domenica 30 marzo 2014
venerdì 28 marzo 2014
Per saperne di più. " Teoria e pratica del Mandala" di Giuseppe Tucci
I mandala, queste complesse rappresentazioni simboliche dell'evoluzione e dell'involuzione cosmica e insieme delle forze della psiche, sono alla basa della gnosi indo-tibetana, buddhistica ed indù.
L'autore che è una delle più grandi autorità in questo fascinoso campo di studi, ha ricostruito, negli schemi essenziali, la teoria e la pratica di questi psicocosmogrammi che, rivelando l'arcano gioco delle forze operanti nell'universo e in noi medesimi, dovrebbero insegnare la via della reintegrazione della coscienza.
In alto, al centro, Giuseppe Tucci
Attraverso l'analisi chiara ed approfondita delle basi dottrinali del mandala, con la spiegazione del suo simbolismo e della sua liturgia, ed infine con la descrizione del mandala nel corpo umano l'Autore ha così rivelato, riferendo spesso anche la parola stessa dei testi originali, aspetti delle dottrine e delle esperienze filosofiche-religiose indo-tibetane la cui conoscenza è fondamentale non solo per gli studiosi della filosofia e delle religioni orientali, ma anche per tutti coloro che si accostano con serietà allo studio del mandala.
Giuseppe Tucci durante una spedizione nel Tibet occidentale
La parola sarà distrutta dalla parola...
La parola sarà distrutta dalla parola,
la spada dalla spada,
il Bene dal Bene .
La sapada squarcia, squarcia il Vuoto
ma la spada è spezzata
e il Vuoto strizza l'occhio.
Jung Kwung
giovedì 27 marzo 2014
L'Essenza dello Zen ***
Il cerchio
La grande Via non ha nessun cancello;
balza fuori dalla nostra testa.
Il cielo non ha nessuna strada:
esso entra nelle mie narici.
Così ci incontriamo come i banditi di Gautama
o i mestatori di Linji. Ah!
Grandi case crollano,
turbina un vento primaverile.
Stupiti, fiori di albicocco
volano sparpagliandosi -rossi.
Rujing
da " L'Essenza dello Zen" L'Aleph, Newton & Compton editori
le
'
martedì 25 marzo 2014
L'Essenza dello Zen **
Il Cerchio della Via
Sulla grande via dei patriarchi,
c’è sempre l’insuperabile, continua pratica. Esso forma il cerchio della via e
non è mai interrotta. In tutto il ciclo dell’ispirazione all’illuminazione, la
pratica, l’illuminazione e il nirvana, non c’è nessuna lacuna; una continua
pratica è il cerchio della via. Così stando le cose, la continua pratica è
senza appoggio, non forzata da te o da altri. L’azione di questa continua
pratica influisce su tutto il mondo delle dieci direzioni. Sebbene non sia
avvertita dagli altri o da te stesso, è così. In questo modo, grazie alla
continua pratica di tutti i Buddha e di tutti i patriarchi, la tua pratica è
realizzata e la tua grande via si apre. La tua continua pratica crea il cerchio
della via. Dogen
L' Essenza dello Zen *
Il CERCHIO
Entriamo nell’oscurità, cerchiamo
l’iniziazione, per sapere direttamente come le radici di tutti gli esseri siano
legate insieme: come siano collegati a tutte le cose, come questo rapporto si
esprima in termini di interdipendenza, e infine come tutti i fenomeni dimorino
l’uno dentro l’altro. Si, le radici di tutte le cose sono collegate. Nella
profondità dell’essere, si aggrovigliano e si uniscono. Questa nozione è
espressa nel termine “non-dualità”.
Se guardiamo in profondità, troviamo che
non abbiamo un’identità separata, un Sé che non includa il sole e il vento, la
terra e l’acqua, gli animali e le piante, e l’un l’altro. Non possiamo esistere senza la presenza ed il sostegno dei
CERCHI interconnessi della creazione: la geosfera, la biosfera, l’idrosfera,
l’atmosfera e la sfera del nostro sole. Tutte queste sono connesse con noi; la
nostra stessa esistenza dipende da ciascuna di queste sfere. Joan Halifax
Tutto il corpo del monaco è presente nel grande cerchio.
L’occhio ed il vero volto di Xutang emergono da esso.
Il canto d’amore della cantante cieca
Delizia i fiori per diecimila primavere.
Ikkyu
da : "L'Essenza dello Zen"
domenica 2 marzo 2014
Il simbolismo dello Yantra 3°
Generati dal punto
centrale, i nove triangoli evocano la scissione dell’Unità primigenia nei due
principi del Samkhya definiti come “materia” e “spirito”, Prakrti e Purusha. I
triangoli con il vertice verso l’alto simboleggiano anche lo spirito
individuale e le sue energie vitali, quelli con il vertice verso il basso i
cinque elementi grossolani, i cinque sottili, i cinque organi organi d’azione e
i cinque di senso secondo l’ordine del Samkhya. Il punto centrale o bindu rappresenta l’impulso, il desiderio primordiale che si
manifesta nell’Unità indifferenziata come fremito e si condensa, rendendosi al
tempo stesso vibrazione sonora. E’
questo il primo segno ad emergere sull’immota superficie del vuoto ed è come un
seme che racchiude le infinite potenzialità dell’Essere. E’ la prima
limitazione che l’Assoluto si impone ed è il preludio all’espansione del cosmo.
Proprio questo continuo rimando alla dualità e al suo superamento sottende il
percorso meditativo incentrato sullo Shri Yantra.
Il gioco di intersecazione
dei triangoli “narra” come l’informale abbia assunto forma e come siano emersi in questa i principi
enucleati nelle due grandi polarità Shiva e Shakti, ma soprattutto rimanda alla
necessità di integrazione di questi due principi in un terzo che li inglobi e
li trascenda. In tal senso scrive Gabriella Cella: “ Lo Shri Yantra diviene la rappresentazione dell’impersonale macrocosmo
che non è né maschile né femminile, ma al tempo stesso si propone come mappa
del microcosmo, dell’uomo che pure deve conoscere e superare la propria dualità
per attuare la dimensione dell’unità…la lettura può essere effettuata partendo
dal perimetro esterno per raggiungere il centro e viceversa. Nel primo caso
sottolinea il processo di dissoluzione del fenomenico e nel secondo di
emanazione…Colui che medita ed interiorizza lo Shri Yantra effettua una sorta
di pellegrinaggio verso il centro o la vetta..Il senso di questo pellegrinaggio
è la realizzazione del sacro nel profano…uno dopo l’altro si sollevano i veli
che offuscano la Realtà suprema, e mentre la coscienza si espande, insorgono
poteri paranormali che non devono essere fruiti.”
Lo Yantra di Visnu, il secondo Dio della trinità indù, con sopra iscritti i sacri simboli sonori |
Iscriviti a:
Post (Atom)