentale per chi sta per terminare il suo corso sulla terra. Là il tempo si cristallizza nella sua eternità e lo spazio nella sua infinità. Tutto è soltanto vita e luce. Ogni genere di morte svanisce, ogni ombra si dissolve. In questo tempo senza limiti, aldilà di ogni orizzonte, la nostra partecipazione alla creazione diventa evidenza. Da quel momento siamo chiamati a cantare la gloria del Creatore, la cui presenza si fa sempre più pregnante, sempre più avvolgente. Invecchiare allora diventa solo un consapevole consenso che permette di penetrare tranquillamente gli arcani dell’universo infinito....( cont.)
Alfred Tomatis , "L'orecchio e la vita"




giovedì 6 ottobre 2016

Esiste un bello come esiste la Bellezza...




" Esiste un bello come esiste una Bellezza; il primo è un desiderio emotivo-rappresentativo dell'io sentimentale, separativo e conflittuale, la seconda è rispondenza di parti, è la grazia di un gesto ,o, su una voluta più alta della spirale, di un vibrare con l' Essere, è la vita accordata alla Vita." 
 Raphael," Triplice via del Fuoco" II,12

martedì 4 ottobre 2016

Lo yoga è adatto alle donne...?*


Lo yoga
è
adatto alle donne?


A poco a poco in India la donna perderà ogni ruolo sociale, la sua libertà sarà ridotta al minimo.
La storia del continente indiano per secoli sarà costellata di battaglie contro gli invasori stranieri provenienti da nord-ovest e le donne non prenderanno più parte alla vita sociale.
Ma in un'epoca che corrisponde al nostro medievo, il tantrismo influenzerà la dottrina indù, recuperando degli antichi culti della civiltà della valle dell'indo. Nella dottrina tantrica tutto è sacro o può diventare tale, e ciò che accade a livello umano accade a livello cosmico. La grande dea preariana risorge sotto forma di Shakti, l'energia creatrice femminile che alimenta il processo della manifestazione e genera il tessuto del mondo:

" O Devi! Tu sei la mente, il cielo, l'aria, il fuoco e la terra.
Tu sei diventata la sacra regina di Shiva per alterare la tua beata forma cosciente nella forma del mondo"



Nel Chandi Patha, testo della tradizione shakta, che inneggia e si inchina alla Divina Madre, la Dea è:
Energia, Liberatrice dalla Sofferenza, Cambiamento, Perfezione, Dissoluzione, Sposa della Coscienza, Estremamente Bella, Estremamente Feroce,...
....risiede in ogni esistenza come intelligenza, sonno, fame, paziente perdono, umiltà, pace, fede compassione, appagamento....

......Nei tempi antichi tutti gli dei, guidati da Indra, il Reggitore dei Puri, cantarono .. versi di lode allo scopo di consegnare l'io alla Luce della Saggezza, e molti giorni durò la cerimonia.
Possa Ella, Colei che tutto vede, Signora di tutto, Fonte di ogni Bene, compiere anche per noi tutte le cose propizie, mettendo fine a ogni angoscia. Noi Dei siamo stati turbati da pensieri arroganti al modo degli uomini, ma ora tutti noi Dei ci inchiniamo a Colei che tutto vede, a colei che, venerata con devozione e ricordata in immagini materiali, mette immediatamente fine a ogni avversità.

Protette forse dalla Grande Dea non poche furone le yogine famose anche nei secoli bui:
Mahadeviyakka, vissuta nel XII sec., considerata una delle maggiori poetesse degli adoratori di Shiva, il Signore candido come il gelsomino

Oh Signore candido come il gelsomino

Tu sei come latte
Nell'acqua; non so dire

Che cosa viene prima
E cosa dopo,
Chi è il padroneE chi lo schiavo,
Che cos'è grande

E cosa piccolo.
O Signore candido come il gelsomino,
Se una formica ti amasse E ti lodasse,
Non si eleverebbe

Alla potenza di un demone ?
Mahadeviyakka

Lalla, una santa del XIV sec. proveniente dal Kashmir, che andò a predicare la dottrina Yoga per tutta l'India
Mirabai, vissuta nella metà del XVI sec. tra le maggiori poetesse mistiche dell'India. I suoi canti d'amore per Krishna sono cantati ancora oggi

Chi mi può screditare?

