Il Mandala
è un'immagine dell'universo
una teofania
è un ricettacolo degli dei
uno spazio sacro che permette la comunicazione fra cielo terra e le regioni sotterranee
è l'universo intero nel suo processo di emanazione e di riassorbimento e ne raccoglie in sé la taumaturgica potenza
Il Mandala è un diagramma geometrico complesso che ha origine de una prassi religiosa millenaria, sviluppatasi nella valle dell'indo, le cui tracce risalgono al 3000 a.c.
E' un termine sanscrito che significa " cerchio" o " circolo", le traduzioni tibetane lo rendono anche con "centro" o ciò che " circonda"
Simbolo universale, il cerchio alle origini della civiltà indiana rappresentava il sole o la luna e la ruota, intesa come tempo ciclico.
La prima espressione indiana di questa intuizione in cui il centro, come il mozzo nella ruota, racchiude il punto luminoso della coscienza si trova in un passo della Brhdaranyaka Upanisad II,5,15
.
" Come tutti i raggi sono collegati nel mozzo e nella circonferenza della ruota, tutti gli dei, tutti i mondi, tutti gli organi sono collegati in quell'anima"
e più tardi in un testo tantrico si legge
" Poi immagina che tutti i raggi assumano l'aspetto della dea: come eternamente dal sole emanano i raggi così anche le dee sorgono dal corpo della Dea"
Nel periodo vedico il cerchio fu ritenuto un potente campo d'energia psico-fisica, una sorta di area sacra dentro cui compiere un sacrificio.
Gli altari erano considerati luoghi sacri in cui discendevano gli dei, spazi privilegiati separati magicamente dal resto del territorio, in cui avveniva la comunicazione tra le tre zone cosmiche: cielo terra e regioni sotterranee.
Ma il mandala è molto di più di una superfice consacrata.
" Esso è di fatto un cosmogramma..è l'universo intero nel suo schema essenziale, nel suo processo di emanazione e di riassorbimento...inteso non solo nella sua inerte distesa spaziale ma come rivoluzione temporale: un processo vitale che si svolge da un principio essenziale e ruota intorno ad un asse centrale, la montagna Sumeru, l'axis mundis su cui poggia il cielo e che affonda le basi nel sottosuolo misterioso...Ponendosi al centro l'officiante si identifica con le forze che regolano l'universo e ne raccoglie in sé la taumaturgica potenza...Chi se ne serviva non fu più soltanto sollecito di un ritorno al centro dell'universo, quanto piuttosto di un refluire delle esperienze della psiche alla concentrazione, per ritrovare l'unità della coscienza raccolta e non più distratta e per scoprire l'unità ideale delle cose.
Il mandala non è più allora un cosmogramma ma un psicocosmogramma, lo schema della disintegrazione dall'uno al molto e della reintegrazione del molto all'uno, a quella coscienza assoluta, intera e luminosa, che lo yoga fa brillare in fondo al nostro essere" Giuseppe Tucci - Teoria e Pretica del mandala
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