mercoledì 26 ottobre 2016
mercoledì 19 ottobre 2016
martedì 18 ottobre 2016
Nient'altro che stare seduti...
Quando ci esercitiamo a stare seduti,
immobili, attenti a noi stessi, ci riconciliamo con l’istante presente.
Dugpa Rimpoce
Stare
seduto, stare seduto semplicemente, stare seduto senza fare nient’altro che
stare seduto può sembrare facile, ma non lo è. Non devi stare seduto per fare
qualcosa…leggere, parlare, scrivere…riposarti. Devi stare seduto e basta.
Proprio
questa è l’essenza della pratica.
Si
tratta in effetti di dimorare in uno stato di attenzione privo di altri
pensieri. La mente non deve avere alcun oggetto, non deve essere legata ad
alcun contenuto; deve essere presente e trasparente a se stessa.
Sono
poche le occasioni della vita in cui puoi veramente entrare in contatto con te
stesso. La tua coscienza varia in base alle situazioni che stai vivendo ed
alle persone che ti stanno intorno. Di volta in volta, sei condizionato da
fattori esterni. Ma cosa sei quando non sei impegnato in una azione particolare,
quando non ti abbandoni né a immagini né a riflessioni?
Per
“ non pensare”, non devi sforzarti di scacciare i pensieri. Se ti sforzi, in
realtà pensi ancora. Quando un pensiero arriva, registralo semplicemente come
un’onda che arriva e che passa.
Abbassa
le ciglia, chiudi i sensi. Cerca di essere consapevole di essere lì in quel
momento. Ma il punto è che non devi pensarlo: devi esserlo. Percepisci la tua stessa presenza, la tua stessa
consapevolezza che non ha più né soggetto né oggetto: è pura coscienza di
essere, senza forma.
In
quel momento in un lampo, realizza.
Sedendo imperturbabile, ti espandi
dappertutto e non c’è luogo dove tu non giunga
Dogen
da
Claudio Lamparelli "Le piccole meditazioni "
giovedì 13 ottobre 2016
lunedì 10 ottobre 2016
Perché in fondo tutti sanno che l'anima canta*
Albrecht Durer- Mani oranti |
Con l’avanzare dell’età, gli eventi umani assumono tutta
un’altra colorazione. Si impregnano della tonalità di una missione da compiere.
Ognuno di noi può allora cogliere il senso del proprio cammino e anche
indovinarne il fine. Tutto si concentra sull’essenziale, quest’essenziale
sorgente di vita, flusso incessante di energia sul quale si sintonizza il
nostro pensiero, si modella la nostra mente, comincia a vibrare la nostra
anima, cancellando le costrizioni che la oscuravano, o per lo meno la
incupivano, l’annebbiavano. L’anima diventa da questo momento l’espressione
della vita, capace di cantare come quest’ultima, in risonanza con lei, e si
mette a pregare incessantemente, cosa per cui è fatta. Perché in
fondo tutti sanno che l’anima canta. E ognuno sa che si fa di tutto in questo mondo per
impedirglielo. Ma la sua natura è fatta per salmodiare. E’ fatta per questo e
la sua sofferenza trae origine proprio dalla soppressione di questo profondo
anelito verso l’universo, verso il grande tutto a cui essa appartiene.
Invecchiare significa dunque passare oltre
tutto ciò che tende a ostacolare questa vibrazione dell’anima. Significa
raggiungere questo grado di saggezza in cui tutto diventa relativo rispetto alle
attività umane, tenendo conto delle loro verità. Significa raggiungere il
livello in cui si scopre il carattere futile di cose che pure sembravano
indispensabili. Significa vedere dissolversi tutto quello che offusca la
presenza di Dio.
Alfred
Tomatis –
L’orecchio e la vita- Perché in fondo tutti sanno che l'anima canta...
Wilhelm Maria Hubertus (1844-1900) |
La fortuna di invecchiare.....Dio vuole che l’uomo lavori, o
meglio come precisa il testo ebraico “ che l’uomo coltivi” e, sottinteso, “si
coltivi”.... Ma a dire il vero il
miglior modo di restar giovani non è proprio quello di non imparare mai ad
invecchiare?
Oltrepassare le varie porte che conducono alle nostre
regioni interiori, quelle stesse che paradossalmente risultano tanto più aperte
sull’infinito quanto più profondamente nascoste nel nostro intimo, costituisce
un passaggio fondamentale per chi sta per terminare il suo corso sulla terra.
