La Vita Contro La Morte
Dove sta dunque la differenza? Gesù, pur essendo uguale a Dio spogliò se stesso tanto da farsi servo
inerme; si umiliò fino al punto estremo di accettare l’ignominia della
morte in croce.
Mentre Krishna, in tutta la sua esistenza umana, mantenne intatti i propri poteri divini, che
gli permisero di distruggere fin da piccolo, i demoni inviati ad annientarlo;
visse nel mondo come “ Colui che è
sempre nella gioia” e scomparve dal mondo in tarda età, lasciandosi uccidere da
una freccia tirata per sbaglio, quando la sua missione era compiuta.
Per questo i sentimenti che accompagnano il Janmashtami sono quelli di
un’allegria talmente intensa da sfociare in baldoria. Mentre la gioia che
accompagna il Natale, per quanto intensa, porta in sé una nota di intima
malinconia dovuta alla consapevolezza che all’altro
capo del Natale c’è la croce. Una croce che certo non esclude la
beatitudine finale, il riscatto della resurrezione, ma che comunque getta la
sua ombra fin sul natale: e in questo allontana quei sollazzi, quella frenetica
allegria ed allegria che rallegrano invece il Janmashtami.
Articolo di Giampiero Comolli,
in Yoga Journal, Dicembre 2007