Il nostro fine non è sopprimere tutti i
limiti dell’espansione dell’ego, né di dare libero corso alla realizzazione
delle idee della mente umana, lasciando uno spazio illimitato ai desideri della
forza vitale egocentrica. Nessuno di noi è qui per fare “ a modo suo” o per costruire un mondo in cui poter fare
finalmente i propri comodi; noi siamo qui per fare quello che vuole il Divino e
per costruire un mondo in cui la Volontà divina posso finalmente manifestare
finalmente la sua verità senza venire deformata dall' ignoranza umana o
pervertita e snaturata dal desiderio vitale.
Il lavoro che ha da compiere il sadhak
dello yoga sopramentale non è un lavoro personale di cui ciascuno possa
fissare le condizioni, ma è l’opera divina da compiere seguendo le condizioni
fissate dal Divino. Non è per noi stessi che facciamo lo yoga, ma per il
Divino. Non è la nostra manifestazione personale che dobbiamo cercare, la
manifestazione di un ego individuale liberato di ogni limite e vincolo, ma il
manifestarsi del Divino. Di questa manifestazione farà parte proprio la nostra
libertà, perfezione e pienezza spirituale, sarà uno dei nostri risultati, ma
non in senso egoistico né con un fine egocentrico e di profitto personale. Più
ancora: questa libertà, perfezione e pienezza non dovremo perseguirle per noi,
ma per amore del Divino.
Da una lettera di Sri Aurobindo
L’agenda di
Mère – 8 gennaio 1966
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