Là il tempo si cristallizza nella sua eternità e lo spazio nella sua infinità.
Tutto è soltanto vita e luce. Ogni genere di morte svanisce, ogni ombra si
dissolve. In questo tempo senza limiti, aldilà di ogni orizzonte, la nostra partecipazione
alla creazione diventa evidenza. Da quel momento siamo chiamati a cantare la
gloria del Creatore, la cui presenza si fa sempre più pregnante, sempre più
avvolgente. Invecchiare allora diventa solo un consapevole consenso che
permette di penetrare tranquillamente gli arcani dell’universo infinito....( cont.)
Alfred Tomatis , "L'orecchio e la vita"
giovedì 6 ottobre 2016
Esiste un bello come esiste la Bellezza...
" Esiste un bello come esiste una Bellezza; il primo è un desiderio
emotivo-rappresentativo dell'io sentimentale, separativo e conflittuale,
la seconda è rispondenza di parti, è la grazia di un gesto ,o, su una
voluta più alta della spirale, di un vibrare con l' Essere, è la vita
accordata alla Vita."
Raphael," Triplice via del Fuoco" II,12
martedì 4 ottobre 2016
Lo yoga è adatto alle donne...?*
Lo yoga
è
adatto alle donne?
è
adatto alle donne?
A poco a poco in India la donna perderà ogni ruolo sociale, la sua libertà sarà ridotta al minimo.
La
storia del continente indiano per secoli sarà costellata di battaglie
contro gli invasori stranieri provenienti da nord-ovest e le donne non
prenderanno più parte alla vita sociale.
Ma in un'epoca che
corrisponde al nostro medievo, il tantrismo influenzerà la dottrina
indù, recuperando degli antichi culti della civiltà della valle
dell'indo. Nella dottrina tantrica tutto è sacro o può diventare tale, e
ciò che accade a livello umano accade a livello cosmico. La grande dea
preariana risorge sotto forma di Shakti, l'energia creatrice femminile che alimenta il processo della manifestazione e genera il tessuto del mondo:
" O Devi! Tu sei la mente, il cielo, l'aria, il fuoco e la terra.
Tu sei diventata la sacra regina di Shiva per alterare la tua beata forma cosciente nella forma del mondo"
Nel Chandi Patha, testo della tradizione shakta, che inneggia e si inchina alla Divina Madre, la Dea è:
Energia,
Liberatrice dalla Sofferenza, Cambiamento, Perfezione, Dissoluzione,
Sposa della Coscienza, Estremamente Bella, Estremamente Feroce,...
....risiede in ogni esistenza come intelligenza, sonno, fame, paziente perdono, umiltà, pace, fede compassione, appagamento....
......Nei
tempi antichi tutti gli dei, guidati da Indra, il Reggitore dei Puri,
cantarono .. versi di lode allo scopo di consegnare l'io alla Luce della
Saggezza, e molti giorni durò la cerimonia.
Possa
Ella, Colei che tutto vede, Signora di tutto, Fonte di ogni Bene,
compiere anche per noi tutte le cose propizie, mettendo fine a ogni
angoscia. Noi
Dei siamo stati turbati da pensieri arroganti al modo degli uomini, ma
ora tutti noi Dei ci inchiniamo a Colei che tutto vede, a colei che,
venerata con devozione e ricordata in immagini materiali, mette
immediatamente fine a ogni avversità.
Protette forse dalla Grande Dea non poche furone le yogine famose anche nei secoli bui:
Mahadeviyakka, vissuta nel XII sec., considerata una delle maggiori poetesse degli adoratori di Shiva, il Signore candido come il gelsomino
Oh Signore candido come il gelsomino
Tu sei come latte
Nell'acqua; non so dire
Che cosa viene prima
E cosa dopo,
Chi è il padroneE chi lo schiavo,
Che cos'è grande
E cosa piccolo.
O Signore candido come il gelsomino,
Se una formica ti amasse E ti lodasse,
Non si eleverebbe
Alla potenza di un demone ?
Mahadeviyakka
Tu sei come latte
Nell'acqua; non so dire
Che cosa viene prima
E cosa dopo,
Chi è il padroneE chi lo schiavo,
Che cos'è grande
E cosa piccolo.