L'impronta d'amore del Tenebroso
E' su di lei;
Gli altri ornamenti
Mira li considera come semplici orpelli.
Un segno sulla fronte,
Un bracciale, i grani della preghiera:
Oltre a ciò ella indossa soltanto
la propria condotta

Inutile è il belletto,
Quando hai avuto la verità di un maestro.
Oh, il Tenebroso
Mi ha marchiata d'amore,
E per questo alcuni mi ingiuriano,
Altri mi onorano.
Io vago soltanto per la strada dei sadhu
,
perduta nei miei canti.
Non rubo,
e non nuoccio a nessuno
:

Chi mi può screditare?
Pensate che smonterei da un elefanteper cavalcare la groppadi un asino?
Mirabai






Lo yoga è adatto alle donne......?

LO YOGA

E'

ADATTO

ALLE DONNE ?



Domanda improponibile, indisponente ed anche  ridicola al giorno d' oggi!
Ma in passato, agli albori dello Yoga,    quale era il ruolo delle donne ?
Erano numerose le yogine , esistevano le ascete, era consentito alle donne di percorrere il cammino spirituale ?
Nello studiare l'arte dello Yoga si scoprono sorprendenti sorprese.
Secoli e secoli fa, al tempo dei Veda, le donne erano predominanti in molti settori. Ed anche le dee godevano di pari opportunità.


Fu la dea Parvati ad entrare per prima in possesso della conoscenza dello Yoga, suo maestro fu il regale consorte Shiva.

Maitreya
, moglie del grande Yogi e filosofo Yajnavalka, conseguì il Samadhi praticando lo yoga che aveva appreso dal marito, autore dello Yogayajnavalka.


Un episodio molto noto del Ramayana descrive l'addio dato dalla madre a Rama, condannato a vivere in esilio per quattordici anni. Kausalya, sopraffatta dal dolore, consapevole che ogni benedizione data con le lacrime agli occhi è di cattivo auspicio, praticò Asana e Pranayama per poter padroneggiare il dolore e benedire il figlio Rama con equanimità e distacco.


Nel Mahabharata si racconta di Sulabha, un'eremita figlia del re Pradhan, studiosa ed esperta nello Yoga. Janaka, re di Mithila, fu sconfitto da lei nel corso di una disputa sullo Yoga.


In India la leggenda di Madalasa è un esempio di donna Yogini. Madalasa era la consorte devota del re Rtudhvaja. Credendo che suo marito fosse morto, compì un Sati, dandosi fuoco.
Poichè il marito era ancora vivo, un dio la riportò in vita. La morte aveva cancellato in lei ogni memoria della sua vita precedente, ma non appena venne iniziata ala disciplina dello Yoga, riacquistò la memoria, ritrovò se stessa e divenne una seguace dello Yoga.


Durante il periodo Vedico il loro ruolo era considerato fondamentale e godevano di pari opportunità e diritti. Ci furono donne che si sottoposero alla cerimonia del filo sacro, che studiarono i Veda ed appresero arti quali la lotta, il tiro con l'arco, lo Yoga e la musica.
Come dee le descrive il Manusmriti:

Là dove le donne vengono rispettate dimorano gli dei
Là dove sono disprezzate, tutte le azioni si vanificano

yatra naryastu pujyante tatra devatah
yatretastu na pujyante sarvastatraphalah kriyah
M.S. III, 55

Da meditare


.....continua..........

holi hai

lunedì 3 ottobre 2016

Di tutto restano tre cose...






Di tutto restano tre cose:
la certezza che stiamo sempre iniziando,
la certezza che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell’interruzione,
un nuovo cammino,
della caduta,
un passo di danza,
della paura, una scala,
del sogno,
un ponte,
del bisogno,
un incontro.
Elliott Erwitt