O Signore candido come il gelsomino,
Se una formica ti amasse E ti lodasse,
Non si eleverebbe
Alla potenza di un demone ?
Mahadeviyakka
Lalla, una santa del XIV sec. proveniente dal Kashmir, che andò a predicare la dottrina Yoga per tutta l'India
Mirabai,
vissuta nella metà del XVI sec. tra le maggiori poetesse mistiche
dell'India. I suoi canti d'amore per Krishna sono cantati ancora oggi
Chi mi può screditare?
L'impronta d'amore del Tenebroso
E' su di lei;
Gli altri ornamenti
Mira li considera come semplici orpelli.
Un segno sulla fronte,
Un bracciale, i grani della preghiera:
Oltre a ciò ella indossa soltanto
la propria condotta
Inutile è il belletto,
Quando hai avuto la verità di un maestro.
Oh, il Tenebroso
Mi ha marchiata d'amore,
E per questo alcuni mi ingiuriano,
Altri mi onorano.
Io vago soltanto per la strada dei sadhu,
perduta nei miei canti.
Non rubo,
e non nuoccio a nessuno:
Chi mi può screditare?
Pensate che smonterei da un elefanteper cavalcare la groppadi un asino?
Mirabai
Lo yoga è adatto alle donne......?
LO YOGA
E'
ADATTO
ALLE DONNE ?
ADATTO
ALLE DONNE ?
Domanda improponibile, indisponente ed anche ridicola al giorno d' oggi!
Ma in passato, agli albori dello Yoga, quale era il ruolo delle donne ?
Erano numerose le yogine , esistevano le ascete, era consentito alle donne di percorrere il cammino spirituale ?
Nello studiare l'arte dello Yoga si scoprono sorprendenti sorprese.
Secoli e secoli fa, al tempo dei Veda, le donne erano predominanti in molti settori. Ed anche le dee godevano di pari opportunità.
Fu la dea Parvati ad entrare per prima in possesso della conoscenza dello Yoga, suo maestro fu il regale consorte Shiva.
Maitreya, moglie del grande Yogi e filosofo Yajnavalka, conseguì il Samadhi praticando lo yoga che aveva appreso dal marito, autore dello Yogayajnavalka.
Un episodio molto noto del Ramayana descrive l'addio dato dalla madre a Rama, condannato a vivere in esilio per quattordici anni. Kausalya, sopraffatta dal dolore, consapevole che ogni benedizione data con le lacrime agli occhi è di cattivo auspicio, praticò Asana e Pranayama per poter padroneggiare il dolore e benedire il figlio Rama con equanimità e distacco.
Nel Mahabharata si racconta di Sulabha, un'eremita figlia del re Pradhan, studiosa ed esperta nello Yoga. Janaka, re di Mithila, fu sconfitto da lei nel corso di una disputa sullo Yoga.
In India la leggenda di Madalasa è un esempio di donna Yogini. Madalasa era la consorte devota del re Rtudhvaja. Credendo che suo marito fosse morto, compì un Sati, dandosi fuoco.
Poichè il marito era ancora vivo, un dio la riportò in vita. La morte aveva cancellato in lei ogni memoria della sua vita precedente, ma non appena venne iniziata ala disciplina dello Yoga, riacquistò la memoria, ritrovò se stessa e divenne una seguace dello Yoga.
Durante il periodo Vedico il loro ruolo era considerato fondamentale e godevano di pari opportunità e diritti. Ci furono donne che si sottoposero alla cerimonia del filo sacro, che studiarono i Veda ed appresero arti quali la lotta, il tiro con l'arco, lo Yoga e la musica.
Come dee le descrive il Manusmriti:
Là dove le donne vengono rispettate dimorano gli dei
Là dove sono disprezzate, tutte le azioni si vanificano
yatra naryastu pujyante tatra devatah
yatretastu na pujyante sarvastatraphalah kriyah
M.S. III, 55
Da meditare
.....continua..........
holi hai
lunedì 3 ottobre 2016
Di tutto restano tre cose...
Di tutto restano tre cose:
la certezza che stiamo sempre iniziando,
la certezza che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell’interruzione,
un nuovo cammino,
della caduta,
un passo di danza,
della paura, una scala,
del sogno,
un ponte,
del bisogno,
un incontro.
Elliott Erwitt
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